Signore e signori ecco a voi Benetton Luciano – Treviso 1965

Patrizia Valturri
Nel 1965, Treviso, fu du il set di un capolavoro: “Signore e signori” di Pietro Germi, andato in onda su un canale RAI il 19 agosto 2018 alle 21.30.
A Treviso, sempre quella, nel 1965, fu fondato il Gruppo Benetton, quello del ponte di Genova.
Rivedendo il film, pensato da Germi e Age e Scarpelli, finanziato dal tripolino complesso Robert Haggiag, nato il 5 ottobre 1913 sepolto a Roma il 1º marzo 2009 e secondo una fonte non accreditata desideroso di riposare nella terra dei suoi antenati a Gerusalemme, ho intravisto tra gli sporcaccioni e amorali protagonisti Luciano Benetton, classe 1935.
Ricorderete che i “simpatici” borghesi trevigiani a un cero punto si “passano” una giovanissima svitata – Patrizia Valturri – che in cambio di un paio di sandali dorati, un vestito e qualche biglietto da diecimila, si apparta nei loro negozi e alberghetti. Purtroppo, la ragazza “bianca come el late e dura come el marmo”, non ha nemmeno sedici anni sicché i “bravi ragazzi” finiscono a processo, salvati da una intraprendente e “pia” consorte che si compra il silenzio del padre della giovane, mentre imprenditori, monsignori e il direttore del giornale locale si comprano il silenzio del giornalista… ah la libertà di stampa!
Stesso palcoscenico, dieci anni dopo, 1975, il quarantenne Luciano Benetton si invaghisce della diciassettenne e “pia” Marina Salamon, ragazza che dimostra un intuito imprenditoriale non indifferente, anche grazie ai soldi del “bravo imprenditore”. La signora è vicina a Comunione e Liberazione, traffica nella moda e senza successo nel fotovoltaico con Emma Marcegaglia, acquisisce la Doxa che era presieduta dal padre, rilevandola dai Luzzato-Fegiz.
Se l’amore e cieco, per guidare una F1 bisogna vederci benissimo, così quando Luciano Benetton, affida all’incredibile Flavio Briatore la guida del team della Benetton Formula, non può non sapere che fenomeno sia il geometra di Cuneo; era il 1985 e chissà che la passione per l’asfalto, del 2000 è l’acquisizione di Autostrade, non nasca da qui.
È del tutto casuale che la RAI ricordi a Luciano Benetton le sue origini…
Chi blatera circa le concessioni, tenga presente che Prodi Romano, a volte uomo di Stato, è incazzato nero per come sono andate le cose e per come gli abbiano lasciato il cerino in mano, E allora parlasse, dicesse ciò che pensa di Giancarlo Elia Valori e di Paolo Savona.
Siamo pronti ad ascoltare e registrare.
Alberto Massari
P.S. Sono comunque innocente, sebbene frequentassi la provincia di Treviso, nel 1965 nascevo.
Estratto da articolo/intervista su Panorama del 10 luglio 2008 “QUESTA È L’ITALIA DI VALORI” di Stefano Lorenzetto
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È ebreo o cattolico?
Sono cattolico, apostolico, romano.
Chissà perché tutti credono che lei sia israelita.
Nutro grande ammirazione per gli ebrei da quan- do, nel 1963, andai a soggiornare in uno dei loro kib- butz. M’impressionarono l’organizzazione sociale, lo spirito di concordia e la cura che dedicavano a scuo- la, sanità e difesa.
È considerato il mago delle privatizzazioni.
Sme e Autostrade le ho fatte nell’interesse dello Stato, tanto che il presidente Carlo Azeglio Ciampi mi scrisse una lettera per elogiarmi d’aver raggiunto «l’obiettivo di una massima trasparenza sull’origine dei capitali».
Si poteva avviarne altre che non fossero speculative e favorissero sia i consumatori sia gli azionisti. Quali?
L’elenco sarebbe lungo.
Lo cominci
Le Ferrovie. L’Alitalia. E la Rai, che prima si pri- vatizza, meglio è.
Ai Benetton ha venduto gli Autogrill e le Autostrade. Le erigeranno un monumento a Ponzano Veneto…
Là ci sono già la Villa Corner affrescata dal Tiepolo e le teste marmoree di Gesù e Maria attribuite al Torretti, maestro di Antonio Canova. Sarei davvero di troppo.
Che idea s’è fatto di come Romano Prodi gestì la privatizzazione della Sme quand’era al vertice dell’Iri?
Alcune cose giuste, altre inesatte ma probabilmen te non del tutto prevedibili.
Diplomatico. Prodi la definì «il mio Vietnam».
Sulle trattative e sulla loro forma non mi pronuncio. Certo, intorno al caso Sme ci fu una coalizione di interessi che poi divennero opposti. Capita.
Dicono che sia stato lei a ispirare l’inchiesta giudiziaria del procuratore Luciano Infelisi sulla Nomisma, la società di consulenza fondata da Prodi a Bologna.
Io non ispiro niente. Non svolgo mai la mia atti-
vità in questo modo.
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Bellissime foto; ne cerco altre e te le mando…
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