Morto a soli 54 anni Paolo Gabriele già maggiordomo sleale di Papa Benedetto XVI

Preso dalla quotidianità e dai troppi episodi riconducibili alla criminalità politico-mafiosa che ci affollano la mente (in particolare l’osceno atteggiamento concomitante alla tragedia pandemica) non mi ero accorto della morte prematura (a soli 54 anni) di Paolo Gabriele, maggiordomo di Benedetto XVI. Me l’hanno segnalata contestualmente un amico avvocato a cui non sfuggono le complessità dello Stato Vaticano e la fedele lettrice Cuculo Vigile che opportunamente chiosa la segnalazione con un “…direi che la faccenda è particolarmente complessa“. 

L’avvocato si era limitato a dirmi “vai a guardare”. Il comportamento sleale tenuto per alcuni anni dal Gabriele era finito per essere stato scoperto. Il maggiordomo del Papa era stato arrestato, processato, condannato, perdonato. Era stata una vicenda interessante, al limite della spy story. Al limite, perché a nessuno è stato possibile dimostrare che Paolo Gabriele fosse organico ad un servizio segreto di un Paese terzo interessato alle vicende vaticane. Per essere più precisi attinenti alla vita di Benedetto XVI. Comunque il Gabriele era un personaggio a dir poco maniacale nella raccolta delle informazioni a cui aveva accesso.  

Personalmente, senza averlo mai conosciuto, il “maggiordomo” mi era simpatico. Un po’ matto se devo esprimere la mia con una dose di superficialità. Ma chi, direte voi, se si deve mettere a spiare un Papa non è anche un un po’ matto?  

Oreste Grani/Leo Rugens