I patti sono patti e il rispetto degli stessi sarà tutto nella Repubblica che verrà

Le_sette_chiese_di_Roma_(Antoine_Lafréry,_1575)

A Roma lo chiamano il giro delle sette chiese. Nel tempo, questa espressione ha assunto più significati: “Il Giro delle Sette Chiese è un pellegrinaggio a piedi praticato già precedentemente ma formalizzato e rivitalizzato da san Filippo Neri. Nella sua forma originaria esso consiste in un percorso ad anello di 20 km circa che tocca le principali chiese di Roma all’epoca in cui visse il santo, le prime quattro sono le Basiliche Papali Maggiori:

  • Basilica di San Giovanni in Laterano
  • Basilica di San Pietro in Vaticano
  • Basilica di San Paolo fuori le mura
  • Basilica di Santa Maria Maggiore
  • Basilica di San Lorenzo fuori le mura
  • Basilica di Santa Croce in Gerusalemme
  • Santuario della Madonna del Divino Amore (dal Giubileo del 2000, al posto della Basilica di San Sebastiano fuori le mura)

Data la lunghezza dell’itinerario esso viene spesso percorso dai pellegrini in due giornate. Originariamente si impiegava una giornata intera per completare il giro, dai primi Vespri, ai primi del giorno successivo. In seguito la visita veniva svolta in due giornate dedicando la prima alla sola basilica di San Pietro e la seconda alle altre sei con partenza dalla basilica di San Paolo f.l.m. verso nord e in senso antiorario per terminare alla basilica di Santa Maria Maggiore.

La via delle Sette Chiese già nota come via Paradisi copre un percorso ricco di testimonianze storiche dei primi anni del Cristianesimo con le numerose catacombe, collegando le vie Ostiense e Appia tra la Rupe di San Paolo presso la Basilica Ostiense e San Sebastiano, come le catacombe di Commodilla, di Domitilla e di San Callisto.

Attualmente il Giro delle Sette Chiese si svolge in forma collettiva in notturna due volte l’anno, a settembre e a maggio, poco prima della festa di San Filippo Neri, guidato da un Padre della Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri. È anche considerato un atto di devozione tipico del “tempo di Passione”. In particolare, durante il triduo pasquale, (dalla sera del Giovedì Santo, per tutto il Venerdì Santo, e buona parte del Sabato Santo), è in uso nella pietà popolare la tradizione di visitare sette chiese soffermandosi a pregare nei pressi del Santissimo Sacramento riposto nell’Altare della Reposizione e/o del Cristo morto.

L’espressione “fare il giro delle sette chiese” ha assunto nel linguaggio comune una valenza negativa: essa può significare – a seconda delle zone – perdere tempo girando senza scopo oppure cercare affannosamente qualcuno che dia ascolto.

Il significato che più mi interessa e quello che appartiene ad un mondo parapolitico e un po’ paraculo, che, in molti, viceversa, dovrebbero ritenere obsoleto. Mi torna in mente questo problema del “giro delle sette chiese” facendo mente locale (ma come fai – mi chiedono amici affettuosi – a ricordarti tutto?) ad un post uscito (ritengo fosse in prossimità del referendum del 4 dicembre 2016) sul Blog di Beppe Grillo a firma del MoVimento 5 Stelle. Un post importante, molto più importante di quanto, chi lo ha scritto in quel momento, ha ritenuto che fosse. Così immagino. Prudenza quindi nel caso che ci si preparasse a fare il giro di cui sopra.

Eravamo nel cuore della campagna per il No, sconfitto, come ricordate, con una larga maggioranza. Il post era mirato a mettere in evidenza la lontananza tra il MoVimento e un mondo, quello rappresentato dagli interessi finanziari riassunti nel fondo Blackrock, che pervadeva e pervade quella che da queste parti chiamiamo “la Rete delle Reti” sopravvissuta all’accaparramento già attuato da chi, complici i politici sempre in vendita o a favorire le svendite, ha voluto/potuto comprare fior da fiore. Comprare o partecipare, con percentuali condizionanti o meno, le varie ENI, ENEL, TERNA, LEONARDO (ieri Finmeccanica), UNICREDIT, INTESA, MPS, UBI, BANCO POPOLARE.

Il post è conservato in forma addirittura cartacea nel mio personale archivio, tanto lo ritengo importante. Ieri ed oggi, ma, soprattutto, lo riterrò importante (e vincolante) un domani, se la maggioranza degli italiani aventi diritto al voto decideranno di portare in Parlamento un numero consistente di patrioti pentastellati.

Grani è fatto così e capire subito, e in piena luce, come è fatto e cosa voglia dire dicendo ciò che dice, può evitare un sacco di problemi in futuro. A lui prima di tutto ma anche a quelli che avessero memoria corta rispetto agli impegni presi.

Oreste Grani /Leo Rugens

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