Maria Antonietta Calabrò e la morte prematura di Paolo Gabriele

PAOLO GABRIELE BENEDETTO XVI JOSEPH RATZINGER

Ricevo cortese segnalazione e pubblico. Nel farlo mi torna alla mente un post che ritengo in pochissimi abbiate letto nel lontanissimo 11 ottobre 2012 e che oggi spero abbia un qualche significato per i cultori della complessa vicenda vaticana.  

Oreste Grani/Leo Rugens 

PAOLO GABRIELE, ALÌ AGCA E I MISTERI VATICANI

Ha scritto il vaticanista cattolico Aldo Maria Valli: “Uno strano processo quello in Vaticano. Quando Paolo Gabriele vuole dire cose interessanti non lo lasciano parlare. Dice che fra i suoi contatti, che lo suggestionavano, c’erano 2 cardinali e c’era Ingrid Stampa storica collaboratrice di Ratzinger (tutte persone conosciute per la fedeltà al Papa) ma il presidente del tribunale raccomanda all’ex maggiordomo di “stare ai fatti”, come se questi non fossero fatti concreti e molto interessanti”.

Ha ricarato la dose l’avvocato parigino Luc Brossollet che di complessità internazionali e vaticane se ne intende: “Paolo Gabriele in una prima intervista aveva detto di non sopportare più i silenzi e le menzogne su certi affari quali il rapimento di Manuela Orlandi e il triplice omicidio del maggio del 1998 in cui, appunto, vennero uccisi il colonnelo comandante, gli svizzeri in Vaticano, sua moglie e un caporale sempre della Guardia Svizzera.

Se questo fosse un processo corretto i giudici cercherebbero di sapere di quali “menzogne” Gabriele parlava indicando questi precedenti. Cercherebbero di capire se la sua indignazione era o meno giustificata e da che.

Forse si sarebbe arrivati a comprendere che le azioni di Paolo Gabriele non avevano uno scopo malvagio bensì di salvamento”. Del Papa.

La confindustriale Radio24, autorevole emittente, commentando la condanna a 18 mesi ha ventilato che le cose non siano andate così come ci vengono raccontate e ha accostato il nome di Gabriele a quello di Alì Agca descrivendoli, entrambi, come finti tonti e abili dissimulatori di altre verità.

Tutto è possibile ma, vediamo di non esagerare.

Agca è stato l’esecutore di un attentato nel 1981 che aveva la finalità di “stabilizzare” mentre nel mondo erano in corso azioni volute, tra gli altri, da Karol Wojtyla per “destabilizzarlo”.

Il Papa Polacco agiva, culturalmente e politicamente, da prima di diventare il Capo dei cattolici, per la sconfitta del comunismo, provando così ad accellerare una trasformazione del mondo fermo, geopoliticamente, a quanto voluto dai vincitori della Seconda Guerra Mondiale riuniti a Yalta.

Alì Agca era la parte di un “tutto” pronto a uccidere il Papa. Punto.

Non aver tenuto conto di un complotto di questa portata e implicazioni, è stato uno dei tanti errori di lettura del periodo storico che ha visto la fine del comunismo sovietico.

Questa lettura superficiale dell’attentato la Papa è avvenuta soprattutto in Italia.

A questo spunto di riflessione ne va aggiunto un altro: Alì Agca si è avvicinato al giorno dell’attentato lasciando un testamento che sarebbe opportuno rileggere in queste ore di aperto conflitto fra la Siria e la Turchia, di cui pubblico uno stralcio.

«Mi trovo costretto ad ammazzare il Papa per protestare contro il silenzio nei confronti dei crimini del mondo e la morte di migliaia di uomini innocenti uccisi dagli assassini imperialisti di America e di Unione Sovietica in diversi paesi del mondo, dall’Afghanistan al Salvador, ovvero da parte di stati totalitari assassini che sono al loro seguito. Non c’è nessun mio desiderio o scopo personale. Semplicemente con tale mezzo accetto il compito di informare

l’opinione pubblica mondiale di alcuni desideri che non possono attirare l’attenzione degli organi delIa stampa occidentale ma che sono le richieste basilari di migliaia di uomini.

1) La Organizzazione delle Nazioni Unite deve abbandonare l’atteggiamento passivo, indeciso e inattivo che assume di fronte agli avvenimenti e agli sviluppi della situazione internazionale e deve, altresì, assumere un atteggiamento operoso attivo e personale. Bisogna rimuovere il diritto di veto proprio dell’America, dell’Inghilterra, della Cina, della Francia e dell’Unione Sovietica. Bisogna assicurare un rapporto da parte della Comunità internazionale ancora maggiore e più ampio verso la politica mondiale sotto la guida delle Nazioni Unite.

2) Bisogna organizzare una conferenza per la pace e il disarmo con l’adesione di tutti i Paesi del mondo contro il pericolo della guerra nucleare. Un comitato per la pace e il disarmo ad alto livello nell’ambito delle Nazioni Unite deve iniziare una propria attività e deve, altresì, assicurare il passaggio all’azione dell’opinione pubblica mondiale con una campagna di propaganda internazionale.

3) Bisogna creare comitati che risolvano in fretta i problemi relativi alla fame, alla sanità, alla tortura e ai diritti dell’uomo. Deve assumere posizione onde prevenire discriminazioni razziali e lotte religiose.

4) Si devono abbandonare gli interessi dovuti dai paesi sottosviluppati e poveri verso gli Stati e le comunità capitalistiche e bisogna riconoscere un periodo senza pagamenti fino al 2000».

Si dice che Paolo Gabriele sarà graziato. Bene.

Tenete conto che, spesso lo si dimentica, Alì Agca è stato graziato dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il 12 giugno 2000.

Carlo Azeglio Ciampi diventa Governatore della Banca d’Italia, Presidente del Consiglio, Capo dello Stato dopo essere stato, in gioventù, brillante ufficiale dei Servizi Segreti Militari nella sezione Zanetti i cui compiti erano la protezione delle infrastrutture quali ferrovie, porti, aeroporti e impianti bellici produttivi.

In quegli anni Ciampi si formava alla cultura dei Servizi Segreti in ottima compagnia, ad esempio, di Paolo Biscaretti di Ruffia, che diventerà il maggiore esperto di diritto costituzionale comparato; Corrado Ficcavento futuro presidente dell’EFIM; Eugenio Cefis, Edgardo Sogno, Adolfo Beria d’Argentin (infiltrato nelle SS italiane).

Tutta gente che ha guidato la ricostruzione italiana dopo le macerie generate dalla guerra nazifascista e dall’acquiscente auto lesionismo della maggioranza degli Italiani.

Oreste Grani