Qui succede un…’23!

Sapete che per anni si è detto “qui succede un ’48” volendo dire che stavano scoppiando rivolte/rivoluzioni.
Come era successo in mezzo mondo (in tutto quello che all’epoca contava) nel 1848. Rivolte a cui seguirono dei profondi cambiamenti.
Mi sembra che durante questo 2023 possano insorgere situazioni capaci di innescare grandi mutazioni. Comunque si innescano fasi di drammatica transizione. A cosa, è difficile prevederlo.

Una di queste transizioni è già drammaticamente in essere ed è la guerra in Ucraina che, comunque, continua ad essere sottovalutata a cominciare dalla storica responsabilità dell’invasione russa. Si potrebbe infatti fare di più per i fratelli ucraini ma nel fare questo “di più” (i carri armati sono solo un esempio) scordatevi che non si corrano grandissimi rischi. Si chiama Alternativa del Diavolo e i politici di mezzo mondo sono davanti a questo dilemma lacerante.

C’è il Perù che in troppi considerano situazione minore. C’è il Brasile che non si normalizza, anzi Lula ha silurato un generale che aveva nominato solo due settimane addietro. C’è Israele dove ogni sabato, ci sono oltre centomila persone in piazza che non hanno intenzione di ingoiare il ritorno di Netanyau (che potrebbe infatti trovarsi tra poco in ulteriori grossi guai giudiziari e di “ordine pubblico”).

Quanto abbiamo visto a Londra e Parigi (anche in altre città “minori” in entrambi gli stati) suggerisce la massima attenzione. Della Tunisia ho scritto giorni addietro. E per rimanere in Nord Africa, direi che l’Egitto sta per avere fame e se in Egitto serpeggia la carestia nessuno sta sicuro. Tantomeno Al-Sisi che Tajani considera attendibile e rassicurante per i Caso Regeni. Oggi, 25 gennaio, proviamo a non dimenticare il compatriota massacrato scientemente dai servizi del dittatore Al-Sisi.  La Siria non è certo in pace. Tra Serbia e altri pezzi dei Balcani ogni giorno può essere quello buono (o cattivo?) per l’inizio delle ostilità.

Come forse avete visto/letto essere cristiani nella polveriera Nigeria è quasi impossibile. In Afghanistan i talebani che erano temporaneamente diventati buoni (ambasciatore  a quando le sue scuse per le idiozie a suo tempo dichiarate?) perseguitano le donne solo perché esistono. Come stia messo l’Iran andrebbe chiesto ad Adolfo Urso e Dorina Bianchi. La Cina un giorno sembra andare in un modo e il giorno dopo, coniglio o non coniglio, il pessimismo si diffonde. A Mosca addirittura Putin ha dato ordine di installare sui tetti “cannoni contro aerei” e batterie di missili terra-aria. Per esercitarsi. Negli USA Trump è al capolinea e Biden potrebbe essere obsoleto. Mentre non c’è giorno senza una carneficina provocata dall’armato di turno.

E ovunque il cambio climatico stravolge la vita delle popolazioni.

Oreste Grani/Leo Rugens