L’operato del senatore Mario Giarrusso ovvero il vero contrasto alle mafie

Giarrusso 416 TER

Il senatore Mario Michele Giarrusso, quello che tutti sapete stimo e considero un parlamentare coraggioso e vero combattente per la libertà e il diritto (costituzionale) di non vivere oppressi e condizionati da mafiosi e prepotenti, farebbe bene a ricordare (comunque lo faccio io per lui se avesse pudori) al web (il nuovo luogo telematico dove, nel tempo, si determina la reputazione delle persone) che, grazie alla modifica del 416 Ter (modifica da lui studiata e fatta diventare legge con i suoi collaboratori) il poco onorevole Roberto Rosso, qualora risultasse colpevole, non se la cava con meno di 15 anni. Vuol dire che almeno uno che pensava di fottere la volontà popolare facendosi votare dagli “amici degli amici” ce lo saremo tolto di mezzo. Che Rosso fosse ciò che potrebbe risultare essere, me lo dicevano vocine ben informate, soprattutto di persone che sul territorio in cui operava l’assessore (ma vi rendete conto che stiamo parlando del Piemonte cioè una regione in cui in troppi ritenevano che fosse doveroso aprire cantieri per il TAV con gli occhi foderati di prosciutto?) lo percepivano come organico a criminali. Anche ad imprenditori criminali. Perché l’arresto di Rosso (come in passato l’arresto di Ezio Bigotti) apre uno spaccato su quei territori produttivi. Così come in Val d’Aosta, in Lombardia, in Liguria, tutto il Nord Est e poi a scendere sulla Riviera Adriatica inquinata sin dai temi degli sconsiderati domicili coatti dei mafiosi “mandati al Nord”. Certo che di complici e di deficienti la madre della lotta alle mafie è sempre stata incinta.

il voto di scambio-libro

Quello descritto in queste ultime ore in Piemonte è uno spaccato dove bisogna inoltrarsi e sradicare le male piante. Grazie senatore, anche per aver sopportato, per tutti noi, la grave indifferenza al suo operato soprattutto, paradossalmente, da parte dei vertici del M5S, che in questi anni ci sono apparsi quasi infastiditi del suo rigore (è severo e allora?) e competenza. Ogni volta, quando si doveva scegliere per merito e amore del diritto, passava avanti qualcuno meno competente e meno determinato. Ci sarà stato un motivo, come quasi tutto quello che in questi anni è accaduto nel M5S. Come emerge ogni giorno. Senza ombra di dubbio alcuno, nel MoVimento sono “andati avanti” quelli meno competenti, meno rigorosi, meno coerenti con le radici del MoVimento. A grave discapito della reputazione complessiva del mondo pentastellato e del principio di sicurezza che nella meritocrazia vede il primo argine alla dissipazione dei valori di convivenza civile. Andavano (e vanno) avanti i compiacenti, i cicisbei di corte, i reggi “coda”. Quelli. Ma di queste scelte opportunistiche e malsane, quando avremo tempo e stato d’animo opportuno, torneremo a scrivere in quanto non solo sono episodi gravissimi (così va considerato il nepotismo nella P.A.) ma (questa è la follia del vostro Leone Ruggente) in quanto riguardano una qualche  forma di “voto di scambio“.

Anche dentro il M5S nessuno avrebbe dovuto “scambiare” la volontà popolare con e per “i cazzi propri”. E quando faccio scelte semantiche volgari non mi intendo allontanare, non solo dal concettuale, ma dalla sostanza dei comportamenti. La guerra alle mafie (e quindi la composizione degli organismi parlamentari preposti) ha risentito, per un tempo ormai insopportabile, di scelte inopportune, come la somma di troppi episodi conferma: gli organi sono affollati da donne e uomini sbagliati reclutati e selezionati con prevalenti criteri di fedeltà al capo. O di spartizione fra maggioranza e opposizione nel MoVimento. E non vi sembra “voto di scambio” o meglio un utilizzo del voto popolare per fini propri? Esagero? La penso così e lo dico. Il M5S è in via di liquidazione anche per queste gravissime scelte fatte da Luigi Di Maio e da chi ha considerato quel ragazzotto (chissà se è un reato dare del ragazzotto ad un ragazzotto?) senza alternative.

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Comunque, per tornare alla cronaca nerissima per Giorgia Meloni, l’arresto di Roberto Rosso non va circoscritto e sarà doveroso scavare, scavare, scavare. Per trovare altro, se di scavare si tratta, non si dovrebbe faticare molto, essendo in natura, le radici del riso non troppo lunghe rispetto alla pianta. Così ho detto la mia. E non dite che non lo avevo scritto. Rosso e nero, sono i colori che ho oggi evocato. Non mi riferisco alla maglia del Milan ma ad un mio post del IL FILO ROSSO/NERO CHE LEGA LA CALABRIA E LA LIGURIA TIENE L’ITALIA INTERA SOGGIOGATA

Post a cui tengo.

Oreste Grani/Leo Rugens grato alla vita per aver conosciuto uno come Mario Giarrusso, intemerato (da quando era ragazzo) nemico dei prepotenti e quindi dei mafiosi. Perché i mafiosi sono dei prepotenti e i prepotenti sono dei mafiosi. Non sempre si riesce a far scattare la norma di legge ma la sostanza è questa.