Da un elicottero all’altro: la Finmeccanica che conosciamo non sarà più la stessa
Scrive Beppe Grillo il 1° febbraio 2005 nel suo blog:
Tanti politici del governo si vantano che gli USA abbiano scelto 23 elicotteri militari US-101 della italiana Agusta-Westland per equipaggiare l’esercito USA. Uno di questi sarà usato anche da Bush.
ELICOTTERO POLITICO
Non hanno più vergogna.
Nessuno dice l’unica cosa che un politico onesto dovrebbe dire: l’elicottero italiano ha vinto perché è tecnicamente migliore (se è davvero migliore).
Così come ci hanno appena detto che la missione di pace italiana è in realtà una missione di guerra “mascherata”, ora Mastrolindo ci dice – e se ne vanta – che ha ottenuto la commessa dei 23 elicotteri militari per amicizia personale e per motivi politici.
Come se Bush fosse un altro Craxi.
ELICOTTERO ILLEGALE
Nessuno osserva la cosa più importante: una legge italiana, la 185/1990 vieta la vendita di armamenti a “Paesi in stato di conflitto armato”.
Gli risponde, tre anni dopo il 7.7.08, tale Andrea Marlin che puntualizza:
Sig. Grillo,
Ci sono alcune imprecisioni in questo blog che, credo, dovrebbe correggere, quanto meno per una questione di correttezza con i Suoi lettori:
1. l’elicottero nella foto è un EH101 della Marina militare Italiana (2-07), in mostra statica ad un airshow, sul suolo Italiano. Sull’elicottero è installato il simulacro (ovvero un pezzo di ferro)di un missile anti-nave (quindi inutilizzabile in Iraq).
2. Gli elicotteri venduti agli USA servono ad ammodernizzare la presistente flotta di vecchi SH-3D (tutti e 23!!)(e sono anche pochi per garantire un livello decente di efficienza) utilizzati per trasportare il Presidente.
3. I suddetti elicoteri non saranno utilizzati dall’esercito ma dai Marines, si chiameranno Marine one (serve per i trasporti del presidente a corto raggio, un po’ come l’air force one è utilizzato per quelli a lungo)
In definitiva mi sembra ingannevole spacciare degli aeromobili per trasporto VIP come macchine da guerra.
Confido nella sua onestà intelletuale.
saluti.
Davvero notevole il tempismo con il quale Grillo segnalò il problema (era il 2005), visto e considerato che uno dei primi atti compiuti dal Presidente Obama a pochi giorni dal suo insediamento alla Casa Bianca (era il 2009), fu proprio quello di stracciare il contratto di fornitura di quegli elicotteri Agusta, dando il segnale dell’inizio dello smantellamento dei vertici di Finmeccanica. Le cose andarono così:
«Signor Presidente – è l’esordio di McCain – Il suo nuovo elicottero costerà molto più caro di Air force One. Non credo vi sia una dimostrazione migliore di come buone idee finiscono poi per costare una gran quantità di danaro del contribuente». McCain si riferiva alle polemiche della settimana scorsa sui costi esorbitanti del nuovo elicottero presidenziale, saliti da 6 a quasi 12 miliardi di dollari.
L’intesa “bipartisan” fra i due ex nemici è immediata:«John – risponde Obama – questo è un esempio di come il processo di appalti sia fuori controllo e dobbiamo rimetterlo in sesto. Questa degli elicotteri sarà una delle nostre priorità più elevate, l’ho detto anche a Gates chiedendogli di rivedere i costi del progetto». E poi ridacchiando sornione, il Presidente dà la stoccata finale: «Devo dire che l’elicottero che ho adesso (un Sikorsky vecchio di 25 anni, ndr) mi sembra del tutto adeguato. Certo, prima della Casa Bianca non ho mai avuto un elicottero…Chissà, forse è stata una grande privazione e non lo saprò mai». E il pubblico scoppia in una sonora risata. Ci sarà poco da ridere per il consorzio italo britannico americano: con una battuta così tagliente da parte di chi dovrà prendere la decisione finale sugli elicotteri le probabilità di una conferma da ieri dimnuiscono. Solo la settimana scorsa in una conferenza stampa la Lockheed aveva invece espresso ottimismo (fonte: il Sole 24 Ore).

A sinistra il dimissionato Pier Francesco Guarguaglini, a destra il cantante Lorenzo Borgogni, temutissimo a Siena e dintorni. Chissà perché?
Passano i giorni, cambiano i cieli, ma questi elicotteri sembrano proprio portare sfortuna a Finmeccanica e a coloro i quali se ne interessano, a cominciare da Guido Ralf Haschke, l’intermediario svizzero-americano, arrestato nell’ambito dell’indagine riguardante la vendita di 12 elicotteri all’India e la presunta corruzione di generali indiani e la presunta tangente di 10 milioni spartita tra Comunione e Liberazione e Lega Nord. Anche questa volta, manco a dirlo, è il vertice del colosso italiano delle armi, ossia il presidente Giuseppe Orsi a trovarsi al centro della questione, e chissà che tutta la vicenda non sia collegabile alla prolungata detenzione dei due marò italiani nelle galere indiane.
Per comprendere meglio la vicenda, bisogna tenere presente che, a inguaiare tutti quanti, sono le dichiarazioni dell’ex responsabile delle relazioni esterne di Finmeccanica Lorenzo Borgogni, uomo che, solo a pronunciarne il nome in quel di Siena, provocava svenimenti per la paura, suscitando un reverenziale abbassamento del tono della voce.
Oreste Grani
P.S. Ultim’ora
La difesa di Giuseppe Orsi, a.d. e presidente di Finmeccanica, si prepara a dare battaglia. L’obiettivo è querelare l’accusatore Lorenzo Borgogni, dimostrare l’incompatibilità di Guido Haschke (appena arrestato) e Christian Mitchell col ruolo di mediatori-corruttori nel contratto da 560 mln euro per i 12 elicotteri venduti al governo indiano e nel frattempo aspettare che cada almeno l’ipotesi di reato relativa al finanziamento illecito ai partiti.
Sul capo del top manager, scrive Milano Finanza, finito nel mirino dei pm di Napoli a seguito delle dichiarazioni di Borgogni, pendevano fino a luglio scorso tre ipotesi di reato: riciclaggio, corruzione internazionale e finanziamento illecito ai partiti. Ora però l’ipotesi di riciclaggio non c’è più.
La difesa del capo-azienda di Finmeccanica si augura che il pm Eugenio Fusco, in prestito dalla Procura di Milano, faccia altrettanto stralciando anche l’ipotesi di reato di finanziamento illecito ai partiti, che si regge sulle presunte tangenti per 10 mln euro che sarebbero state pagate alla Lega Nord (e in parte anche a Comunione e Liberazione) per favorire l’ascesa di Orsi dalla controllata AgustaWestland alla capogruppo (fonte: borsaitaliana.it).
Ciao Ciao Roberto Maroni detto “Bobo”
Ciao Ciao Giuseppe Orsi
Ciao Ciao Comunione e Liberazione
Ciao Ciao Lega Nord