Se fosse vivo il grande giocatore di cavalli, Giulio Andreotti, non scommetterebbe un euro sull’accoppiata Renzi/Berlusconi

 

febbre da cavallo

Ieri per trattare le farneticazioni (?) di Massimiliano Miletti, dichiaravo che, tra le smentite di Giulio Andreotti, del suo ambiente di riferimento e chi lo accusava di essere un colluso con la Mafia, ho sempre scelto i secondi, arrivando ad attribuire un alto grado di affidabilità alla fonte “Totò Riina”. Non mi sbagliavo a scegliere fra el sor Giulio er battutaro, “romano de Roma” e il criminale siciliano, Totò il mafioso. Ora arrivano anche le conferme ai loro incontri e accordi. Senza bacio, ma incontri. Non solo non mi sbagliavo ma quanto emerge dalla sbobbinatura (1135 pagine A4) delle intercettazioni ambientali (sante, santissime come non mai!) fatte per cogliere il racconto del feroce detenuto, continua a confermare altre circostanze attinenti al grande imprenditore Berlusconi Silvio e al suo percorso nella giungla dell’illecito. Tutte cose che quel bugiardone di Marco Travaglio ed altri prima di lui, da anni sostengono. Forse, più semplicemente, è Travaglio il mistificatore e il vero ispiratore di Totò Riina. Lui, e Giuseppe Grillo da Genova. Oppure le cose che il boss racconta sono vere, verissime, anzi, secondo la classificazione di Leo Rugens, autentiche, sia per Andreotti che per Berlusconi. Soldi a strafottere (tutti regolarmente fatturati, ovviamente), sfilati dalle casse della Standa, usati per divenire, protetto dalla Mafia, ciò che oggi è, o meglio, è sembrato essere, negli anni d’oro.

Febbre_da_cavallo_-_La_mandrakata

Come abbiamo sempre detto, Berlusconi Silvio è un giocatore di dadi truccati, altro che un grande imprenditore. Con questo tipo di pendaglio da forca (in atri tempi si finiva appesi per questi tipi di reati infamanti), il leccatore di gelati, Attanasio Cavallo Vanesio Matteo Renzi, ci gioca a briscola/tre sette, alla faccia degli italiani che non sono mafiosi e che non lo vogliono essere. In molti, in questi mesi, hanno scommesso sul brocco “Attanasio” e su i suoi protettori altolocati. Il cavallo allevato in Toscana, è platealmente in affanno, confermando che allenatore e fantino non sono più in età per gare così impegnative. Renzi, pure dopato, sarà sempre un brocco perdente. A maggior ragione “in accoppiata” con Berlusconi. Se fosse ancora vivo il grande vizioso scommettitore Giulio Andreotti, su questa di accoppiata, non ci punterebbe un euro.

Oreste Grani/Leo Rugens