Al Baghdadi è un agente del Mossad. Anonymous vince il premio per la “stronzata” dell’anno

Stronzate

Non saprei dire chi mi ha convinto fin da bambina a non credere a tutto quello che dicono alla televisione o a quello che è scritto sui giornali, certo è che con il trascorrere degli autunni, mi convinco della saggezza di quella figura familiare.

Non voglio dire che non sia vera la notizia per cui un giorno scoppia una bomba in una banca e muoiono un mucchio di persone, bensì che tutti i racconti di quella vicenda, fino alle descrizioni dell’esplosivo e di quant’altro, sono sempre da prendere con le “molle”. Certo che qualcuno ha innescato il meccanismo della strage, voluta o meno che fosse, il fatto è che la narrazione, per quanto oggettiva e scientifica possa essere, sarà sempre e comunque una ricostruzione parziale degli accadimenti.

Bene, veniamo alla storia narrata da un autorevole quotidiano qual è il Corriere della Sera inerente l’identità del boia del momento: Al Baghdadi, lo sceicco dell’orrore. Il quotidiano racconta che Anonymous racconta (sembra di essere nelle Mille e una notte) che l’uomo nero altro non sia che un agente del Mossad.

Ah però! avrebbe detto il mio maestro di Logica. Ah però! riecheggio e la mente va all’ex numero due di Jobbik, il discutibile partito ungherese di ultra destra il cui ex numero due un bel giorno scopre di essere ebreo. Ah però! allora se è successo una volta, potrebbe succedere una seconda.

Se l’ex numero due pare non sapesse di essere ciò che era finché non è andato a scavare nell’albero genealogico, nel caso denunciato da Anonymous, devono essere in molti a sapere come stanno veramente le cose.

A occhio e croce, la storia raccontata da Anonymous è già conosciuta da parecchie migliaia di individui (ma allora che rivelazione è?), e affermo questo perché basta avere letto i due romanzi di John Forsyth: Il pugno di Dio L’afghano per rintracciare la fonte di un cotale segreto.

La differenza principale consiste nel fatto che il protagonista è inglese (e secondo taluni sarebbe britannica l’ispirazione di tutta la vicenda) per il resto la figura di Al Baghdadi alias Ibrahim Awad Ibrahim al-Badri alias Elliot Shimon è identica, dettaglio più dettaglio meno. Non mi stupirebbe che l’autore tra un po’ non bussi per riscuotere i diritti d’autore.

Ora, a onor del vero, questa storia girava già da un po’ di tempo, sicché vera falsa autentica che sia, dopo la rivelazione di Anonymous apparirà di certo autenticamente falsa, giacché non si capisce perché credere a degli anonimi simpaticoni che tutti identificano con l’intelligence USA. O no?

Insomma, per dirla con H.G. Frankfurt: Stronzate! Per cogliere il senso di quanto affermo vi invito a leggere il breve e denso saggio omonimo.

Dionisia

Is, Anonymous contrattacca: ecco chi è o chi “sono” Abu Bakr al Baghdadi

 ROMA – Ecco la risposta di Anonymous alle minacce dell’Is/Isil/Daesh. “Oggi, dopo aver chiuso circa il 90 per cento dei loro siti internet e network di comunicazioni (private o attraverso i social), abbiamo deciso di andare in cima alla piramide”, scrive Anonymous sul web. “Abbiamo recuperato tutto ciò che dovete sapere sul diavolo incarnato: Abu Bakr al Baghdadi, leader dell’Is. Le persone devono sapere che in realtà si tratta di due persone: Abu Bakr al Baghdadi, esistito realmente in passato, ed Elliot Shimon, funzionario del Mossad israeliano.

Il primo, vero nome Ibrahim Awad Ibrahim al-Badri, non si sa se sia nato a Samarra nel 1971 o a Falluja nel 1973. Nel 2003 visse in una piccola stanza vicino a una moschea a Tobchi. Ottennbe un diploma in Studi islamici all’università di Baghdad e da lì cominciò a tenere preghiere in due o tre piccole moschee nell’area. Nel 2004 fu arrestato a Fallujah dalle forze americane in Iraq per alcuni crimini legati a gruppi di miliziani e per essere coinvolto in azioni terroristiche di matrice jihadista. Detenuto a “camp Bucca” sotto il nome di Awad Ibrahim al-Badry, fu rilasciato a dicembre dello stesso anno, tanto che ha rilevato il suo ingresso negli Usa attraverso l’aeroporto di San Francisco. Da lì scomparve – rileva Anonymous -. Non sono state più trovate tracce della sua esistenza, nonché del fatto che sia realmente in vita”.

“Il vero nome di Elliot Shimon (alias Simon Elliot) è Sham’oun Ayloot – si legge nel documento di Anonymous -. Sul suo arrivo in Iraq non ci sono informazioni esatte, ma il network globale ha scoperto che questi si è unito ad al Qaeda con il soprannome di Abu Duua ed è diventato amico con Ayman al Zawahiri. In questo periodo si è anche sposato con Saja al-Duleimi, la donna catturata l’anno scorso in Libano insieme a sua figlia. Ayloot è cominciato a crescere di importanza tra i leader qaedisti, tanto da avere in breve tempo dei seguaci. Fedeli sono a lui e non al network jihadista. Tanto che lo stesso Zawahiri si sentì minacciato.

Nel 2010, l’uomo lascia definitivamente al Qaeda e crea al Qaeda in Iraq. Nel 2013, annuncia di essere il “Califfo” e cambia il nome da Abu Duua ad Abu Bakr al Baghdadi al Quraishi. Tra giugno e luglio del 2014, ha visitato la città di Arsal nel nord est del Libano, dove ai suoi ordini ci sono circa 300 miliziani che si nascondono sulle montagne. Nell’occasione fornisce loro piani e mappe per condurre un attacco contro le forze armate del paese dei cedri. L’offensiva, in cui vengono rapiti una ventina di soldati libanesi, però fallisce e i miliziani vengono sconfitti e devono fuggire all’interno dei confini siriani. Lo stesso al Baghdadi lascia il Libano e si reca prima in Siria, poi in Turchia e infine in Iraq. Oggi, dovrebbe essere nascosto all’interno di Mosul. Per ora non siamo in grado di fare nulla ‘fisicamente’ contro di lui – conclude Anonymous -, ma continueremo a hackerare le sue reti e a mandare in carcere gli amministratori. Azioni che finora hanno ridotto drasticamente la capacità di reclutamento dell’Is/Isil”. corriere.it