Avevamo ragione noi a indicare in Michael Ledeen una spia nemica dell’Italia

Avete letto il post MICHAEL ARTHUR LEDEEN, UNA SPIA “STORICA” AL FIANCO DI STEFANO E MARCO CARRAI che la brava Dionisia ha redatto? E il pezzo memorabile del “Il Fatto Quotidiano”? Si consolida quanto da tempo diciamo. E lo facciamo ricordando quanto gli amici si erano giustamente preoccupati per noi che mostravamo tanto coraggio telematico. Noi siamo ancora qui e, viceversa, se fossimo in un Paese serio, Ledeen potrebbe finalmente essere espulso.

Il 28 maggio 2014 (tra poco saranno due anni) postavo, inutilmente, il pezzo che oggi, con fierezza, ripubblico. Prima di me, con ben altra autorevolezza (anche in quel caso inutilmente), aveva chiesto l’espulsione dall’Italia di Michael Ledeen, come persona indesiderabile in quanto spia e mestatore internazionale, l’Ammiraglio Fulvio Martini, alias il Marinaio, alias il Bastardo, già direttore del Sismi. Martini a sua volta era stato “licenziato” da quel criminale di Giulio Andreotti, su indicazione di Felice Casson, l’ex magistrato oggi parlamentare che ancora frequenta i convegni sull’Intelligence organizzati dal cittadino deputato del M5S Angelo Tofalo. Casson aveva provveduto (con superficialità?) a far arrestare l’unico che in quel periodo ne capiva di “servizi segreti” e che aveva individuato in Michael Ledeen un vero nemico del nostro Paese e di un nostro eventuale ruolo di peso nel Mediterraneo. Sono anni che nessuno trovava il coraggio di prendere di petto Ledeen. Finalmente dagli USA  (sono gli ambienti massonici democratici ad agire) arrivano le mazzate che ci aspettavamo da tempo e che auspicavamo da marginali e ininfluenti commentatori quali siamo. Ledeen lo dico da anni è un vero pericolo per il nostro Paese e per la convivenza civile nel Mediterraneo. Quanto lui e quelli come lui siano stati lasciati liberi di agire penso che sia sotto gli occhi di tutti. Guerra fondai cosa volete che facciano se non soffiare sul fuoco e versare benzina? In accordo con altri massoni sanguinari ur-lodgisti organizzatisi nelle consorterie antidemocratiche a vocazione tirannica. Altro che farneticazioni di Giole Magaldi e, nella sua marginalità, di Leo Rugens! Tenete conto che, tramite Carrai, è Michael Ledeen il sussurratore di Matteo Renzi.

Oreste Grani/Leo Rugens


AAA CERCASI DISPERATAMENTE CITTADINO SENATORE/DEPUTATO, OPPURE GIORNALISTA, PRONTO APRIRE QUESTIONE “CONFLITTO D’INTERESSE” RELATIVO POLITICA ESTERA MATTEO RENZI

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Ancora una volta, la partita della libertà e della sovranità nazionale, si giocherà sul terreno denominato “conflitto d’interessi”. Nel 1994 fu tutto vano per colpa di chi non volle fermare, (il tempo rivelò i moventi affaristici dell’agire del partito dei “morbidi”) subito, l’occupazione dello Stato da parte della banda di malfattori organizzati intorno al duo Silvio Berlusconi/Marcello Dell’Utri. Così oggi, vent’anni dopo, anche i “sarchiaponi” sordi, muti e ciechi (non le scimmiette che sono troppo intelligenti e oneste) sanno che Berlusconi era lì solo per farsi i cazzi suoi ma, nel frattempo, l’Italia si è quasi dissolta. Ieri abbiamo sentito dire dal Capo del Governo italiano che …”bisogna cambiare l’Europa  per salvarla”.

Torniamo al conflitto di interesse berlusconiano che si è voluto rimuovere come minaccia alla nostra (come italiani) identità futura e proviamo a non commettere “satanicamente”, lo stesso errore. Sarebbe opportuno che Matteo Renzi, prima di provare a far credere la sincerità dei suoi intendimenti in politica estera (cioè, in tutto), smentisse (in una conferenza stampa appositamente convocata? con una dichiarazione sul solito “Corriere della Sera”?) di essere frequentatore di Michael Ledeen e oggetto di consigli da parte di questa personalità internazionale che, negli ultimi 40 anni, non ha fatto o potuto fare gli interessi dell’Italia perché, banalmente, l’anziano amico di Matteo Renzi, è stato un agente d’ambiente (forse è ancora operativo) che si è dedicato, giustamente, nelle sue attività riservate, agli interessi della bandiera (degli USA) a cui ha giurato fedeltà. Di quale Europa parla, quindi Matteo Renzi? Di chi sarà l’Italia sotto la guida di Matteo Renzi? Chi e dove si prenderanno le decisioni determinanti la nostra Strategia di Sicurezza Nazionale e il nostro eventuale agire sinergico con il Vaticano per, ad esempio, favorire l’offensiva di pace che Papa Francesco ha intenzione di “scatenare”? Ad esempio, nelle prossime settimane, a Roma, si potrebbero vivere ore determinanti per la Pace nel Mediterraneo. Cosa dice “Attanasio Cavallo Vanesio Matteo Renzi” (oltre che ovvietà) di questo groviglio millenario che riguarda questioni irrisolte tra Atene, Alessandria d’Egitto, Roma e Gerusalemme? Dal punto di vista culturale, prima che “militare”.

Se fossero Giancarlo Elia Valori e Michael Ledeen a decidere per Lui (quindi per noi tutti) sarebbe il vecchissimo che avanza. Cioè, ancora una volta, l’assenza di una nostra (come Italia), sovranità di pensiero internazionale. Dalla morte di Moro in poi (non ho detto da dopo l’eliminazione dalla scena di Enrico Mattei), passando per Ustica e Stazione di Bologna, l’Italietta è stata lo “straccio” di chiunque si sia voluto lucidare le scarpe. Se uno che si fa consigliare da due personaggi noti al mondo per essere interessati a tutto tranne che al bene dell’Italia, vuole… “cambiare l’Europa per salvarla”, è opportuno che il conflitto di interessi sia chiarito subito, dal momento che io sono avanti negli anni e un altro ventennio perché si chiarisca se Renzi è o meno un burattino, non me lo posso permettere. E con me, l’Italia. Voi compresi. Cerchiamo tutti insieme quindi un giornalista capace di fare la domanda giusta sul conflitto di interessi di cui mi sono permesso di cominciare ad evidenziare la gravità. Potrebbe questo eroe,  senza macchia e senza colpa, prepararsi  all’assalto verbale di Matteo Renzi, in coincidenza con l’arrivo a Roma di Henry Kissinger, anzianissimo “furbacchione” che conosce molto bene sia il Gatto che la Volpe (Valori/Ledeen). L’appello, ovviamente, è diretto, soprattutto, ai cittadini deputati e senatori organizzati nel M5S. Anche perché su di loro fido per guardarmi le “spalle” (metaforicamente, si intende) dai pericoli (!?) impliciti nella richiesta di chiarezza che, da giorni, affido all’amica rete. Luogo però, come tutti voi cybernauti accorti sapete, non sicurissimo.

Leo Rugens