Ancora a fuoco un obiettivo logistico strategico dislocato in Russia

Questa volta brucia un impianto che si può facilmente ricondurre ai “tubi” che connettono la Russia di Putin con la produttiva Germania. E non solo. Il sabotaggio (anche questo riuscito senza perdite tra gli incursori) è un segnale per chi pensa che non ci saranno prezzi veri da pagare (e non parlo quindi di tariffe o di inadempienze contrattuali) in questo scontro per la vita o per la morte tra il popolo ucraino e l’orso aggressore? L’avvertimento (forse qualcosa di più) aumenta la tensione in Europa e sui mercati. Oltre al COVID in netta ripresa in Oriente, gli attentatori, pur non volendolo, sembrano dire “siamo pronti a tutto e se pensate che continuerete a vivere tranquilli mentre noi moriamo di sete e di fame (oltre che di esplosivi) vi sbagliate di grosso”. Questa delle azioni di sabotaggio così ben mirate ed eseguite in territorio russo, sembrano andare nella direzione che sosteniamo da tempo: sarà difficile per gli europei che volessero rimanere indifferenti alla tragedia ucraina girare la testa da un’altra parte o, peggio, finanziare oggettivamente la violenza del duo Kirill-Putin contro il popolo di Kiev.
Potrebbe essere tutto falso perfino le foto che trovate a seguire. Sono più dell’idea che sia tutto autentico e la groviera russa stia mostrando tutti i suoi limiti e vulnerabilità.
Oreste Grani/Leo Rugens