44°/La calunnia – Finmeccanica e il necessario ciclo del rinnovamento

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Il Dio degli ebrei, dei cristiani e quello dei musulmani, più tutte le divinità pagane i cui culti siano sopravvissuti agli odi dei cristiani, dei musulmani e degli ebrei ci salvino da tanta incompetenza e assenza di capacità di prevedere il divenire delle cose complesse. I vaniloqui di Marco Forlani, Responsabile delle relazioni esterne di Finmeccanica, venivano scritti e dati alla stampa nel luglio del 2009. Non un cenno a quanto poi è accaduto e ancora sta accadendo in quelle aree geopolitiche. Leggiamo solo parole di un cieco egocentrismo, incapace di valutare la propria obsolescenza e il necessario ciclo del rinnovamento. Questo tipo di dirigente che per meriti partitocratici si è impadronito delle poltrone meglio pagate nelle aziende rappresentanti il tessuto vitale del paese è ormai morto perché, come tutti sanno, al momento della morte (o poco prima) cessa soprattutto la capacità di riconoscere. Si muore perché non ci si riconosce più e non si riconoscono, soprattutto, gli altri. Si dice, infatti, che “non si ha più conoscenza”. Il processo di morte della classe dirigente italiana è totale e profondo e non si arresta solo agli aspetti esterni della vita di relazione. Se colui che muore non vede, non ode, non sente più gli odori, le pressioni, la tensione dei suoi stessi muscoli, cos’altro sono questi “dirigenti” se non dei morti. Forse questo voleva dire Beppe Grillo quando, urlando, li chiamava “morti”, con modi che furono considerati eccessivi e qualunquistici e che oggi ci sembrano, alla luce di quanto veniamo a sapere, inadeguati per la loro moderazione.

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“Non chiamatela delocalizzazione”

Negli ultimi anni Finmeccanica si è trovata di fronte alla necessità di realizzare un salto di qualità, di riposizionarsi strategicamente attraverso una ridefinizione del proprio perimetro di business che permettesse al Gruppo di crescere, di presidiare nuovi mercati e di poter competere con successo con i maggiori player delI’Aerospazio & Difesa, dell’energia e dei trasporti in ogni parte del mondo. Per completare il percorso di crescita è necessario ora guardare ai nuovi mercati, ai Paesi emergenti dove esportare le capacità e le competenze, la qualità dei sistemi e dei processi di Finmeccanica e delle aziende del Gruppo. Particolare importanza, in questo contesto, rivestono i mercati del Mediterraneo sia per ragioni di prossimità geografica e rilevanza dei budget che per i nascenti programmi di diversificazione industriale che offrono molteplici opportunità di collaborazione con partner qualificati.

Questi Paesi pongono una sfida e rappresentano un’opportunità: essi, infatti, non si accontentano più di acquisire prodotti finiti ma ambiscono ad un modello di sviluppo solido che si fondi su industrializzazione e diversificazione. Vogliono che vi sia un interscambio tecnologico, una partecipazione attiva dell’industria locale nei programmi o la creazione di società comuni per lo sviluppo congiunto di prodotti e sistemi. Oggi chi esporta tecnologia non delocalizza, coopera. Non si trasferisce più solo know-how ma anche know-that. E la cooperazione richiede presenza tangibile (manager, maestranze, asset) e costante nei Paesi partner. Schematizzando, le 3 macro-aree cruciali nell’attuale scenario strategico mediterraneo sono la sicurezza, la politica energetica e lo sviluppo economico.

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Il Mediterraneo è un’area instabile: la regione orientale, pienamente coinvolta nei conflitti mediorientali, proietta la propria instabilità sui Paesi circostanti; l’abbattimento dei confini interni all’Unione europea rende necessaria una protezione integrata dei confini meridionali dell’Europa in funzione di contrasto ai flussi migratori clandestini, di lotta antiterrorismo e di ostacolo ad attività illecite. La combinazione di questi fattori determina un ripensamento del concetto di sicurezza che si traduce in nuovi requisiti, in un costante incremento delle spese per la difesa e in massicci investimenti di modernizzazione infrastrutturale. Ma il Mediterraneo è anche lo snodo, il transito e l’approdo delle grandi reti energetiche intemazionali e del trasporto via mare di materie prime verso l’Europa.

Un enorme e complesso sistema da mettere in sicurezza per non pregiudicare i commerci ed il benessere complessivo dell’area. Infatti, seppur lentamente, nei Paesi del Mediterraneo del sud si assiste ad un miglioramento generale della situazione economica e del tenore di vita delle popolazioni con la conseguente necessità di elevare gli standard delle infrastrutture e di incrementare il livello della generazione e della distribuzione dell’energia per far fronte all’aumento dei consumi. Il Gruppo Finmeccanica si inserisce in questo contesto con i propri sistemi e le proprie competenze, con partnership consolidate e una presenza commerciale diffusa. La sempre maggiore consapevolezza delle proprie capacità consente ora al Gruppo di perseguire una strategia più ampia in cui al tradizionale rapporto bilaterale con i propri partner si associa la fattiva partecipazione progettuale ed industriale ai grandi programmi infrastrutturali, di sorveglianza marittima, sicurezza aerea, monitoraggio ambientale, protezione degli oleodotti e dei gasdotti che rappresenteranno nell’immediato futuro il valore aggiunto della cooperazione mediterranea. Gli interessi del Gruppo spaziano dall’Algeria alla Turchia, dal Marocco all’Egitto; la capacità tecnologica di Finmeccanica si è affermata con successo in tutte le aree del proprio business: sistemi di segnalamento e veicoli ferroviari in Marocco; elicotteristica e sistemi complessi per la Homeland Security in Algeria; generazione di energia in Egitto fino alla consolidata partnership commerciale ed industriale – con una notevole quota di investimenti in loco – con la Turchia, che ha permesso alle aziende del Gruppo di rispondere con successo a numerosi requisiti delle forze armate turche sia in campo aeronautico che per gli elicotteri che per i sistemi e i servizi satellitari; e alle aziende del comparto trasporti di aggiudicarsi diverse gare per infrastrutture ferro-tranviarie. Un discorso a parte merita poi la Libia con la quale l’intensificarsi delle relazioni apre importami prospettive in diversi settori e dove già si sono raggiunti apprezzabili risultati in termini di collaborazione industriale e di penetrazione commerciale.

La proiezione mediterranea di Finmeccanica trascende le esigenze di business e si configura – al pari delle attività delle altre aziende del sistema-Italia – come un elemento della proiezione internazionale del Paese. Gli onori, gli oneri e le responsabilità che spettano all’Italia per la sua posizione strategica al centro del Mediterraneo ritagliano per il nostro Paese, in questo articolato scenario, un ruolo decisivo quale animatore di progetti di sviluppo e punto di riferimento per piani e proposte di cooperazione multilaterale su argomenti complessi. L’efficienza della cooperazione passa anche attraverso la condivisione dei sistemi, delle piattaforme e l’interoperabilità degli strumenti tecnologici adottati: Finmeccanica proseguirà ed approfondirà il suo impegno nel solco dell’eccellenza per lo sviluppo e la crescita complessiva del Gruppo nell’area del Mediterraneo e per offrire, di concerto con l’indispensabile lavoro delle istituzioni, il proprio contributo alla proiezione internazionale dell’Italia.

Marco Forlani, Responsabile relazioni internazionali di Finmeccanica

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Al contrario se avete piacere o necessità di orientarvi nella complessità del Mediterraneo, vi consigliamo di leggere, sistematicamente, Il Corriere della collera.

Oreste Grani