Una soluzione diplomatica per l’Ucraina proposta da don Canetta

Ho conosciuto Edoardo Canetta, don Canetta, nel maggio 2015 a Torino, quando lo invitammo presso lo stand del Kazakhstan dove fece un intervento sulla storia del paese.
Discendente di una grande famiglia milanese, ha conosciuto bene l’URSS e in Kazakhstan ha svolto gran parte della sua missione. Informatissimo coltissimo velocissimo ne serbo un ricordo eccezionale.
La sua proposta è così semplice e già collaudata che viene da chiedersi: non ci si poteva pensare prima?
Alberto Massari
CRISI UCRAINA/ “Una soluzione diplomatica c’è e Mosca la conosce, è in Kazakistan”
Pubblicazione: 23.02.2022 Edoardo Canetta

Caro direttore,
mi permetto di riprendere un suggerimento già dato per una soluzione diplomatica accettabile della crisi ucraina.
Premesso che nel 2002, in qualità di insegnante presso l’Accademia Diplomatica del Kazakhstan, ero presente ad Astana alla firma del Patto tra la Federazione Russa e altri 5 Paesi (ai quali successivamente si unì anche l’Uzbekistan) che prevedeva un reciproco aiuto militare in caso di aggressione straniera ad uno di questi paesi, visto che la ragione del contendere, formalmente, è il timore da parte russa che l’Ucraina entri nella Nato, si potrebbe suggerire un identico patto difensivo tra l’Ucraina e i paesi che fanno parte della Nato, senza implicare l’adesione dell’Ucraina all’Alleanza atlantica.
Questo non impegnerebbe l’Ucraina a partecipare ad altre iniziative Nato come suo membro, ma manterrebbe l’Ucraina come “Stato cuscinetto” protetto da questo accordo.
Detto questo, resta da osservare che i confini attuali di alcuni paesi dell’Est europeo non tengono conto necessariamente delle realtà etniche presenti: è un dato di fatto che la maggior parte della popolazione che abita nel Donbass è più legata al mondo russo che a quello ucraino. Non a caso la sua evacuazione dalle zone di guerra è più in direzione di Rostov che di Kiev.
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Nella stessa Ucraina occidentale ci sono forti minoranze polacche, e sotto il profilo religioso, andando a Leopoli, si può constatare la presenza della Chiesa cattolica di rito latino, quella cattolica di rito orientale (conosciuta anche come greco-cattolica), quella ortodossa che fa riferimento al Patriarcato di Mosca e quella ortodossa autocefala.
Resta il fatto che risolvere queste incongruenze etniche con azioni militari apre uno scenario drammatico che può in futuro aprire nuove preoccupanti prospettive.
Sarà così improbabile che presto uno come Orbán non voglia rivendicare i diritti delle grandi minoranze ungheresi attualmente presenti in Romania e in Slovacchia?
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Proprio la storica separazione indolore tra l’attuale Repubblica Ceca e quella Slovacca è un esempio a cui riferirsi per avere un’immagine concreta di come possano risolversi certi problemi attraverso trattative diplomatiche che non partano da pressioni militari o economiche.
Infine, per testimonianza personale, condivisa del resto da tutti quelli che per anni hanno vissuto nell’ex Unione Sovietica, c’è da notare che nel corso degli anni molte famiglie, ad esempio in Asia centrale, sono nate dall’incontro di persone russe, ucraine, bielorusse che hanno generato famiglie che per molti anni hanno vissuto e tuttora vivono in assoluta armonia
È comunque triste, però, l’idea che etnie e religioni/culture diverse non possano convivere nello stesso territorio, arricchendosi reciprocamente.
Ho scoperto che Patto Atlantico e NATO non sono la stessa cosa. Il primo è un’alleanza difensiva e la seconda è la sua organizzazione militare (da cui le basi americane in Italia). La Francia, per molti anni, ha aderito al Patto Atlantico e non alla NATO.
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La situazione è molto grave e non si sente il bisogno dell’intervento di serpentelli interessati al proprio tornaconto
https://www.iltempo.it/politica/2022/02/27/news/papa-francesco-alexander-avdeev-cardinale-parolin-guerra-ambasciata-russia-scontro-vaticano-bisignani-30632518/
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Sondaggi di Washington Post parlano chiaro, Biden ai minimi storici di gradimento dall’inizio del mandato è crollato al 37 e quasi metà degli americani si dichiara anti interventista disapprovando la sua gestione della crisi ucraina.
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L’amministrazione Biden – in realtà, l’amministrazione USA, da anni – è in grave crisi interna, economica, sociale, interetnica, culturale, politica. E Biden è un uomo anziano, che ha ereditato questioni irrisolte e si è trovato a dover fronteggiare crisi non immaginabili prima.
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Ho scritto Biden per semplificare, ai democratici è ilnriferimento. Parlare di crisi inimmaginabili è impossibile con 17 agenzie di intelligence attive.
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Un conto è immaginare, un conto è gestirle. Soprattutto se gli schemi mentali rimangono sempre gli stessi.
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Appunto, gestirle non porta a immaginare o a non immaginare ma a prevedere, dato che simili previsioni riescono a farle anche semplici analisti indipendenti senza un quattrino, figuriamoci la nazione con il budget militare di intelligence più imponente del pianeta. Sugli schemi ti dò ragione, se i democratici hanno delegato la politica estera e militare ai neocon della corrente kagan di indirizzo straussiano, allora lo schema mentale è lo stesso dal 2001 a oggi, con i risultati che tutti sappiamo di questi ultimi 20 anni.
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