Putin ovvero la spoletta della Terza Guerra Mondiale
Per chi sa di queste cose che il primo l’attacco sia stato sferrato contro la capitale dell’Ucraina (non ci si prepara a marciare “su Kiev” ma si è cominciato dal bombardamento di Kiev) anticipa una guerra senza quartiere e senza altra soluzione (nella testa di Putin è così) che l’annessione di tutto il territorio, dopo l’azzeramento di quello Stato sovrano. NATO o non NATO. Europa o non Europa. Centinaia di vittime si dice che ci siano già sotto le macerie nelle città. Se fosse vero, sarebbero civili.
La disarticolazione dell’apparato militare ucraino non passava per i bombardamenti indiscriminati contro la popolazione inerme. Cinque di mattina nelle città chi pensi di uccidere se non chiunque stia ancora dormendo? Il mostro sanguinario, freddo esegeta delle arti marziali (come ama descriversi), addestrato alla scuola del KGB, amico in affari e di merende (a chi si regala un letto se non ad un complice intimissimo?) e in fede massonica di Silvio Berlusconi, ha deciso di passare alla storia come la spoletta della Terza Guerra Mondiale.
A meno che tutti gli altri (quelli che per decenni vi hanno salassato per armarvi di niente), non facciano vigliaccamente pippa mostrando che gli eserciti in cui sono state profuse risorse dei contribuenti senza fine, erano solo una macchina per fare business e distribuire tangenti a generali vigliacchi e inetti. Se ci avete impoverito per armarci, almeno usatele queste armi per difendere gli inerti. E mentre scrivo mi rendo conto che la trappola è scattata e che anch’io auspico la morte del Pianeta e degli umani. Una razza di deficienti.
Oreste Grani/Leo Rugens
Entra in scena il Dragone (no, non il Drago nostrano).
Un po’ attento alla questione dell’indipendenza di parti di territorio, cioè pensando ai casi suoi, un po’ col pensiero agli affari in Ucraina, un po’ pensando a Taiwan. E un po’ con malcelata soddisfazione. Anche perché gli accordi sono stati rispettati e la tempesta si è scatenata non prima della cerimonia conclusiva dei Giochi.
Una dichiarazione molto cinese, direi.
“Essendo un grande e potente Paese, la Russia non ha bisogno delle nostre armi”, dice la portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying in merito alle possibili forniture passate o future di armi alla Russia. “L’approccio della Cina è qualitativamente diverso da quello Usa. Quando vedremo il rischio di conflitto, non prenderemo l’iniziativa di fornirci armi a vicenda e non faremo ciò che gli Usa hanno fatto dando all’Ucraina un gran numero di strutture e attrezzature militari. Penso che la Russia, essendo un Paese grande e potente, non abbia bisogno della Cina o di altri Paesi”, aggiunge. La Cina rispetta “sempre la sovranità e l’integrità territoriale di tutti i Paesi. Allo stesso tempo, abbiamo anche visto che la questione Ucraina ha latitudine e longitudine storiche complesse e speciali e comprendiamo le legittime preoccupazioni della Russia sulla sicurezza” dice il ministro degli Esteri Wang Yi, nella telefonata con la controparte russa Sergei Lavrov, aggiungendo che “la Cina sostiene che la mentalità da Guerra Fredda dovrebbe essere del tutto abbandonata e che un meccanismo di sicurezza europeo equilibrato, efficace e sostenibile dovrebbe essere finalmente formato attraverso il dialogo e la negoziazione” .
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