Ora non sarebbe giusto abbandonare le donne e gli uomini (oltre mille!) della Coop 29 giugno! Sicuramente incolpevoli e ignari!
Il 4 luglio 2014, sotto il titolo “MOKBEL–LAVITOLA–GUARGUAGLINI–STORNELLI: STORIE DA APPROFONDIRE PRIMA DI CHIEDERE ALLA RETE “QUANTO SI GUADAGNA NEI SERVIZI SEGRETI?” & “COME SI ENTRA NEI SERVIZI SEGRETI?”” scrivevo uno dei post (sono 1835) che maggiormente, rileggendolo, mi amareggia, spingendomi alla riflessione che più mi allontana dall’impegno civile: possibile che debba vivere comandato da questa gente, in un Paese affollato dai troppi Carminati, Mancini, Mokbel, Lavitola, Alemanno, Grassi, Guarguaglini, Stornelli, Odevaine o Buzzi che dir si voglia e da una schiera interminabile di altri voraci e corrotti politicanti assimilabili, quando va bene, alle tre scimmiette “sorde, mute, cieche”?
Perché, quando va bene, dobbiamo essere guidati da delle scimmie? “Il pianeta delle Scimmie” è stato un grande romanzo di fantascienza prima e una sagra cinematografica poi ma perché deve anche essere un luogo reale che si chiama Italia? Perché solo nella finzione filmica, ad un certo punto, alla prepotenza e ad un ingiusto destino, ci si ribella?
Veniamo a Leo Rugens e a quanto prioritariamente gli sta a cuore.
Escludo che anche questa volta, come in ogni scandalo che si rispetti, non spuntino donne e uomini che, per finalità di ingaggio istituzionale, si interessavano di sicurezza. Non parlo ovviamente della polizia giudiziaria, dei poliziotti, dei carabinieri dei finanzieri che, alla fine, arrivano. Ma è come parlare dei “pompieri” e delle “case” che bruciano. A volte anche i valorosi e sempre commoventi pompieri, arrivano tardi e la casa è andata in fumo.
Rimaniamo in attesa di essere smentiti e di scoprire che, almeno questa volta, non risultano coinvolte mele marce, pecore nere, servizi “al servizio” del criminale di turno. Per continuare ad assolvere il compito ingrato di dover rispondere agli oltre diecimila richieste che ci hanno raggiunto via telematica su “quanto si guadagna nei servizi segreti?” chiosiamo: il giusto, se si serve la Repubblica italiana. Molto, molto di più se si guardano le spalle ai Carminati, ai Lavitola, ai Mancini, agli Stornelli, agli Alemanno.
Gianni Alemanno, in particolare, ex sindaco, pentito, va ascoltato con santa pazienza perché, ritiene, di non aver saputo selezionare la sua squadra di malfattori. Cosa intende: tanto maldestri da farsi beccare? Ma veramente credete che sia stata casuale la scelta grafica della copertina del libro voluto dal ex più stretto collaboratore/mentore di Gianni Alemanno, Umberto Croppi?
“Romanzo Comunale” dato alle stampe nell’ottobre del 2012, non è assonante a “Romanzo Criminale“?
Di cosa ci si meraviglia? Bastava leggere, per tempo, per sapere chi ci fosse intorno a Gianni Alemanno.
In particolare la coppia svelata criminale era Carminati-Mancini dove Mancini era solo l’amministratore delegato dell’ENTE EUR: miliardi di fatturato già in essere e soprattutto quelli sognati con il “camerata” Maurizio Flammini come ci siamo permessi di indicare nei post “L’estorsore Mancini resta in galera per averci provato con Finmeccanica interessata al Gran Premio del’Eur“e “Gianni Alemanno, Flammini Group e il Gran Premio dell’Eur che non fu, raccontato da chi c’era: Umberto Croppi” sin dal 8/3 e 23/4/2013 date di pubblicazione.
La Formula Uno doveva divenire la pappata definitiva del gruppo dei vecchi camerati con tanti soldi, per loro, da mandarli tutti nella tomba ricoperti d’oro. Solo lo studio propedeutico all’ipotesi di metter su, ogni anno, il grande circo automobilistico all’EUR, svolto dal Flammini Group, costò ai fratelli intraprendenti, 14 milioni di euro. Figurarsi i ricavi previsti. Mancini annunciava queste faraoniche “mosse” e nell’ombra i Carminati si organizzavano.
Fin qui tutto facile.
Altre volte è necessario “intelleggere” per estrarre dalla realtà ciò che c’è ma non si vede. Questa volta, non ho imbarazzo a dirlo (forse mi sto invecchiando!) una istituzione benemerita come ritenevo che fosse la “Coop 29 Giugno”, non la pensavo al servizio di un Massimo Carminati. Non dico Buzzi che non ho mai conosciuto ma tutta la storia dell’esperienza nata nel Carcere di Rebibbia, negli anni fatidici del post terrorismo e della “dissociazione”, mi era ben nota e ne conoscevo il valore “politico” dell’attività svolta. In termini di “sicurezza”, prioritariamente. Non ero certamente solo, negli anni, nel pensarla così. Se non ci fosse stata la “dissociazione” oltre che il “pentitismo”, oggi staremmo ancora a dare la caccia a sanguinari “brigatisti”. Per questo richiamo, in ore confuse e di grandi ammischiamenti, l’attenzione delle donne e degli uomini (magistrati, ufficiali di polizia, giornalisti, assistenti sociali, personaggi dello spettacolo e della cultura) che, spero, ricordino quegli anni e la funzione svolta, per abbassare i toni di aggressività nel paese insanguinato, dall’area dei “terroristi/dissociati” del Carcere di Rebibbia. Si tratta dello stesso ambiente e dello stesso periodo in cui nasce la 29 Giugno.
Oreste Grani/Leo Rugens che continua, nonostante tutto e alla amarezza che oggi lo incalza, a chiedere di non abbandonare le donne e gli uomini (oltre mille!) della 29 Giugno. Loro, certamente, incolpevoli!
GIANNI ALEMANNO, FLAMMINI GROUP E IL GRAN PREMIO DELL’EUR CHE NON FU, RACCONTATO DA CHI C’ERA: UMBERTO CROPPI
Niente primarie nel Pdl Alemanno è il candidato
Ad annunciarlo il coordinatore regionale Vincenzo Piso: “Non ha senso ormai fare le selezioni per la scelta di chi dei nostri correrà per il Campidoglio” 7.3.13 (leggi articolo completo)
A chi, perplesso, si chiede come possa venire in mente di ricandidare un genio come Gianni Alemanno, rispondo che contro un candidato intelligente e autorevole come Alfio Marchini, perfino un morto come il sindaco di Roma potrebbe farcela. Non è così. Nessuno dei due può farcela. Infatti siamo ancora in attesa di conoscere il candidato del PD, che stranamente tarda a essere scelto. Forse che qualcuno prevede che a quella data non esisterà un PD? Oppure che potrebbero esserci delle difficoltà a candidare qualcuno di autorevole contro il Marchini co fondatore di Italiani-Europei? Pensate comunque che Roma sopporterebbe un sindaco PD? Non credo nemmeno questo possibile. Per me, il prossimo sindaco dovrà essere e sarà a 5 Stelle.
Nell’attesa, godetevi questa cronaca di un altro, peraltro gradevole e onesto, condidato al Campidoglio, l’ex assessore alla cultura del Comune di Roma, l’arguto e colto
Umberto Croppi, Romanzo comunale, Newton Compton 2012
Quel mercoledì è però anche teatro di un altro evento. Mentre Alemanno consulta, ragiona, riceve per formare la nuova giunta, c’è un gruppo che lavora tutto il giorno per preparare la conferenza stampa che dovrà annunciare, il giorno successivo, il definitivo avvio della Formula Uno all’EUR, il sindaco si affaccia ogni tanto, oramai è tutto deciso e pronto. Tutto tranne un dettaglio. Mancano pochi minuti alle 17.00 quando Maurizio Flammini (che nell’operazione ha investito già una decina di milioni di euro in base alle assicurazioni del Campidoglio) alza il telefono, di fronte ad Alemanno, per un’ultima verifica. Parla brevemente con Bernie Ecclestone, poche frasi in inglese, sbianca. Chiude il telefono e informa: «Ha detto che non si può fare». Fine di un sogno o scoperta di un bluff.
“Vengo informato dell’accaduto e del fatto che Alemanno vuole dare l’annuncio il giorno dopo. Lo chiamo per sconsigliarlo, gli dico: aspetta di aver rinominato la giunta. Però il Campidoglio è il solito colabrodo, qualcuno si rivende la notizia che comincia a circolare per le agenzie. Gianni è costretto a intervenire e prendere tempo:
«Nessuna bocciatura per Roma ma è evidente che ora bisogna fare una riflessione sul GP nella capitale», dichiara «la prossima settimana comunicheremo la nostra decisione, ma abbiamo sempre detto che se fosse stata posta un’alternativa tra Roma e Monza avremmo fatto un passo indietro. Dopo la presentazione della nuova giunta», spiega Alemanno «terremo una conferenza stampa in cui formalizzeremo le nostre decisioni in proposito»”.
Buon viso a cattivo gioco: cerca di farlo passare come un favore alla Lega, dei cui voti ha bisogno per il cosiddetto federalismo fiscale a beneficio della capitale, per il quale aveva già messo in scena la penosa abbuffata con Bossi in piazza Montecitorio.
L’ESTORSORE MANCINI RESTA IN GALERA PER AVERCI PROVATO CON FINMECCANICA INTERESSATA AL GRAN PREMIO DEL’EUR
L’8 marzo 2013 richiamavo l’attenzione sulla vicenda Flammini Group – Formula 1 – Ente EUR – Mancini – Alemanno.
Mi interessavo alla questione perché, venuto a sapere dell’investimento di 14 milioni di euro per il progetto del Gran Premio dell’Eur da parte di Maurizio Flammini e del suo gruppo, ho pensato che gatta ci covava. Mi pareva impossibile che gente dell’esperienza dei fratelli Flammini, che con i loro cantieri in Irak e una storia che intreccia anche il Gruppo Ferruzzi fin dal 1987, fosse andata incontro a un disastro tale. Umberto Croppi racconta la vicenda molto bene (leggi Gianni Alemanno Flammini Group e il Gran Premio dell’EUR…) e, oggi 23 aprile, un articolo di Repubblica ci mette una pietra sopra.
In sintesi, Flammini, convinto da Mancini dell’Ente Eur investe per il progetto F1 e Bernie Ecclestone gli sbatte la porta in faccia. Fine. Oggi però spuntano Finmeccanica e Lorenza Cola, Mancini e Breda Menarinibus. Manca solo il nostro Eroe intelligente, il “cecoslovacco” Edoardo D’Incà Levis.
Oreste Grani
I cantieri all’Eur e le mazzette a Mancini “Le mani di Finmeccanica anche sulla F1″
Il retroscena emerge dalle motivazioni con cui il tribunale del riesame, lo scorso 6 aprile, ha respinto la richiesta di scarcerazione del manager fedelissimo di Alemanno: attitudine a delinquere
di DOMENICO LUSI e MARIA ELENA VINCENZI
Non solo l’appalto di Roma Metropolitane per i 45 filobus del “corridoio Laurentina” e quello da 2 miliardi per la Metro C. Finmeccanica puntava anche all’organizzazione del Gran Premio di Formula 1 di Roma, progetto (poi sfumato) con cui il sindaco Gianni Alemanno intendeva rilanciare l’immagine della Capitale.
Il retroscena emerge dalle motivazioni con cui il tribunale del riesame, lo scorso 6 aprile, ha respinto la richiesta di scarcerazione dell’ex ad di Eur spa Riccardo Mancini. A raccontarlo è Giuseppe Mongiello, dirigente di Ernst & Young, che lo scorso 30 gennaio ha riferito al pm Paolo Ielo di aver preso parte a settembre del 2009 a un incontro tra Lorenzo Cola, ex consulente esterno di Finmeccanica, e Mancini. Secondo Mongiello non si parlò dei filobus, né dei soldi che l’allora ad di Eur spa aveva preso per garantire a piazza Montegrappa (tramite la Breda Menarinibus) l’ingresso nell’appalto. Per il manager, “Cola, che agiva per conto di Finmeccanica”, era interessato solo al Gran Premio.
A parlare ai magistrati della tangente da 500mila promessa a Mancini per i filobus era stato proprio Cola. È in base alle sue dichiarazioni che il tribunale ha riqualificato il reato contestato a Mancini in quello di tentata estorsione ed estorsione, in luogo della concussione e della corruzione iniziali.
“Evidente – scrive il collegio – è la pressione esercitata, in maniera alquanto esplicita, sul gruppo Finmeccanica da Mancini, il quale riferì a Cola di aver chiuso l’accordo, ma di aver incassato solo 50mila euro, specificando che per la stipula del contratto con la concessionaria (dell’appalto per i filobus, ndr) occorreva il saldo” della tangente da 500mila euro. In caso contrario Breda Menarinibus sarebbe stata esclusa. Per il Riesame il fatto che l’ex ad di Eur spa “fosse espressione dell’amministrazione comunale” e “operasse anche fisicamente in Campidoglio (“in anticamera – ha riferito l’imprenditore Alessandro Filabozzi – discuteva con gli imprenditori dei progetti dell’amministrazione comunale”)” non significa che Mancini agisse come pubblico ufficiale. Per i giudici le prove fin qui raccolte “non sono così specifici da indurre ad affermare che Mancini abbia ricevuto una “pubblica investitura” dal Sindaco Alemanno ad occuparsi del settore dei trasporti”. Da qui la riqualificazione del reato. Quanto alle esigenze cautelari, per il Riesame Mancini potrebbe commettere nuovi reati. “Non esita – scrivono i giudici – ad alterare l’equilibrio contrattuale tra le parti in causa, facendo ricorso a minacce che, come visto, non sono neppure velate o allusive, ma si appalesano chiare e decise”. Mancini, proseguono, “denota spregiudicatezza ed estrema disinvoltura, “qualità” che presuppongono necessariamente una robusta esperienza nel settore delinquenziale specifico e denotano dunque spiccata proclività a delinquere”. Tanto da fargli assumere una “posizione dominante” anche nei confronti di un’azienda come Finmeccanica.
MOKBEL–LAVITOLA–GUARGUAGLINI–STORNELLI: STORIE DA APPROFONDIRE PRIMA DI CHIEDERE ALLA RETE “QUANTO SI GUADAGNA NEI SERVIZI SEGRETI?” & “COME SI ENTRA NEI SERVIZI SEGRETI?”
Non era ancora “dovuto nascere” Leo Rugens (luglio 2012) e già qualcuno di noi scriveva sulla Rivista dei Dioscuri, n. 3, Luglio 2011, all’interno di un saggio intitolato “Intelligence e Ubiquità” che quanto stava avvenendo in Finmeccanica (eravamo sotto l’effetto plurimo della stagione dei troppi Guarguaglini/Borgogni/Lavitola/Makbel/Stornelli/Cola) era gravissimo per la sicurezza nazionale e sottolineava, in modo specifico: “Dove è finita, in questi anni, la categoria dell’abilitazione, cioè la valutazione delle persone autorizzate ad avere accesso alle notizie o a partecipare comunque ad attività “classificate”? Che cosa è “classificabile” in un Lavitola o in un Mokbel? Dove sono le richieste e gli eventuali esiti positivi di concessione di NOS di Lavitola e di Mokbel? La verità è che non ci sono, e che questi signori si aggiravano nel labirinto delle nostre cose riservate senza nessuna autorizzazione”. Difficile da capire? L’anonimo scriveva inoltre: “… non risulta che l’Intelligence sia stata capace di impedire l’uso illegale e destabilizzante per il Paese che un management corrotto e disinteressato al bene comune ha fatto di Finmeccanica, entità strategica per la sicurezza dello Stato. Dove sono finiti i ‘criteri base’ per la concessione dei nullaosta di segretezza? Come si può consentire a personaggi quali quelli che si aggiravano intorno al vertice di Finmeccanica, di violare continuamente e nella sostanza i criteri di sicurezza previsti nella fabbricazione di materiali classificati, e ignorare che, comunque, quando si producono per ‘Paese terzo’, si ha il dovere prioritariamente di proteggere l’appartenenza e la riservatezza di quel bene al committente?“.
Così, anni addietro. Così, non più anonimi, ribadiamo oggi.
Questa sciatteria incolta e complice, in settori sensibili della produzione nazionale, ci ha fatto classificare come Paese inaffidabile oltre al debito pubblico. Siamo gente (agli occhi e alle orecchie di chi conosce la nostra condizione putrescente) sputtanata! Che colpa hanno i “grillini”? Oggi, gli intrecci criminali di quegli anni e di quegli ambienti, vanno ricordati nella loro complessità e non circoscrivendoli solo alla truffa Telecom (gravissima!) o alle sparatorie tipo Banda della Magliana. Ora si deve approfondire quanto lo Stato fosse pervaso da questa feccia, grazie a chi lo guidava in quel periodo. Si deve ricostruire il quadro sinottico dalla classe dirigente coeva a tanto scempio. Ci accorgeremo che nessun seguace del M5S, ricopriva alcun incarico. Le scimmiette mute, sorde, cieche erano tutte targate Forza Italia/PDL, Lega Nord, Pd, Udc, Opus Dei, Cgil, Comunione e liberazione, P2/3/4, Legion d’Onor, Uil, Sodano, Cisl. Intrecci e gang, proprio come, alla fine (molto alla fine!) si appurarono i legami tra Banda della Magliana e lo Stato partitocratico. Questi bei campioni che regolano i conti a revolverate, erano tutta gente scelta e “favorita” per affinità con la politica imperante dal 1994 a venire in qua. I Lavitola, i Mokbel, i Guarguaglini, gli Orsi, i Borgogni, i fratelli Stornelli, i Cola non erano nella manica del M5S! Quelli che oggi regolano i conti alla Camilluccia non si aggiravano nell’Arcipelago delle Telecomunicazioni/Intercettazioni grazie agli occhi chiusi di Beppe Grillo da Genova o di Luigi Di Maio, da Napoli.
Chissà cosa volesse dire quel “qualcuno anonimo” (in realtà ero io e, da allora, continuo ad assumermi la responsabilità di quelle e di queste nuove parole) quando sosteneva che non era possibile continuare a sopportare che Finmeccanica fosse sostanzialmente mare di scorribande di pirati e pendagli da forca? Chissà, nato questo blog, cosa volevamo dire quando non passava giorno senza che trovassimo modo di richiamare l’attenzione sui vari Guarguaglini/Grassi/Borgogni/Orsi/Stornelli/Cola e senza mai dimenticare i criminali Lavitola e Mokbel. 100 per 100. Tutti arrestati, tutti condannati e, in particolare in queste ore, tutti nuovamente in cronaca “nerissima”. Chi per qualche amico “sparato”, chi perché riarrestato, chi perché sull’orlo di una sonora condanna. Ricordiamo inoltre (figurarsi se anche oggi non eravamo auto celebrativi) di aver pubblicato un post dal titolo ironico ma inequivocabile: “San De Gennaro, pensaci tu. In Finmeccanica la misura è colma“. Era il 15 ottobre 2012. Ora, il poliziotto Gianni De Gennaro (figura complessa ma certamente “servitore dello Stato”), presidente di Finmeccanica – come auspicavamo potesse divenire – ha la possibilità/occasione di affondare il bisturi e, collegandosi a quella parte dell’opinione pubblica (la maggioranza del Paese ) che aspetta chiarezza, dare un contributo definitivo al ristabilimento della verità e quindi della legalità.
La preveggenza, dalle nostre parti, è tutto. Soprattutto se “azzecca” le previsioni. Fosse solo che portiamo iella io, nemico di Leo Rugens, girerei alla larga da questo indirizzo web e eviterei di chiedere alla rete dove siano i nostri uffici. Oggi, mi è presa così perché mi sento veramente stanco di interpretare questo eterno ruolo di “Cassandra”. Mi chiamo Oreste e non Cassandra. Ho bisogno di cominciare a sbagliare le analisi e con essa, le previsioni.
Almeno quelle meteorologiche.
Oreste Grani
P.S.
Come ho detto altre volte, migliaia di cittadini arrivano, via web, a questo sito chiedendo “Quanto si guadagna nei servizi segreti? Come si entra nei servizi segreti?” Continuo a scrivere, in risposta a questa legittima curiosità: “Cosa siete pronti a fare, eventualmente assunti nei “servizi segreti”, perché il vostro Paese non sia lasciato allo sbando ed esposto alle scorribande dei troppi Mokbel?”
Ragazzi, prima chiedetevi, nel profondo, cosa siete pronti a fare voi; poi, giustamente, informatevi quanto e in che modo, viene retribuito il “sacrificio” e la dedizione alla Repubblica.