Con questa vicenda dell’Alitalia c’avete rotto i coglioni!
26 aprile, ore 20:59, la solita Lilli Gruber cerca di portare a termine il solito compito di denigratrice del M5S a cui si è votata con particolare virulenza. Cerca di incastrare il buon Alessandro di Battista su Alitalia pretendendo da lui la soluzione di quel disastro. E’ l’anticipo di quanto tenteranno di fare, Lei ed altri, su ogni argomento spinoso, sperando di confondere la memoria degli elettori e far ritenere che gli esponenti del M5S siano responsabili come gli altri di queste catastrofi. Lo hanno incalzato per sapere da lui il nome di un possibile “commissario”. E giustamente Di Battista non lo ha fatto.
Un nome lo faccio io, che non sono Di Battista, nella speranza che un giorno mi legga e che sappia zittire tanti insinuanti domande: Roger Abravanel o uno come lui. Cioè l’uomo che ha risanato l’El Al . E la compagnia di bandiera israeliana stava messa malissimo per motivi di geopolitica e di cattiva amministrazione.
Ripeto, Roger Abravanel, il massimo teorico della meritocrazia. Se ancora lo vuole fare di darci una mano. Alcuni anni addietro mi disse, personalmente, che avrebbe saputo come salvare l’Alitalia.
Oreste Grani
Sconcerto/rammarico del governo per il No dei dipendenti Alitalia! Ma questi cazzoni (intendendo i membri del governo) ma dove vivono? Chi si sconcerta/rammarica di cosa? Dove erano quando cominciava l’odissea della Compagnia di Bandiera? Quali aerei prendevano prima di ieri o prima di averne a disposizione, con i soldi dei contribuenti, che, fiduciosi, li avevano messi lì, negli anni, con la vaga speranza che sapessero fare cose meno inadeguate di quelle che hanno fatto perché UN GIORNO NON SUCCEDESSE QUELLO CHE È ACCADUTO?
Sono i cittadini, al massimo, che possono essere sconcertati del fatto che siamo arrivati a questo punto!
Vediamo di non rimuovere le origini di questa vicenda, non tanto nella cronaca sindacale recente (sempre di quasi due lustri, comunque, si tratta!!!!!) ma, almeno, a quanto, nel 2009, si poteva leggere a firma dell’immortale amico Alberto Statera che ancora oggi mi manca per sghignazzare di queste vicende e delle interpretazioni iperealistiche di Maurizio Crozza che assume le fattezze di quell’ebete viziato/vizioso (è reato dare dell’ebete viziato/vizioso a qualcuno che lo è?) di Luca Cordero di Montezemolo, uno dei tanti incapaci che sono stati preposti a risolvere la questione logistico-strategica legata, come chiunque capirebbe, alla sicurezza e ad una visione della sovranità nazionale che è ormai estranea a qualunque attività di questo governo e dei altri che, negli anni, l’hanno preceduto.
“Alzi la mano chi è pronto ad intervenire nell’Alitalia!”, esclamò, come sempre guascone, Silvio Berlusconi, il 7 giugno 2008, appena tornato presidente del Consiglio (ma vi rendete conto che gentarella avete ritenuto che sapesse risolvere i problemi complessi della società contemporanea?), dinanzi ai giovani industriali riuniti a Santa Margherita Ligure.
L’italianità dei cieli era appena stato il tema dominante della sua campagna elettorale, insieme a quella della monnezza napoletana.
Riflettete, ricordate (non potrete scegliere senza ricordare) e chiedetevi perché non ci sia un cazzo di giornalista che in queste ore dove si ventila che lo psiconano (lo chiamo io così al posto di Giuseppe Grillo da Genova che originariamente giustamente così lo apostrofava) ricompatti la Destra, in funzione anti MoVimento 5 Stelle, gli ricordi/vi ricordi queste vicende esilaranti. Alcuni italiani (sempre troppi) lo votarono per mettere mano alla monnezza napoletana (da allora altri, di segno politico opposto, hanno dovuto affrontare la vicenda e dignitosamente risolverla) e in molti si illusero che quel millantatore sapesse affrontare il tema delle macchine volanti.
A Santa Margherita Ligure, quel giorno lontano di giugno 2009, la sala si fece “piccola piccola” e nessuno emise un fiato.
Ma il cazzarone, re dei bugiardi, a fine estate, costrinse i primi 16 imprenditori a trasformasi in salvatori della Patria e a varare l’operazione Araba Fenice che avrebbe dovuto far risorgere dalle ceneri l’ectoplasma dell’ex compagnia di bandiera.
Li ricatta (si può dire ricatta senza essere denunciati?) a cominciare da Roberto Colaninno, a finire a Emma Marcegaglia che, essendo, nel 2009, Presidente della Confindustria e quella svampita che ancora potrebbe essere (è un reato dare della svampita a una che in quelle ore, annunciava la fine della crisi appena in realtà cominciata?) ora che è diventata semplicemente, per meriti sul campo, Presidente dell’ENI, e mette insieme la cordata bipartisan più sganghera del mondo. Fa sancire il patto melmoso, tra Colaninno appunto, Marcegaglia, Angelucci, Toto, Ligresti, Gavio, Benetton, Tronchetti Provera, Bellavista Caltagirone, fino ad Edoarda Crociani, vedova di Camillo, l’uomo scappato all’estero, sempre per questioni di aerei (lo scandalo Lockheed).
Berlusconi sguinzaglia emissari a cominciare da Gaetano Miccicché di Intesa SAN-Paolo, banca fortemente esposta con Carlo Toto (appunto), passando per Bruno Ermolli, fino al solito Gianni Letta, facendo capire in giro (ecco perché ho scritto di ricatti) che nessuno che non dia una mano al cazzaro spargitore di bufale elettorali (intendo Berlusconi) avrà da guadagnarci su altri cospicui fronti speculativi. Questo era l’approccio ragionato che si muoveva a sostegno del piano industriale di rilancio della Compagnia di Bandiera! Punto. Delinquenza politico-affaristia e basta. Che cosa c’entrino, anni dopo, i dipendenti, è un mistero misterioso? E come se uno dicesse che sono i ragazzi dei call center della famiglia Tripi che hanno colpa del fatto che i Tripi (Almaviva) si sono solo arricchiti personalmente. E come se uno dicesse che i Riva non sono loro i colpevoli di come si mette la vicenda ILVA! E come se uno dicesse che i Marcucci (per cui possono fare politica inutile) non hanno fatto i soldi con Big Pharma e gli emoderivati.
Se uno ancora oggi scorre la lista dei cavalieri bianchi della Alitalia berlusconiana, si rende conto che che non ce ne era nessuno che non avesse un conto dare-avere con la politica al governo. Punto! Non vale la pena di dimostrare quello che affermo. Lo affermo e basta. Il resto sta nelle aule di giustizia dove non si fa mai abbastanza (altro che PM invadenti!) tanto è vero che questi stanno sempre in giro a fare danni.
Bastava, invece di radunare questa banda di malfattori in servizio permanente effettivo, raccogliere il suggerimento di chi diceva che si poteva, ricordando le condizioni in cui era ridotta El Al (per ben altri e drammatici motivi), e affidare ad una consulenza di accertata capacità (parlo di Roger Abravanel che la compagnia di bandiera israeliana l’aveva risanata) la soluzione del problema.
E ad un tale cazzaro, come il vecchio Berlusconi ancora una volta si dimostrò essere, qualcuno (anche lui che ci crede) vuole affidare la diga, da destra, anti M5S? Evviva, per sempre, le ingenuità pentastellate, piuttosto che questi criminali incalliti, baciatori ipocriti di agnellini.
Che l’Alitalia non avesse un pilota a bordo, lo sappiamo da anni anche noi di questo marginale ed ininfluente blog. Dalle parti di Palazzo Chigi è opportuno che nessuno si sconcerti, che nessuno si rammarichi. Per dire che non ci capite un cazzo, usate altre allocuzioni.
È tempo, anche in questo campo, di futuro. Da non limitare ai ragionamenti ben iniziati ad Ivrea. Amici a 5 stelle, Insediate un tavolo che sappia realmente di futuro. Date vita ad un luogo (tanti luoghi) dove si possa non sentirsi alieni a parlare di innovazione tecnologica spinta. Se avessimo ad esempio avviato, mentre quei finti imprenditori facevano la recita del salvataggio, un reale sostegno alla ricerca nel campo dell’intelligenza artificiale avionica/robotica, oggi, oltre che di droni capaci di essere schierati ed utilizzati da un solo uomo.
I sistemi di controllo automatici ormai permettono di programmare missioni completamente autonome (incluso atterraggio), che non richiedono l’intervento dell’operatore, fornendo allo stesso la possibilità di modificarne i parametri, con rapidità e precisione.
È possibile, come certamente in molti ormai sapete, effettuare il controllo del territorio attraverso l’utilizzo di camere termiche e multispettrali; l’inseguimento di percorsi, ad es. fluviali, per la mappatura dei bacini idrici; l’intercettazione e inseguimento di altri droni e/o altri target programmabili; l’analisi dell’indice normalizzato della clorofilla; la mappatura 3D (Post elaborazione delle ortofoto), per il monitoraggio di frane, smottamenti e alvei dei fiumi (dissesto idrogeologico).
Certamente il monitoraggio perimetrale degli aeroporti,il rilevamento di agenti chimici, la misura delle radiazioni, il controllo dell’inquinamento atmosferico e qualunque attività sussidiaria alla metereologia. In ultimo ma non ultima la prevenzione degli incendi.
Se si potesse dare vita ad un tavolo intelligente post fallimento Alitalia ( o quel che succederà), potremmo parlare – seriamente – di come ci si libera di una casta di miopi-arroganti-esosi (a volte pericolosi) piloti, viaggiando in assoluta sicurezza.
Perché, sappiatelo, gli aerei cadono ormai, quasi esclusivamente, per errore umano.
Ma questo, come si dice, non solo è un altra storia ma è un problema che non può e non deve interessare gente come quella che pretende di continuare a governarvi.
Giriamo le pagine, ma dopo averle lette. Poi, si affronteranno, seriamente le questioni tipo “Alitalia”-
Oreste Grani/Leo Rugens
P. S.
Il 14 aprile u.s. si poteva leggere questo articolo su “Sette”, periodico, del Corriere della Sera, a firma di Massimo Gaggi.
Se uno volesse seriamente interessarsi, un giorno vicino/lontano, di aerei senza pilota, potrebbe prendere un aereo (per ora con pilota) e andare ad assistere, a fine aprile, al convegno che Uber ha organizzato a Dallas, su questo tipo di soluzione non più avveniristica.