Questa storia dello Stadio era prevista e prevedibile

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Pulviscolare? Secondo voi che vuole dire quando un magistrato intelligente e ferrato per quanto riguarda i modelli operativi corruttivi come Paolo Ielo  usa l’espressione ” …con pagamenti a volte

da corruzione pulviscolare”?  Diffusa, pervasiva e, da …”pulciari”, direbbero a Roma. E dove se non, trattandosi dello Stadio della Roma?

Con questo calcio, colgo l’occasione, diciamo la verità, una volta in un modo, un’altra in un altro, ci avete rotto i coglioni.

Storia prevista e prevedibile (intitoliamo questo post che scriviamo con imbarazzo e amarezza in bocca) quella che ruota introno a questa ennesima vicenda avendo come protagonisti personaggi che non avrebbero potuto portarsi dietro nulla di buono, avendo da decenni, pessima fama: l’indagine comincia intorno alla figura di Raffaele Marra (quello), a sua volta in rapporti ambigui (ma quali ambigui, chiarissimi, ad ascoltare, banalmente, le intercettazioni a suo tempo effettuate!) con Paolo Scarpellini (quello), con Gianni Alemanno (quello) con Renata Polverini (quella). E cosa c’entrava il M5S con questi storie e con questi personaggi pubblici?

Paolo Scarpellini e ora Luca Parnasi (quello). Come si poteva pensare che non si portassero dietro l’orrore giudiziario che, in un modo o in un altro, ora ci dovremo sorbire? Come vedete, non parlo più di Marra, ometto tanto banale da volere, anche lui raccomandato, entrare nello stipendificio detto “servizi segreti” grazie alla segnalazione di mons. D’Ercole!!!!!!! Di queste leggerezze (chi ha veramente piazzato/sussurrato/suggerito i Fratelli Marra alla troppo impreparata sindachessa di Roma è il quesito investigativo architrave di tutta la vicenda della Dispersione della Speranza del Grande Cambiamento DSGC, tema su cui mi soffermerò nei giorni successivi) la comunità italiana ora si prepara a pagare il prezzo degli stereotipi “sono tutti uguali”, “erano meglio quelli di prima”,”tanto non cambia nulla”.

Maledetti, maledetti, maledetti.

Il Grande Cambiamento perché “nulla cambiasse” lo ha certamente organizzato qualcuno (altro che i complotti non esistono) che, avendo soldi e tempo, prima ha ben attenzionato l’ambiente del M5S romano (realtà politica che non poteva non raccogliere a mani basse la stanchezza/il disgusto/la rivolta che covavano da decenni) e poi ha minato la speranza di milioni di italiani ordendo questo schifo che ogni ora diverrà più evidente. Schifo, senza se e senza ma.

Bisogna aver letto i versi di Olindo Guerrini (quello che poetava “…quando schizzan le sorche innamorate/dalle tue fogne, o Roma…) per sapere cosa succederà ora? E Guerrini era romagnolo.

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State parlando di una città che non poteva essere affidata a dei signor nessuno che non avessero dimostrato, per mesi e mesi di vaglio e di riscontri certi, ampia conoscenza  dei meccanismi putrescenti di potere che avevano fatto e disfatto sindaci (di destra, di centro e di sinistra) per decenni.  La partita della Nuova Repubblica si giocava a Roma e senza passare per un reclutamento, una selezione e una lunga formazione che desse prove di una avversità culturale dei confronti di tutto quel mondo della speculazione immobiliare di Roma che ha creato una nuovo tipo di classe parassitaria e onnivora di capitalisti (i palazzinari), non bisognava consegnare le chiavi della speranza (la vanificazione della stessa, come vedremo, è il vero reato politico consumato a Roma) a nessuno.

Ma dove avevano vissuto questi ragazzi per bene, piazzati a guida della Capitale? Cosa sanno del mistero dell’empietà tutt’uno con la storia di questa città? Città sede della Chiesa e dello Stato vaticano. E inoltre chi non sappia quali rizomi sotterranei leghino i sette colli romani (il Campidoglio è uno dei colli) difficilmente potrà cavarsela. Roma è millenaria e non doveva essere affidata a dei chiunque. Come si vede.

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Per questo ho citato Olindo Guerrini, il poeta scapigliato detto lo “stecchino” in quanto a lui è intitolata una via della Bufalotta (zona ben nota ma ormai non delle peggiori) che solo a vederla con i suoi palazzoni capisci chi hai davanti, di lato, di dietro soprattutto. Di dietro e non con atteggiamento benevolo. A meno che non ti piaccia. Ma si potevano mandare in giro, non accompagnate, queste quattro creature, maschietti e femminucce, per questa giungla di cemento e denaro, impastata di sabbia, sterco ed immodizia da corruttori compulsivi, dove crescono (addestrandosi soprattutto nei Circoli ludico-sportivi) e si moltiplicano, da decenni, sparvieri, iene, serpenti, scorpioni, pulci, zecche alimentandosi di mutui indicizzati pagati da povera gente, a loro volta tratta in inganno dai complici di questa fauna di sanguisughe, compari criminali annidati nelle banche di riferimento degli stessi palazzinari, indebitati e ridotti a semplici leve tecnico finanziarie del raggiro? La risposta ovviamente è no, perché non poteva non finire a violenza carnale di gruppo! Scusate che evoco l’orrore  dello stupro ma come si poteva pensare che senza scorta intelligente e armata (intendo banalmente armata di intelligenza se non di altisonante “intelligence”) i violentatori seriali  non provassero a violare gli orifizi, le tasche  e le pusillanimi ambizioni di queste creaturelle? Non dico che per mesi si fosse dovuto cercare un Ernesto Nathan ma alla fine, un giorno, voglio arrivare a sapere chi cazzo (per fare un esempio tra i tanti possibili) non ha neanche preso in considerazione la candidatura di una signora colta e di grande esperienza, nazionale e internazionale, quale certamente è Loretta Napoleoni. E mi scuso con la studiosa di cose complesse per utilizzare il suo nome per descrivere il gap tra la complessità romana (torno a dire prevedibile e prevista) e la soluzione impostaci.

Ma dove avevano vissuto, ripeto, quelli che si sono beccati immeritatamente il voto sfogo/speranza/gesto di rivolta di oltre 700.000 romani?

Romani che si erano, andando contro la loro stessa natura di scettici, fidati ma come, si è visto in modo macroscopico poche ore prima della retata con la più alta astensione dal voto nella storia d’Italia (sono andati a votare il 26-27% degli aventi diritto ), capiscono benissimo, dopo la prima volta, chi hanno davanti.

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È finita ragazzi e ora che il tappo che avevate rappresentato è saltato, si apre l’abisso e la vera avventura. Non solo per Roma. E qui la sparo grossa: per l’Italia, per l’Europa, per il Mediterraneo. Il tutto per uno stadio di calcio. Figurarsi se si facevano le Olimpiadi che cosa succedeva! Comunque, evitiamo di cominciare a fare a scarica barile.  Sarà lunga e dura ricostruire chi aveva avvertito chi, e chi se ne è fregato degli avvertimenti. E questo perché mentre dello Stadio della Roma (o della Lazio) non me ne frega niente, non sono pronto a passare sopra al furto di speranza (pur vecchio e stanco come sono) che penso di aver subito, complice l’arroganza di chi pensava di saper fare e, con violenza culturale, impadronitasi dell’opportunità, ha servito, consapevolmente o inconsapevolmente, esclusivamente gli interessi dei padroni del mattone e del travertino romano. Che a chiunque era noto chi fossero. Nomi e cognomi. Tra i nomi e cognomi c’erano, da decenni, Pietro Scarpellini e i  Luca Parnasi.

Comincia una lunga notte buissima, senza Luna e, soprattutto, senza stelle, che, in miscela con i respingimenti ed altre semplificazioni similari, apre una stagione di complessità che avrebbe avuto bisogno di altra luce rischiarante. Vedremo di non farci prendere per la prima volta dal panico e sia pur semiaccecati, di procedere, a tentoni, ma di procedere.

Oreste Grani/Leo Rugens