Di chi è l’onere della prova nel caso delle accuse del quotidiano spagnolo ABC?

Enrico Mentana, grande professionista, dice che, fino a prova contraria, quei soldi il M5S non li ha presi. Lo dice, con tono non convinto, ma lo dice. Gentile e competente Mentana, non funziona così: le prove ci sono e bisogna che il Movimento (cioè Beppe Grillo, Vito Crimi, Luigi Di Maio, Davide Casaleggio e un mare di altri ministri e sottosegretari, fino al n°1 dell’Intelligence e della Difesa, dopo la defenestrazione cercata ed ottenuta di Elisabetta Trenta, Angelo Tofalo) dimostri che quei documenti sono falsi. Altrimenti rimane solo che o quel finanziamento è “la madre di tutto” o i tre milioni e mezzo se li sono “steccati” Chavez e Maduro con un trucco fantasioso insieme a tanti altri miliardi di cui “spogliavano” il Venezuela. A Podemos i soldi furono dati. Perché non si sarebbero dovuti dare agli “italiani pentastellati”, non è chiaro. Anzi sarebbe stata una mossa abile.

Se i soldi si davano a Lenin, alla Loggia Propaganda 2 di Licio Gelli o ad Armando Cossutta, non capisco perché dovrebbe essere una falsa notizia che, tramite il Venezuela, perfino l’Iran di Almadi-Nejad trovava amici in Europa e nel cuore del Mediterraneo. E non a caso dico Iran che, proprio negli anni che precedono l’eventuale abile operazione di “posizionamento” in politica estera, con il Venezuela aveva stabilito un’alleanza strategica consolidata su almeno tre punti: nel settore petrolifero i due paesi erano allineati sui tagli per mantenere il prezzo del petrolio; nel contenzioso internazionale sulla questione nucleare erano allineati; terzo ma cosa non minore sia Teheran che Caracas hanno sempre rivendicato il diritto ad armarsi adeguatamente (parlo di armi tradizionali a cominciare dagli elicotteri a finire alle cerbottane) e a tal proposito basterebbe vedere quanto in questi trascorsi dieci anni abbiano speso in armamenti.

C’è una cosa inoltre non da poco che ha unito le due dittature: il Venezuela, insieme all’Iran appunto e all’Indonesia, è stato uno dei pochissimi paesi ad intervenire in dissenso (non potendo opporsi in quanto non ci fu votazione) rispetto alla risoluzione A/RES/61/253 dell’Assemblea generale del 27 gennaio 2007, che ha condannato la negazione dell’Olocausto e ha destinato la medesima data alla celebrazione annuale di una giornata dedicata al ricordo della grande tragedia con cui si tentò di cancellare dalla faccia della terra il popolo ebraico. Se questi soldi sono passati (vedete di dimostrare il contrario e in modo ineccepibile perché dalle prime risposte degli “spagnoli” mi sembra che, viceversa, siano per voi dissipatori/usurpatori “cazzi ma-durissimi”) dalla coppia ChavezAhmadi-Nejad (questa è la mia tesi audace anche se contabilmente i soldi sono partiti da Caracas) non saremmo di fronte solo allo schifo di storie sordide alla Link Campus, con annessi professori spariti, ma percorsi carsici che tra Iran, Venezuela, Siria, Turchia, Egitto, Libia spiegherebbero non solo tante cose rimaste mal raccontate e giustificate (anche ai magistrati napoletani) ma l’ostilità sostanziale per Israele e il suo mondo di riferimento culturale e valoriale. Sono del 1947 e le relazioni formali tra il Venezuela e l’Iran hanno inizio proprio in quell’anno. Certamente durante il Trienio Adeco, in cui governava a Caracas, Romulo Betancourt, fondatore del partito Acción democrática. A Teheran c’era lo scià Reza Pahlavi. Da allora sono scorsi fiumi di petrolio.

Comunque, dopo decenni, con le notizie che arrivano via ABC, ci troviamo in presenza di un affascinante intrigo internazionale che ritengo, comunque, solo all’inizio.

Materia di cui, per ovvi motivi, se mi conosci un po’, amico (si fa per dire) Tofalo, non cesserò di scrivere, finche avrò dita. Come vedi, gentile sottosegretario, alla “rendicontazione” (quella vera e cazzuta), ci sono arrivato e dicono “vivo e sveglio”.

Torno a scrivere: vedete di dimostrare, in modo certo, che non si tratta di documenti autentici perché, viceversa, a fare chiacchiere su “vero e falso” sono buoni tutti.

A cominciare dal giovane Casaleggio che potrebbe essere realmente disinformato. Il Vero, il Falso, l’Autentico sono cose per pochi. Devono fare chiarezza su questi grovigli bituminosi soprattutto persone che vorrebbero avere il diritto di impadronirsi di quanto attiene alla blockchain e alla sicurezza cibernetica della nostra gente. Cioè di ciò che, partendo dal punto zero, dovrebbe essere “autentico”. Da questo momento, caro Tofalo, mi devi convincere che Maduro/Ahmadi-Nejad (l’amico di Annamaria Fontana) non vi abbia pagato. Anche perché, prova a non dimenticarlo, c’è una storia di offese e di rendicontazione che prima o poi, dovremmo affrontare, a partire da 50 (cinquanta) euro che un giorno inviasti a Leo Rugens.

50 euro che sento il bisogno di strapparti in faccia qualora fosse provato che siete stati fatti ingrassare con i soldi dei sanguinari dittatori iraniano-venezuelani.

Oreste Grani/Leo Rugens

P.S.

Passo dopo passo, rivelazione dopo rivelazione, caro il mio ingegnere/calciatore, vuoi vedere che arriviamo a scoprire il movente primo di troppe cose, viceversa, inspiegabili? A cominciare dall’ostilità per il popolo israeliano e le sue proposte sostanziali di intelligente collaborazione.