L’Olanda taglia il programma di austerity – Ora tocca all’Italia

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Rilanciano nel web una notizia particolarmente significativa in queste ore di esordio del Governo Letta.

La Redazione di Leo Rugens

L’Olanda rinunzia al suo piano di austerità dopo un brusco aumento del numero dei disoccupati

di Antonio de Martini
Questa volta, non si tratta di un paese mediterraneo né di un governo socialisteggiante, ma del migliore alleato della Cancelliera Merkel.
Il Regno dei Paesi bassi, in recessione per la seconda volta dall’inizio della crisi, visto che in pochi mesi la disoccupazione è passata dal 6% all’8,1% e i fallimenti del primo trimestre di quest’anno sono incrementati del48% rispetto all’anno precedente, ha gettato la spugna, rinunziando al programma di austerità che doveva ridurre il deficit per uno 0,8% del PIL.
Con questa scelta del primo ministro Mark Rutte a capo di un governo di coalizione composto di liberali e laburisti, il rapporto deficit/PIL che era al 4,1% , ci resterà e non potrà essere ricondotto al di sotto della fatidica soglia del 3% nemmeno nel 2014.
Il ministro delle Finanze Jeroen Dijsselbloem, laburista e a capo dell’Eurogruppo, si trova nella insolita posizione di aver imposto l’Austerity a Cipro (con la disoccupazione destinata a passare dal 7,9% del 2012 al 16,9% previsto per quest’anno) e di rifiutare per il suo paese la stessa medicina.
La delibera del Consiglio dei ministri del 12 Aprile, ha permesso alla popolazione di partecipare con allegria al compleanno della Regina il 30 Aprile (la Regina compie gli anni in altra data, ma ormai convenzionalmente il compleanno del sovrano è fissato al 30 di Aprile) dato che il piano di Austerity comprendeva una eliminazione dei vantaggi fiscali del risparmio pensionistico e perfino un contingentamento del numero dei portatori di handicap….
La contraddizione tra il fatto di essere il capo dell’ Eurogruppo e di contemporaneamente disobbedire al diktat della Commissione europea, è un problema di Dijsselbloem, o al massimo della Merkel che adesso è isolata nella sua testardaggine.
Diventa un problema nostro invece il fatto che tra paesi in crisi che hanno chiesto un prestito (Irlanda, Portogallo, Grecia, Cipro) e paesi che stanno per chiederlo (Slovenia) e paesi che hanno ottenuto la deroga al limite del 3% (Francia e Spagna) e paesi che non facendo parte dell’area euro se ne fregano (Inghilterra e Svizzera, Giappone e USA) e paesi che hanno rifiutato di pagare (Islanda) e paesi che hanno creato un mercato parallelo a tasso fisso dei loro Bond con vendita ai privati invece che agli Hedge fund (Belgio), gli unici che rimangono masochisticamente tra l’incudine della regola del 3% e il martello dell’Austerity siamo noi italiani.
Grazie Mario, ci hai fatto sentire unici [tratto da Il Corriere della Collera]