Magistrati e massoneria: una traccia “normativa” nel Fondo Paolo Ungari

Se dovessi dare un contributo alla fase drammatica in cui versa la magistratura italiana (avete dubbi sul fatto che “versi” in condizioni disperate?) direi che almeno quelli che vogliono scriverne nei media dovrebbero provare a leggere alcuni atti concernenti la questione se rientri o meno nelle attribuzioni del Consiglio superiore della magistratura adottare una delibera di carattere generale sull’iscrizione dei magistrati a logge massoniche o ad altre associazioni. 

Questi atti mi sembra di ricordare che si trovino raccolti, in un volume stampato a cura del Segretariato della Presidenza della Repubblica. Siamo al 1990 e i testi, se non sono rincoglionito del tutto, partono da pag. 29 di un volume di 157 p. che strutturato secondo il seguente indice:

1) Relazione sulla “Partecipazione di magistrati ad associazioni massoniche” redatto dal cons. Stefano Racheli, allegata al verbale della seduta 20 febbraio 1990 (banalmente 31 anni addietro!) della Commissione per la riforma giudiziaria  e amministrazione della giustizia.

2) Proposta della commissione per la riforma giudiziaria e l’amministrazione della giustizia all’ordine del giorno della seduta 21 marzo 1990 sempre del Consiglio Superiore della Magistratura.

3) Verbale della seduta 21 marzo 1990 del Consiglio Superiore della Magistratura.

Se non sapeste dove trovare questo fascicolo, ritengo che copia si trovi catalogato nel “Fondo Paolo Ungari” Servizio Biblioteca del Grand’Oriente d’Italia.

Suggerisco di andare a leggere le carte perché la questione delicatissima non è di oggi come vedete dalle date. Non solo quella dell’appartenenza dei magistrati a logge o “realtà” similari ma come vedete dell’eterna questione della “riforma e amministrazione della giustizia“. 

Riforma che se non si attuerà, va spiegato agli italiani che si aspettano piogge di miliardi, potrebbe far assistere ad un macabro balletto (nel senso che morirebbe la Repubblica Italiana come la conoscete) dove si vedrebbero (forse) entrare i soldi ma al tempo stesso uscire per tornare a chi li ha prestati. Un film dell’orrore quindi con annessi e connessi. 

Il destino dell’Italia quindi è stato lasciato scientemente e sconsideratamente nelle mani di gentarella alla Pietro Amara (quando Leo Rugens sulla pericolosità di questo soggetto metteva in allarme sembravano esagerazioni…) e, per anni, di figure imbarazzanti alla Luca Palamara. Ma da parte di chi? Perché, sentite a me, il problema è questo. Chi ha taciuto, facendosi complice di questa situazione, negli ultimi 31 anni? Cominciate a scorrere i nomi dei ministri e sottosegretari e membri della Commissione Giustizia e qualche mascalzone piccolo calcolatore vedrete che lo troverete. Per il resto alcuni massoni hanno fatto i massoni. 

A seguire trovate anche una testimonianza su Giovanni Falcone e le sue fatiche romane di Stefano Racheli. Leggere aiuta (quasi) sempre. Trattare le notizie e le parole spese, ancora di più. Come vedete niente notizie eclatanti se non che per oltre un anno, COVID o non COVID, in troppi hanno deciso di tacere. Anche questa volta.

Oreste Grani/Leo Rugens 

P.S. 

Ho fatto riferimento al Fondo Paolo Ungari. Riporto un articolo/ricordo di Andrea Cantadori che traccia di Ungari un profilo umano e scientifico estremamente interessante e carico di problematiche. Alcune certamente ancora non risolte.