Signor Presidente l’ora è grave: unità, unità!

Carabinieri_Republic_Day_Parade_2007

Signor Presidente,

il nostro amor di Patria speriamo proprio non possa essere messo in discussione da nessuno.

Se fosse diversamente, non lo consentiremmo.

Ad animare questo blog, forma di espressione civile e democratica, siamo donne e uomini di sicura fede repubblicana. Io che dirigo questa testata elettronica ho giurato personalmente alla Bandiera il 4 novembre del 1970 e ritengo di non aver mai tradito il solenne impegno preso.

Quanto sta accadendo e le parole che sentiamo pronunciare ci preoccupano per le immagini di divisione che evocano.

Queste ipotesi di contrapposizioni (perfino convocazioni del popolo non più unito in piazze diverse nel giorno sacro della festa della Repubblica) ci lasciano turbati come cittadini e professionisti dell’informazione.

A questo stato d’animo, si aggiungono mormorii che, interpretati, ci segnalano malumori diffusi  in alcune fasce del personale in armi.

Guai se queste indiscrezioni fossero notizia di qualcosa di più che legittimi contenuti malumori in presenza di un normale prevedibile dibattito politico e culturale.

Le scelte che Lei ha ritenuto fare non devono in alcun modo essere vissute dal personale come indice di una lacerazione di ordine politico, economico, militare. Ne andrebbe della Sicurezza nazionale, dentro e fuori i confini della Patria e della armonica cooperazione civile militare senza la quale tutto sarebbe più difficile se non impossibile.

Personalità politiche di primo livello appartenenti a Paesi terzi inopportunamente ci sfidano ritenendoci pronti a ricevere insulti generici e indicazioni di comportamento che non dobbiamo consentire a nessuno di rivolgerci con finalità apertamente offensive.

Soprattutto se provengono da un popolo, quello tedesco, che solo due generazioni addietro, fucilava i nostri compatrioti, deportava i nostri vecchi, faceva strage dei nostri bambini.

Consapevole delle parole che mettiamo in rete, siamo certi di esserci rivolti con il massimo dell’ossequio possibile alla Sua persona e funzione

Ci rivolgiamo al nostro Capo dello Stato e delle Forze Armate perché difenda la Repubblica con pari se non maggiore fermezza di quella usata per liberarci della inopportuna scelta di Paolo Savona.

In spirito di servizio, con fiducia e stima immutata.

Oreste Grani

e la Redazione tutta