Il Pd, nonostante il “giovane” Matteo Renzi, è frequentato da vecchi maestri dell’arte del “doppio livello”. Luigi Zanda, un esempio tra tutti
Il 18 aprile 2014 abbiamo pubblicato un post dal titolo “Cara Lilli Gruber, ha ragione Grillo: la P2 non è morta e, per chi vuole vederli, sono evidenti gli intrecci del “comitato d’affari”, ancora vivo e vegeto” che sta riscuotendo un certo interesse di “pubblico”.
Non solo Giuseppe Grillo da Genova ha ragione sulla presenza mefitica delle metastasi della P2, ma mi chiedo in quale realtà complessa viviamo se, in veste di dirigente politico di primo livello, nel PD renziano (il nuovo che avanza!), troviamo (ancora dopo decenni) il Sen. Luigi Zanda, certamente “ex-ufficiale di collegamento” tra Francesco Cossiga e Licio Gelli.
Quando Francesco Cossiga era Ministro dell’Interno e, inutilmente, chiedeva “in giro” chi ci fosse dietro agli attacchi che subiva dalla stampa ed in particolare dal “Corriere della Sera”, fu consigliato dal “Direttore amministrativo” del Gruppo Rizzoli, Bruno Tassan Din, di rivolgersi a Licio Gelli, rintracciabile nei salottini dell’Hotel Excelsior a via Veneto. La persona che in quegli anni faceva la spola, tra due “poteri” (la Repubblica Italiana rappresentata da Cossiga e “non si sa chi” incarnata dall’ing. Luciani/Gelli), era Luigi Zanda, “democristiano di ferro”. L’ esponente politico è ancora alla ribalta, forse proprio per quei “servizi” svolti. Possiamo mai credere alla messa in scena di “Attanasio Cavallo Vanesio Matteo Renzi”, bravo ragazzo, tutto infervorato di buoni propositi? Luigi Zanda, a meno che fosse un cretino usato da Cossiga a mo’ di fattorino, sapeva benissimo che “il vero governatore, l’uomo che aveva a sua disposizione sessanta ufficiali dei carabinieri, quaranta ufficiali della marina e tutti i vertici dei servizi segreti era il direttore della Permaflex d’Arezzo (F.Cossiga, La versione di K. Sessant’anni di controstoria, Rizzoli, Milano 2009 pag.147)”. Siamo ancora in mano ad un personale politico che o è veramente “cretino” o, viceversa, in piena consapevolezza, ci sgoverna da secoli “garantito”, dalla propria appartenenza a un “doppio livello”.Basta con i doppi giuramenti. La Repubblica è una e come tale va rispettata e servita. È sempre più necessario che il 25 Maggio vinca il M5S. I cittadini organizzati da Grillo e Casaleggio, saranno pure (ritengo ancora per poco) inesperti ma, almeno, non hanno mai fatto i “fattorini” di nessuno, tradendo sostanzialmente il Paese e tutti noi. Se qualcuno, tra i deputati e i senatori “grillini”, ha fatto, in gioventù, il “porta pacchi”, lo ha fatto per guadagnarsi onestamente e in modo precario il pane.
Rimango in attesa di smentite da parte di Luigi Zanda e di chi si fida ancora di lui.
Leo Rugens
ciao ti posso chiedere la tua fonte per questa frase?
“La persona che in quegli anni faceva la spola, tra due “poteri” (la Repubblica Italiana rappresentata da Cossiga e “non si sa chi” incarnata dall’ing. Luciani/Gelli), era Luigi Zanda, “democristiano di ferro”.”
in cambio ti segnalo una frase interessante su zanda trovata nei documenti della commissione d’inchiesta sulla P2: trovi il printscreen qui https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10152379507502440
ed ecco quello che ho “scoperto” partendo da questo passaggio:
Leggo che sono per la prima volta consultabili on line tutti gli atti della commissione P2 presieduta da Tina Anselmi. Si tratta di centoventi (!) volumi pubblicati sul sito http://www.fontitaliarepubblicana.it/
Senza grande fantasia nel motore di ricerca inserisco come parola chiave “Berlusconi” …
Apro quindi il pdf corrispondente e comincio a sfogliare qualche pagina. A un certo punto capito su un nome che mi parla :
(vedi foto)
Zanda, questo nome mi diceva qualcosa: ovvio, è l’attuale capogruppo PD al senato, eletto all’unanimità! Correva l’anno 1982.
Il faccendiere Pazienza cita Zanda come qualcuno che aveva rapporti “molto amicali” con un certo Michael Ledeen.
Incuriosito faccio una piccola ricerca google su questa persona per vedere se trovo qualche risultato. E altro che “qualche” risultato! Il signor Ledeen è lungi dall’essere sparito dalla circolazione e dal panorama italiano!
Il primo risultato che coglie la mia attenzione è un’interrogazione parlamentare del 2005 dove si puo’ leggere tra l’altro: “il COPACO ha svolto delle audizioni con il capo del SISMI, generale Pollari, e con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, on. Letta, sul Nigergate e sul ruolo svolto dai servizi italiani in questa operazione;
dalle ricostruzioni della stampa è emerso che Michael Ledeen, responsabile dell’American Enterprise Institute e uomo di punta dell’apparato neo-cons, ha svolto un ruolo importante nell’organizzazione e nella strumentalizzazione del dossier Niger;”
andiamo bene… la mia curiosità aumenta: chissà se ci sono risultati più recenti relativi a Mr Ledeen? Guardo su google news e trovo un articolo del fatto quotidiano di 4 giorni fa:
“Ledeen è stato grande amico di Gelli e le sue impronte digitali compaiono in tutti i misteri della Repubblica italiana, dalla P2 ai servizi deviati, dall’uccisione di Moro alla strage di Bologna. Ad avvicinare Renzi e Ledeen è stato Marco Carrai, che è il custode finanziario delle trattative più riservate del premier.”
E ancora meglio, sul giornale del 22 aprile: http://www.ilgiornale.it/news/interni/strana-amicizia-premier-lamericano-indesiderato-1012850.html
“La strana amicizia del premier con l’americano indesiderato
Nella cerchia di Renzi c’è Michael Ledeen, già collaboratore di Reagan e Bush, vicino alla Cia e tirato in ballo in molti misteri, dal caso Moro all’attentato a Giovanni Paolo II
Nel «cerchio magico» di Matteo Renzi c’è un nome sorprendente e inquietante, certamente non «nuovo». È quello dell’americano Michael Ledeen, da più parti indicato tra i consulenti di politica estera del giovane premier italiano.
Il 72enne Ledeen, oggi esponente dell’influente think tank neocon «American Enterprise Institute», già collaboratore delle amministrazioni Reagan e Bush, ha da sempre un rapporto stretto con l’Italia. Qui ha esordito come intellettuale nel lontano 1975 – mentre Renzi nasceva – come autore delle domande della celebre «Intervista sul fascismo» di Renzo De Felice. Qui, soprattutto, il suo nome è finito, di riffa o di raffa, in mezzo a gran parte dei misteri e dei gialli del Bel Paese. Dal sequestro Moro al rapimento Dozier, dalla strage di Bologna a Sigonella, dall’attentato al Papa al Nigergate. Lui talvolta si è chiamato fuori, negando ruoli riferiti da altri, spesso a colpi di querele. Soprattutto, è sempre rimasto in piedi. Tanto in piedi che ora il suo nome viene accostato al nuovo premier italiano. Il tramite sarebbe il consulente economico di Renzi, Marco Carrai, ma i rapporti sono diretti già da un po’. Nel 2007, il neocon dedicò un articolo allo chardonnay siculo, raccontando di averlo scoperto un paio d’anni prima a pranzo «col mio amico Matteo Renzi».”
Ed eccolo questo articolo del 2007 che ho ripescato per voi :
http://www.nationalreview.com/articles/222402/toast-columbus/michael-ledeen
ed ecco il passaggio sul “friend Renzi”:
“A couple of years ago I had a great lunch in Florence with my friend Matteo Renzi, a brilliant 32-year-old politician who had been elected and reelected as president of the Province of Florence.”
Qualcuno disse che a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca..
Parlatene con i vostri amici piddini.
Ciao!
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La fonte è la più attendibile di tutte perché é il Prof.Francesco Cossiga stesso. Si fidava di Zanda in quel momento difficile : come ho detto, Cossiga,era attaccato dal Corriere della Sera piduista. Grazie per l’attenzione.Per maggior chiarezza: non annovero tra i miei amici dei, come li chiami tu, “piddini”.
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