Indro Montanelli ed Enzo Biagi dall’Aldilà mi informano che Berlusconi Silvio è atteso all’Inferno
Ieri, sono sceso agli inferi grazie ad un invito in una casa bolognese, un tempo frequentata da Gustavo Roll, Romano Prodi e dal fido Treu. Sono questi nomi di garanzia che mi hanno convinto alla gita.
Durante l’evocazione degli spiriti, finalizzata a sapere cosa se ne pensasse nell’Aldilà della “decadenza” di Berlusconi Silvio, si sono fatte avanti due anime che, per i loro modi e il loro parlar chiaro, mi sono sembrate particolarmente affidabili. Non ci crederete ma erano Indro Montanelli ed Enzo Biagi. Strana coppia, mi sono detto. Nell’aldilà, evidentemente, succedono cose del genere. Parlavano all’unisono, con un effetto “eco” molto suggestivo. A quel punto della seduta, mi sono ricordato che Umberto Eco è di Bologna. Tutto torna! Le voci hanno affermato che, quando erano in vita e frequentavano Berlusconi Silvio, questi gli aveva confidato: “se non entro in politica finisco in galera e fallisco per debiti”. Che pallonari questi morti! Che millantatori, che invidiosi dell’immortalità di Berlusconi Silvio.
I signori, inoltre, mi hanno detto che sono in fiduciosa attesa del morituro, per togliersi qualche sfizio. Le loro voci a questo punto della “comunicazione” hanno assunto il suono più di un ghigno satanico che angelico: “gliele diamo noi le trasfusioni di sangue…gliele diamo noi…gliele diamo noi… le trasfusioni di sangue”.
Questa è la parte dell’emozionante esperienza che mi è rimasta oscura. Chissà cosa volessero dire quei due “informatissimi” (quando erano in vita) giornalisti?
Se gli amici di Bologna mi invitano ancora, cercherò di approfondire questo aspetto “truce” del loro dire allusivo. E, ovviamente, vi terrò informati.
Oreste Grani
Chissà se lo spirito di Montanelli ne sa qualcosa di questo Alberto Capece Minutolo, che certamente era nella redazione del Giornale tra il 1989 e il 1991. Lo si desume da quanto scrive Alessandro Gilioli, che proprio in quel periodo era lì e lo definisce suo “collega al Giornale”.
http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/06/02/verita-e-varieta/
Al di là dei rapporti con la Boothe Luce, l’anticomunismo esplicito e mai negato e l’avversione al compromesso storico, non si può insinuare, credo, alcuna relazione tra Montanelli e personaggi come Massimo De Carolis, poi risultato negli elenchi di Castiglion Finocchi.
Vale la pena, tuttavia, evidenziare come, nel periodo in cui, secondo Gilioli, si aggirava nella redazione del Giornale l’attuale disinformatore Capece Minutolo, Antonio Tajani dirigeva la redazione romana. Fu proprio lui, secondo Wikipedia, ad accompagnare la Mummia (l’8 gennaio del 1994; Giuseppe Graviano fu arrestato il 27, mentre andava in scena “L’Italia è il Paese che amo”) all’assemblea dei redattori del quotidiano all’insaputa di Montanelli, nonostante il vicedirettore Federico Orlando avesse sconsigliato la sortita. Oggetto della riunione era se accettare o meno che Il Giornale, da indipendente, si trasformasse in trombetta del suo editore.
Andò a finire che in assemblea (spaccata) prevalse il voto favorevole.
Non so se, in quel fatale 1994, l’odierno disinformatore fosse ancora al Giornale. Se così fosse mi domando cosa abbia votato. Chissà se lo sa Travaglio…
Certo è che non si può dire che al Giornale non ne sia passata di gente strana. In ogni caso, però, il Nostro doveva svolgere un ruolo del tutto irrilevante, visto che Wikipedia non si ricorda affatto di lui.
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Nel 2014 studiava la promettente tematica
https://www.lavoce.info/archives/16304/economia-occulto/
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C’è una cosa che non capisco proprio. Come è possibile che uno che certo non era “nato ieri”, quale io reputo Montanelli, si sia speso con Il Giornale per far eleggere uno come Massimo De Carolis, che poi anni dopo rispuntera’ con tale Cartotto??
Leggendo tutte e quattro le puntate contenute nel link che segue spuntano anche i nomi di Gilberto Cavallini e di Eugenio Cefis che, secondo Wikipedia, sarebbe stato l’unico, tra quelli a cui Montanelli si era rivolto, a finanziare Il Giornale, sia pure attraverso la formula della cooperativa.
http://www.societacivile.it/focus/articoli_focus/Decarolis/Decarolis.html
Capece c’è nel 77, quando frequenta ambienti rotariani bolognesi. C’è sin dall’inizio (1974)?
Alla fine se ne va con Montanelli a La Voce (vedere uno dei link postati altrove). Quindi nel 1994 lui c’è e partecipa all’assemblea di redazione. Ma è difficile pensare che possa aver votato a favore della Mummia, visto che poi emigra anche lui con Montanelli. Vero è, comunque, che i voti favorevoli pare siano stati dovuti non ad adesioni ideologiche ma a problemi di pagamenti di stipendio, sapientemente generati dalla gestione di Paolo Berlusconi.
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In ogni caso, Antonio Tajani proveniva da Il Settimanale, edito da De Carolis.
Ne ha fatta di strada! Forse perché si presenta meglio dell’imbarazzante Mummia.
https://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Tajani
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