Perché i nostri militari fanno le “canne al vento” a Bangui capitale della Repubblica Centrafricana?

In un Paese, il nostro, dove a mala pena si riesce a distinguere un passaporto falso da uno vero quando si tratta della Repubblica Centrafricana (il Caso Shalabayeva non va mai dimenticato), non si può pretendere che dalle parti della Farnesina, ministero importantissimo e “saldamente” guidato da Luigi Di Maio, si sappia cosa sta succedendo in quello stato del continente africano. Arrivano notizie di una situazione in fermento (si vota il 27 dicembre p.v.) e con le armi che sono pronte a crepitare (tanto che il Manifesto dedica alla fase convulsa un significativo servizio), ma temo che oltre non si riesca ad andare. Invece si dice che nostri compatrioti appartenenti alle Forze Armate (poche unità del 185°Reggimento paracadutisti Ricognizione ed Acquisizione Obiettivi “Folgore”) siano presenti a Bangui. Per quel che ricordo, non si mandano dei ragazzi super specializzati come quelli del 185° RRAO senza un vero perché. E in capo al mondo. E per “in capo al mondo” intendo paesi caratterizzati da forte complessità e imprevedibilità e al tempo con una quasi assoluta nostra incapacità di agire grazie ad una chiara visione geopolitica dei nostri stati maggiori, a loro volta espressione di una visione di un governo che a mala pena sa cosa deve fare a Lampedusa. Incapacità testimoniata, senza dubbio alcuno, dalla vera e propria espulsione, come soggetti pensanti e agenti, da ogni teatro internazionale ed in particolare da quelli africani. In base a quali considerazioni sul futuro si sceglie di mandare un manipolo di militari nella Repubblica Centrafricana? Dopo quale utilizzo di tecniche di scenari possibili o di quello che si chiama impatto incrociato, che consentono, come si dice, di valutare il qualitativo e il soggettivo, l’irrazionale e il valoriale, l’analisi e, soprattutto, l’esperienza diretta, si decide di mandare personale a rischiare la vita e a utilizzare il denaro pubblico? Ci potete arrivare un giorno ad esplicitare gli obiettivi (non i segreti se ce ne fossero) della politica estera nazionale e la stessa in rapporto con la Francia o con la nuovamente rampante Russia?
Perché, vedete di tenerlo presente, Francia e Russia, da quelle parti, in queste ore, fanno politica estera e la fanno con le armi in pugno.
Se vogliamo agire localmente una qualche visione globale dobbiamo provare ad averla. Se dobbiamo provare ad avere una visione politica africana (in questo caso neanche rivierasca mediterranea), eviterei di ritenere che si possa perseguire una politica estera disgiunta da una qualche politica interna. E qui cascano gli asini “farnesini”. L’attuale governo non sembra avere alcuna politica dentro o fuori che dir si voglia: aspetta solo di poter mettere le mani sui miliardi “internazionali” e per questo all’interno si scazzano. In assenza di scelte dettate da una propria visione del mondo, in queste ore, starei attendo a fare la canna al vento nella Repubblica Centroafricana. Soprattutto quando fischiano le pallottole.
Oreste Grani/Leo Rugens il Provinciale per eccellenza.




Auguri! 😊
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Questo il Paese, che va ad elezioni all’ombra di russi & francesi, interessati a uranio e diamanti, dove sono finiti i nostri
https://www.repubblica.it/solidarieta/diritti-umani/2020/08/13/news/repubblica_centrafricana_60_anni_di_indipendenza_ma_quale_liberta_-264566277/
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