E se Nicolò Gebbia avesse ragione anche in questo caso? Cioè nell’omicidio di Piersanti Mattarella

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Nella calza del web, apparentemente indirizzato a soli 25 lettori (in realtà siamo 26 perché dal conto era stato escluso il sottoscritto) la Befana, con le fattezze di Nicolò Gebbia, lascia un articolo di rara maestria. Penso che la Befana lo abbia fatto per offrire un leale contributo alla ricerca della verità nell’omicidio nodale, per la storia della Repubblica, di Piersanti Mattarella. Omicidio perpetuato proprio il giorno dell’Epifania di 40 anni addietro.

Di Nicolò Gebbia siamo degli attenti lettori perché come blogger lo caratterizzano alcune doti fuori dall’ordinario. Prima fra tutti che, come dico io per altre mie vicende minori ma sempre autobiografiche, lui c’era. E non in una posizione minore. Interessante quindi ogni volta che dice la sua e in modo particolare questa volta che tocca un argomento così delicato e degno del massimo rispetto. Il post, inoltre, chiude sul nome di un vero pezzo da novanta della DC dell’epoca quale è Beniamino Andreatta. E lo fa dopo esser passato per l’hub testimoniale e tecnologico di Gioacchino Genchi. E, soprattutto, legando il nome del colto e corpulento ex ministro della Difesa a quello, Virginio Rognoni, di un’altro ex ministro della Difesa. Livelli democristiani complessi e su cui senza pregiudizio e stereotipi in testa varrebbe la pena di riflettere. Se si ritiene possibile, dopo decenni, investigare. A prescindere da chi sparò e chi si soffermò a verificare che si fosse fatto il lavoro a regola d’arte.     

Direbbe il mio amico Amnon Barzel, se fosse questa la sua materia di competenza: “Interessante, Oreste, molto interessante“.

Leggete e “divulgate”, se ritenete opportuno, il post del generale dei Carabinieri, l’irreprensibile Gebbia. Io lo faccio anche perché sono interessato a tutto quello che, in quegli anni e non solo, succedeva a Pavia, cittadina dove aveva preso forma e sostanza la Pellicceria Annabella. Luogo di sogni e lusso per molte donne italiane. E per altri, altro. Comunque, grazie Gebbia.

Oreste Grani/Leo Rugens

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