Da Moretti per un verso a D’Ali e Vicari per un altro finendo ad Alfano per un altro ancora, la misura è colma
Mauro Moretti, uno che ha portato Finmeccanica/Leonardo a perdere, nell’ultimo anno e in mezzo mondo, tutte le gare per vendere elicotteri a cui abbiamo partecipato in mezzo mondo e che l’unica cosa che ha saputo fare in tre anni è stato cacciare gente (la stecca odierna in realtà è per il servizietto da tagliatore di teste e licenziatore di personale eccellente svolto da quando lo insediarono) si becca, alla faccia volta, oltre 9 milioni di euro, a prescindere dalla liquidazione, evidentemente per accordi contrattuali sottoscritti quando lo hanno trasferito dalle Ferrovie in Finmeccanica. Questo saccheggiatore delle casse dello Stato (come lo volete chiamare uno che, per soli mille giorni di disservizio, si becca 8.500 euro, per ogni giorno che è andato a via Monte Grappa 4 e li prende a prescindere dalla liquidazione e dalla pensione che ormai può andare a riscuotere, pensione che, non appena si sapranno i dati, vedrete che corrisponde ad un vitalizio altrettanto osceno?) ha guadagnato quasi 500 euro l’ora, perché la cifra di 8.500 euro al giorno, in realtà, non tiene conto che il fine settimana, con il cazzo che Moretti andava a lavorare.
Stiamo parlando di oligarchi sanguinari (avete idea quanta gente è morta oltre che quella bruciata viva – 32 persone – a Viareggio per responsabilità dei business che Moretti ha messo a punto?) che anche quando sembrano finire la corsa, in realtà non sanno come fare a contarli i soldi che hanno accumulato.
Chi sa di me sa che ho sempre sostenuto che l’equità è amica strategica della sicurezza.
Il culo di questi oligarchi, avidi e sanguinari, è che alcuni (e io sono stato colpevolmente tra questi), in gioventù, sbagliando, hanno lottato per disarticolare e contrastare le formazioni armate della sinistra rivoluzionaria.

Trapani
Dovevamo lasciarli fare e forse, se fossero sopravvissute, sarebbero arrivate, al momento giusto, a operare come non seppero proprio fare quando presero forma: colpire chi andava colpito.
Questa intelligenza, tranne rarissimi episodi, mancò completamente.
Anzi, spesso, colpivano per stereotipi e nel mucchio.
I brigatisti furono giustamente odiati dalla maggioranza dei cittadini democratici ma ciò che feci allora, sacrificando la mia stessa vita familiare e professionale, oggi, col cazzo, che lo farei. È un reato dire che sono pentito d’aver difeso la continuità con l’ingiustizia sociale e la sopraffazione di alcuni sulla maggioranza dei deboli come oggi mi è dato di vedere? Sono pentito di aver difeso la conservazione di questi privilegi e la crescita di meccanismi sperequanti. Sono pentito di aver concorso a disarticolare l’antagonismo violento a questi violenti malfattori in colletto bianco. Sono pentito di aver reso più facile il consolidarsi della dittatura partitocratica e di questi oligarchi parassiti.
Sono pentito e pensavo di non arrivare mai a dirlo, né con me stesso, né pubblicamente.
Eppure eccomi qui, triste e al tempo furente, davanti allo spettacolo di complicità sguaiate (immaginate l’ex Ministro di Polizia Angelino Alfano che, circondato nel suo partito da malfattori mafiosi, corrotti e corruttori, che continua a spacciarsi solo per un cretino che non si accorgeva di nulla e che per questo suo essere cretino, cieco, sordo e cazzafrullone ingenuotto, lo promuovono al Ministero degli Esteri) arrivare a pentirmi di aver servito e difeso la Repubblica, convinto, in quel momento, di essere nel giusto. Se tornassi indietro mai avrebbero nuovamente la mia intelligenza e il coraggio consapevole che gli offrii.

Crotone
A Trapani e a Crotone, città entrambe segnate da troppo gravi e torbidi misteri, da complicità con le criminalità, città entrambe dove avvengono violenze disonorevoli, questa gente ha passato la misura. Come facciamo a credere, senza sentirci anche noi complici, che Dorina Bianchi non capisse cosa accadeva nella sua Crotone che, notoriamente, non è proprio una metropoli come Il Cairo o Dakar o Città del Messico? Come possiamo continuare a credere che Angelino Alfano, per anni occhiuto e orecchiuto Ministro di Polizia, non sapesse chi fossero questi personaggi trapanesi del suo stesso partito, con il vizio di farsi fare regali dai beneficiati del loro agire parlamentare? Basta offenderci. Basta trattarci da cretini. Basta pensare che la passeranno liscia.
Oreste Grani/Leo Rugens