Il cekista Lavrov e la responsabilità storica dei falsari dell’Okhrana

Il mio amico Alberto Massari conferma di essere una persona civile. Troppo civile. Intendo dire che nel post “La cambiale che Mediaset ha pagato“, per definire ciò che sta accadendo intorno alla questione dell’aggressione moscovita, sceglie un linguaggio eccessivamente costumato. Questo Lavrov (sarebbe il ministro della Difesa russo e capo politico formale dei soldati che ammazzano, da mesi, donne, vecchi e bambini in Ucraina) è un pezzo di merda nazicomunista e, come tale, andrebbe rappresentato all’opinione pubblica.
Altro che predisporre interviste zerbino per fargli confezionare disinformazioni come quella che Zelens’kyj ha sangue nelle vene di discendenza ebraica così come Hitler. A questi schifosi dobbiamo prosa del genere e ai dipendenti di Silvio Berlusconi la divulgazione amplificata di tale schifo.
La verità è che Lavrov è un nazicomunista come tutti i cekisti e come quelli che ai cekisti si ispirano. Altrettanto dobbiamo considerare (cioè dei nazicomunisti) gli italiani che gli vanno appresso? Schifosi criminali come Vladimir Putin e come chiunque, in evidente malafede, dovesse giocare all’equidistanza in questa tragica vicenda. 

I pendagli da forca, massacratori di popoli indifesi, persecutori di ogni persona non pronta a servire tacendo, come Lavrov, sono quel modello di russi a suo tempo membri della Ceka leninista e poi del KGB, oggi definita con altra sigla ma sempre composta dalla stessa teppaglia sanguinaria. Durante le purghe staliniane questi signori fecero massacrare o sparire milioni di innocenti. Dopo la morte di Stalin cercarono di sottrarsi alla realtà storica insanguinata e alle responsabilità personali che ogni loro direttore di servizio aveva accumulato, provando a cambiare pelle. Inutilmente. Erano mostri assassini cekisti e cekisti assassini sono rimasti.

Tenete conto che un pazzo perverso come Vladimir Putin, quando era in organico al KGB, riceveva lo stipendio il 20 del mese (queste sarebbero le domandine facili facili da fargli se fosse vero o meno questo dettaglio biografico) perché la Ceka era stata fondata il 20 dicembre 1917. Il giorno dello stipendio era il giorno dei “cekisti”. Questo per non trascurare nulla di quella che è stata la storia e la formazione del boss del Cremlino che il mafioso di Arcore dice di scoprire oggi, diverso da come lo conosceva.
Cioè un bravo ragazzo ammazza giornalisti scomodi.

Lo scudo e la spada (che hanno da sempre rappresentato iconograficamente l’emblema del KGB) sono rispettivamente lo scudo per difendere la rivoluzione bolscevica e la spada per colpire i suoi nemici.
Fuori della Lubjanka, il famigerato quartier generale del KGB a Mosca, si ergeva un’enorme statua di tale Feliks Dzerziinskij, il capo della Ceka, di origini polacche, venerato per decenni in numerose agiografie ufficiali come l’altruista, incorruttibile “cavaliere della rivoluzione” che uccise il drago della controrivoluzione, minaccia del giovane Stato sovietico appena nato. Mentre familiarizzate con questi personaggi storici non dimenticate che i cekisti si sono ispirati all’Okhrana zarista e al loro modello culturale e operativo.

Protocolli di Sion

Ai falsari dell’Okhrana dobbiamo i falsissimi protocolli di Sion dai quali ha origine tutto il male che, cominciato nei primi anni del XX secolo, si trasforma nell’Olocausto. Mostruosa strage che viene “giustificata/negata” nel dopoguerra perfino dai violenti di Hamas che, come ho lasciato scritto più volte, hanno messo nel proprio statuto (art.32) l’odio anti ebraico facendolo risalire a quanto era contenuto nei Protocolli di Sion.
E’ stupefacente constatare come una pubblicazione “russa”, frutto della più pura disinformazione messa in opera da un servizio segreto “russo”, abbia continuato ad avere conseguenze per oltre un secolo, anche dopo che ne è stata dimostrata la falsità. La prova di questa nefanda conseguenza sono le parole delinquenziali di questo massacratore di innocenti che a voi viene presentato come un signore per bene nella sua veste di ministro della Difesa russo.

Capisco che si debba provare a costruire la pace. Ma non non non con gente come Putin e il suo compare Lavrov.

Oreste Grani/Lo Rugens