Questi sono deficienti o traditori della Repubblica?

Non una sola parola per i posteri (perché anche loro, gli attuali decisori, giovani o vecchi che siano, sono destinati a morire), su quali criteri valutativi e meritocratici, abbiano basato le loro scelte per definire i ponti di comando di quello che avanza dell’Italia produttiva. E cominciamo da qui. Cominciamo da una domanda candida.

Perché non devono esistere i verbali delle riunioni in cui si scelgono i vertici delle aziende partecipate dallo Stato?

Cioè beni dei cittadini.

Avremmo, in tal caso, un quadernetto dove si potrebbero appuntare i perché x o y viene ritenuto meritevole della promozione, della rotazione, della “rottamazione”. Si fa anche a scuola elementare. Niente. Invece, notte tempo, ben protetti dallo sguardo e dalle orecchie dei cittadini, non si sa bene chi (si sussurrano i nomi degli specialisti in nomine ma non esiste una ufficializzazione degli attuatori della riedizione del Manuale Cencelli), decidono per il futuro della collettività.

E lo fanno sbrigandosi sotto la pressione del loro futuro incerto. E lo hanno fatto, anche questa volta (o forse di più) con una sfrontatezza che rimarrà nella memoria di chi non vorrà dimenticare. Mai, Presidente Mattarella, era avvenuta cosa tanto disdicevole e offensiva (direi ripugnante), a sfregio dei morti che si accumulano e proprio mentre si comincia, timidamente, a cercare di capire di chi è, oltre che dell’intelligente Virus, la responsabilità del massacro. L’ora è grave non solo perché la pandemia è all’attacco in un pianeta interconnesso (o lo è un giorno sì e uno no?) ma perché gli oligarchi (tra un po’ sarà lecito chiamarli tiranni) si sentono al di sopra di tutto. Non dico del pudore civico ma anche di Lei che rappresenta l’unità nazionale e la Carta Costituzionale. Che è pericolosamente violata con questo modo di procedere da furfanti. Come il professore Sabino Cassese prova a ricordare. In queste ore alcuni (possibile che, lo ripeto, non possiamo avere i nomi di chi si riunisce, se si verbalizza, se si lascia per l’archivio di Stato una pagella dell’Arcuri di turno?) si sono affrettati a nominare i loro amichetti e le loro amichette (o quelli/e che non potevano non ripagare) a posizioni di comando strategico compiendo un atto gravissimo se non eversivo viste le condizioni generali in cui ci troviamo. Un fatto gravissimo che perfino loro si sarebbero dovuti astenere dal compiere che in molti casi sono esponenti di una razza di deficienti (aggettivo e sostantivo maschile e femminile per indicare chi è notevolmente scarso sul piano della disponibilità o del rendimento o se lo si vuole usare come sostantivo un deficiente è persona totalmente o parzialmente minorata sul piano intellettuale; quindi è cretino, scemo, con una vena di compatimento o come epiteto offensivo). Secondo il Grani un criminale (cioè uno che commette scientemente un reato) è sempre un cretino/deficiente come proverò a dimostrare a Cremona a proposito dell’avvocato Luca Lanzalone.

Questo gruppo di oligarchi aspiranti tiranni, senza lasciare tempo e spazio ad una riflessione che tenesse in considerazione l’ipotesi che il mondo (per tanto anche l’Italietta) non sarà più lo stesso dopo il passaggio della falce, non sono riusciti a non fare le nomine. Come se fosse una masturbazione durante la proiezione di un film porno particolarmente eccitante. Hanno fatto tutto in continuità con quella casta (Gianluigi Rizzo, già autore del bestseller La Casta, si meravigliava/denunciava, anche ieri sera, di quello che accade, nella sanità, in questa fase drammatica, con migliaia di compatrioti morti ammazzati dal virus e dai suoi complici) di incompetenti partitocrati che ci vessa e ci sgoverna da decenni e di cui il M5S doveva essere onesto e acerrimo avversario. Non solo nella sanità. Mi dite, tanto per capare nel mazzo, perché uno (si chiama Paolo Simioni, ing. civile) che deve ancora dimostrarci di aver fatto qualcosa di serio/utile all’ATAC (sarebbe l’azienda che organizza la mobilità romana e che gestisce la “flotta” dei bus e degli altri mezzi di trasporto della Capitale) debba essere promosso/trasferito all’ENAV a interessarsi della “mobilità in sicurezza” delle “flotte aeree”? Direte che tanto gli aerei non voleranno per un bel pezzo per cui il meritevole potrà anche non recarsi in ufficio tanto nessuno se ne accorgerà tranne la giacenza media del suo Conto Corrente che ora farà, fra liquidazioni dall’ATAC e nuove prebende, un notevole salto verso l’alto. Ho scritto verso l’alto non verso il basso come i vostri risparmi, stupidi fessacchiotti rimasti esclusi da una scelta meritocratica.

Simioni all’ENAV? E perché dopo il passaggio rapido negli ex uffici della Squibb (della famiglia Palma per chi sa di cose romane) non in tempo per candidarlo al Quirinale? All’ENAV semplicemente perché non ci avete pensato prima? In fin dei conti un po’ di business intorno agli aeroporti del Nord, Simioni li aveva sempre fatti. Doveva passare per Roma per acclimatarsi, scegliersi casa, non pesare sull’erario per altri traslochi? Un po’ all’ATAC  e poi in cielo con ENAV. E poi, stupendo le cancellerie del mondo, al Quirinale? O forse, più semplicemente, spunta adesso perché Davide Casaleggio (il ragazzotto figlio di Gianroberto) non ci aveva pensato, in accordo con Massimo Colomban (il vero puparo nordista di tutto questa perdita di identità e ruolo della Capitale d’Italia), trovandosi in difficoltà perfino con il Gioco del 15? Ho scritto “perdita di identità della Capitale” perché insinuo che non si può svendere un Paese che abbia una capitale forte e ben amministrata. Comunque non oggetto permanete di barzellette e di racconti denigratori dove la sola cosa che funziona è il controllo territoriale esercitato dalla criminalità. E i sabotatori, agenti d’influenza al soldo di interessi non italiani, lo sapevano e in questa direzione si sono avviati.

Bisognava che la Capitale della Repubblica divenisse quello zimbello che è diventata perché lo sbrindellamento (vedrete che non mi sbaglio) che seguirà la pandemia si realizzasse. Con le nomine di ieri, l’Italia è finita. E chi le ha volute realmente fare nel losco, dovrà rispondere di tale sguaiata spregiudicatezza. Siete veramente dei teppisti della politica e della p.a. Dopo Simioni mi sovviene il nome del generale della GdF, Luciano Carta. Perché lo avete parcheggiato (non ci voleva neanche andare) all’AISE, per un batter di ciglia e ora lo mandate a Leonardo? Lo avete fatto perché ora si possa leggere sulla stampa nazionale che, per la settecentoventicinquesima volta, si devono “regolare i conti nei servizi segreti“? Quali “servizi segreti”? E soprattuto quali conti? Forse anche in questo caso di tratta di conti correnti che corrono-corrono? I loro. Cioè di alcuni personaggi. Perché i “servizi”, ai seri studiosi della materia, non risultano esistere. Come anche in questa occasione della Pandemia, passo dopo passo, interrogazione dopo interrogazione, si arriverà ad intravedere. E poi a capire, se fosse arrivata la volta buona. Ma per farvi capire ci vorrebbe ben altra penna che la mia che notoriamente è “deficiente”.

Carta a Leonardo? Se non fosse fantapolitica sarebbe opportuno cominciare ad ipotizzare che questi “valzer” li fate suonare e danzare perché siete agenti d’influenza (e che influenza) di Paesi terzi. Carta è una brava persona ma si è trovato perfino in difficoltà a capire cosa gli venivano a dire stesse accadendo nella piccola ma delicatissima (come si vedrà) RSM.  Perché dovrebbe cavarsela meglio ora che in Leonardo dovrà fare solo politica estera per vendere le nostre tecnologie?

E all’ENI perché la signora Lucia Calvosa dovrebbe essere meglio di Emma Marcegaglia? Solo perché Emma è stata beccata organica al sistema Montante? La signora Calvosa, donna intelligente e onesta, non mi risulta che abbia una formula per interpretare scenari dove si delineano vincitori e perdenti in un mondo post-petrolio? Ieri l’oro nero ha chiuso a 18,18 dollari al barile e quando è stato ucciso Gheddafi era a 70. E butto li una cifra tanto per fare, nessuno sapendo, con chiarezza, a quanto si compra/vende il petrolio. Che notoriamente non ha un aspetto trasparente. Che cosa ci va a fare all’ENI la signora Calvosa nel pieno della transizione verso un mondo connotato dall’emergenza (non di rapida soluzione) pandemica e dal tracollo (irreversibile) del prezzo, non avendo alcuna competenza di tali complessità? Come non ne aveva Emma Marcegaglia.

Il cambiamento, la novità epifanica è perché la signora entrante è nota a Marco Travaglio che, notoriamente, è semplicemente un giornalista? Bravo, ma un giornalista. Oltre a tutto formatosi alla scuola del Borghese di Mario Tedeschi (o forse Tedeschi era già morto nel qual caso me ne scuso) e di Indro Montanelli “il moderato” notorio per non sentire troppo gli odori. Tanto che consigliava di turarsi il naso prima di compiere i passi legati all’esercizio della democrazia. Non credo che fosse il tempo, con il sommovimento geopolitico determinato dal tracollo del prezzo del “carburante”, e di cambio paradigmatico nel mondo insanguinato del petrolio (PPP) di fare accordi tombali con i nemici di sempre. Ma Travaglio è Travaglio e noi notoriamente, non siamo niente. Anzi, meno di niente. Ma proprio perché siamo meno di niente siamo leggeri e possiamo permetterci di poter dire cosa pensiamo. Prima da complottisti despecializzati e poi, passo dopo passo, provando, entrando sempre di più nel merito, a far fare ai traditori la fine che meritano. Provandoci. Ricordando a me stesso che qualche volta ci sono riuscito.

Oreste Grani/Leo Rugens