51°/La Calunnia – Per chi suona la campana? Per i molossi e le zecche di Alberto De Stefano

Avviso per i molossi di Alberto De Stefano e per le zecche di recente arruolamento (quali parassiti) nella muta dei cani affamati.

 

Martedì, 27 novembre 2012, alle ore 15:26 ho firmato, innanzi all’Autorità preposta, un verbale composto di 25 pagine; le prime di tutte quelle che saranno necessarie.

Ho ricostruito la vicenda di Ipazia Preveggenza Tecnologica e i rapporti intercorrenti tra me e i vari soggetti. Tra gli altri, prioritariamente, Alberto De Stefano. Come certamente saprete, mi è fatto assoluto divieto di rivelare ad altre persone il contenuto specifico delle mie dichiarazioni ma non il fatto che le abbia rese all’Autorità avente potere di indagine. Rendo pubblica la notizia di questo atto compiuto nella speranza di ostacolare (se non vanificare), nell’unico modo che mi è consentito, i tentativi di cui ho sentore e che, associati in più persone e in modo coordinato, state attuando per alterare documenti contabili che le vostre cariche sociali vi facevano l’obbligo di redigere diligentemente a suo tempo, voi che per titoli di studio ed esperienze pregresse vi eravate candidati a farlo.

Così facendo state impedendo di fatto l’onesta ricostruzione che è dovuta alla magistratura degli avvenimenti e dell’accertamento delle responsabilità dei singoli. Per prime le mie colpe di cui, come era ovvio e scontato, piccoli sorci arroganti e smemorati, mi sono assunto tutto il peso. È tempo che le persone che, con superficialità o per bisogno, o perché da voi artatamente disinformate vi stanno favorendo, si dissocino dai vostri comportamenti fraudolenti consentendo così l’attribuzione a ciascuno delle sue responsabilità.

Ormai, non avendo avuto il coraggio o la viltà di togliermi di mezzo fisicamente ma, avendo ritenuto che bastasse sequestrare le mie amate carte, i miei ricordi professionali di vent’anni, i miei libri, chiudere l’ufficio dove lavoravo, offendere la mia dignità e la mia onesta povertà impedendomi l’accesso ai luoghi dove io vi avevo accolto e, malato come mi sapevate, farmi scoppiare il cuore.

Ora che il cuore ha retto, per voi, tutto è perduto. Come negli anni vi ho sempre detto è difficile servire lo Stato e agire negli interessi degli Italiani rispettando i dettami costituzionali e al tempo stesso essere amici della Verità. Ma ancora più difficile, come vi avevo avvertito, sarà essere nemici di Ipazia Alessandrina e del suo devoto custode.

Oreste Grani