Come lasciare agli USA il lavoro sporco di abbattere la Russia e impoverirsi: l’Europa era meglio quando era ceca

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Rand Corp: come abbattere la Russia | il manifesto

Manlio Dinucci

L’arte della guerra. Il piano elaborato dal più influente think tank Usa

Edizione del 21.05.2019

Pubblicato 20.5.2019, 23:59

Costringere l’avversario a estendersi eccessivamente per sbilanciarlo e abbatterlo: non è una mossa di judo ma il piano contro la Russia elaborato dalla Rand Corporation, il più influente think tank Usa che, con uno staff di migliaia di esperti, si presenta come la più affidabile fonte mondiale di intelligence e analisi politica per i governanti degli Stati uniti e i loro alleati. La Rand Corp. si vanta di aver contribuito a elaborare la strategia a lungo termine che permise agli Stati uniti di uscire vincitori dalla guerra fredda, costringendo l’Unione Sovietica a consumare le proprie risorse economiche nel confronto strategico. A questo modello si ispira il nuovo piano, Overextending and Unbalancing Russia, pubblicato dalla Rand.

Secondo i suoi analisti, la Russia resta un potente competitore degli Stati uniti in alcuni campi fondamentali. Per questo gli Usa devono perseguire, insieme ai loro alleati, una strategia complessiva a lungo termine che sfrutti le sue vulnerabilità. Vengono quindi analizzati vari modi per costringere la Russia a sbilanciarsi, indicando per ciascuno le probabilità di successo, i benefici, i costi e rischi per gli Usa. Gli analisti della Rand ritengono che la maggiore vulnerabilità della Russia sia quella economica, dovuta alla sua forte dipendenza dall’export di petrolio e gas, i cui introiti possono essere ridotti appesantendo le sanzioni e accrescendo l’export energetico Usa. Si deve far sì che l’Europa diminuisca l’importazione di gas naturale russo, sostituendolo con gas naturale liquefatto trasportato via mare da altri paesi. Un altro modo per danneggiare nel tempo l’economia della Russia è quello di incoraggiare l’emigrazione di personale qualificato, in particolare giovani russi con un alto grado di istruzione. In campo ideologico e informativo, occorre incoraggiare le proteste interne e allo stesso tempo minare l’immagine della Russia all’esterno, espellendola da forum internazionali e boicottando gli eventi sportivi internazionali che essa organizza.

In campo geopolitico, armare l’Ucraina permette agli Usa di sfruttare il punto di maggiore vulnerabilità esterna della Russia, ma ciò deve essere calibrato per tenere la Russia sotto pressione senza arrivare a un grande conflitto in cui essa avrebbe la meglio.

In campo militare gli Usa possono avere alti benefici, con bassi costi e rischi, dall’accrescimento delle forze terrestri dei paesi europei della Nato in funzione anti-Russia. Gli Usa possono avere alte probabilità di successo e alti benefici, con rischi moderati, soprattutto investendo maggiormente in bombardieri strategici e missili da attacco a lungo raggio diretti contro la Russia. Uscire dal Trattato Inf e schierare in Europa nuovi missili nucleari a raggio intermedio puntati sulla Russia assicura loro alte probabilità di successo, ma comporta anche alti rischi.

Calibrando ogni opzione per ottenere l’effetto desiderato – concludono gli analisti della Rand – la Russia finirà col pagare il prezzo più alto nel confronto con gli Usa, ma anche questi dovranno investire grosse risorse sottraendole ad altri scopi. Preannunciano così un ulteriore forte aumento della spesa militare Usa/Nato a scapito delle spese sociali.

Questo è il futuro che ci prospetta la Rand Corporation, il più influente think tank dello Stato profondo, ossia del centro sotterraneo del potere reale detenuto dalle oligarchie economiche, finanziarie e militari, quello che determina le scelte strategiche non solo degli Usa ma dell’intero Occidente. Le «opzioni» previste dal piano sono in realtà solo varianti della stessa strategia di guerra, il cui prezzo in termini di sacrifici e rischi viene pagato da tutti noi.

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Il lettore esperto di cose militari o di geopolitica queste cose le sapeva già dai tempi, anzi da prima, se ha la facoltà di frequentare le stanze in cui si pensa; ciò non significa che l’esperto suddetto le sappia anche prevedere, come un recente penoso caso mi ha dimostrato. Ammicco sì, ammicco.

Adesso però vi propongo il pensiero di un altro esperto di cose russe e lo faccio con le immagini perché rendono meglio.

Questi sono Fulvio Scaglione e Lucio Caracciolo su “Limes”. Infine:

Qual è la morale della favola?

A sentire il Prof. Alessandro Orsini della LUISS, nel 2018 in una audizione al Senato italiano aveva messo tutti a conoscenza del rischio di invasione dell’Ucraina se la NATO avesse continuato con le sue esercitazioni nei paesi al confine con la Russia, direi che aveva anticipato tutti. Orsini, che rivendica la propria formazione negli USA (NATO e USA è lo stesso per lui a me sembra di capire e condivido), in realtà appare un europeista convinto, nostalgico dell’era in cui la CECA nasceva per porre le basi di una nazione europea che in tal modo mettesse fine alle guerre che per secoli e secoli avevano insanguinato l’Europa e il mondo.

Orsini deve però sapere che anche Putin sapeva ciò che lui sa, eppure non mi sembra abbia fatto qualcosa per evitarlo, perché? Orsini è stato censurato dalla sua università (un vecchio progetto della CIA mi dicono) ma non è presente nel saggio di Di Pasquale e Germani, tra le altre cose.

Il punto è questo, a mio parere da dilettante di geopolitica, la guerra in Ucraina scoppia soprattutto perché l’Europa non esiste e l’Europa non esiste per tante ragioni, delle quali non mi azzardo a fare qui un elenco per evitare polemiche inutili.

Rimane il fatto che ancora una volta a confliggere sono democrazie contro dittature e siccome la Cina non è una democrazia i produttori di armi e sistemi d’arma (che bella parola) possono dormire tranquilli.

Alberto Massari