Per troppo tempo, troppi “cretini organizzati” si sono interessati di cose serie

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Cari “molossini”,

chi aveva ragione quando, in tempi non sospetti (cioè prima della caduta di Mubarak), sconsigliavo attività imprenditoriali in Egitto e in tutto il nord Africa?

Che fine hanno fatto gli avidi ingegneri, i gestori di ristoranti sempre necessitanti di denaro, i “maltesi” con amici protettori a Tel Aviv, legati ai soliti ambienti accreditati dai soliti segretissimi Servizi Segreti che si aggiravano negli uffici di via Beatrice Cenci? Di quale stipendificio erano dipendenti i calunniatori del sottoscritto, denigratori della mia prudenza preveggente, dei miei convincimenti culturali e del mio eccessivo patriottismo?

Gli interessi di quale oscuro personaggio spingevano le azioni dei millantatori/calunniatori?

Nella hall di quale Grand Hotel si facevano incontrare, “casualmente”, gli onesti imprenditori finanziatori del progetto strategico culturale di Ipazia perché, ufficiali traditori del giuramento alla bandiera, li suggestionassero consigliandoli a non frequentarmi, lasciandoli così, in balia degli eventi geo politici?  Vi potete immaginare delle nullità professionali, incapaci di sapere, con il dovuto anticipo, mezza notizia sulla sorte di Ben Ali, del dittatore libico Gheddafi, consigliare qualcuno di qualcosa? Queste (ed altre) sono domande che, ormai, hanno le loro esaurienti risposte. Io avevo ragione e quei traditori della Patria si stavano facendo solo i cazzi loro.

Chiedo invece, in modo trasparente e come sono abituato a fare, che fine abbiano fatto gli interessi italiani legati alla raccolta dei rifiuti al Cairo. Come sta messa la GESENU in Egitto?

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L’odissea di una Pmi italiana tra rivoluzione e colpi di stato

IL CAIRO. 

Lunedì Pierluigi Tortorella è andato a presentarsi al nuovo vicegovernatore di Cairo Nord. Il quarto in due anni e mezzo. «Ho avuto la chiara sensazione che non sapesse niente di noi e della nostra storia imprenditoriale in Egitto. Era entrato in servizio il giorno prima». Ancora una volta Tortorella ha spiegato cosa fa Gesenu al Cairo, ha sintetizzato i contenziosi aperti con le autorità ed educatamente ha ricordato quel debito di 8 milioni di euro che, un governo dopo l’altro, cresce e gli egiziani continuano a non onorare.
Fare impresa ai tempi della rivoluzione. Le violenze, i carri armati in piazza, la burocrazia paralizzata, gli interlocutori che cambiano, l’ostilità verso gli stranieri che aumenta sempre quando c’è aria di guerra civile, la pazienza. Dopo avere assistito alle manifestazioni di piazza Tahrir nel gennaio 2011, alla caduta di Mubarak, alla salita dei generali, alla loro ritirata e al trionfo dei Fratelli musulmani, Pierluigi Tortorella che ha 32 anni, una laurea in ingegneria e da sei abita al Cairo, ha vissuto giorno dopo giorno la drammatica caduta della fratellanza e il ritorno dei generali. Era pericoloso ma «non me la sono sentita di andarmene. Non potevo dare la sensazione di abbandonare gli egiziani che lavorano con me. In quei giorni la mia presenza era inutile per loro e improduttiva per l’azienda. Ma dovevano sapere che io ero qui. Il nostro lavoro è un lavoro operativo, stiamo sulle strade».
Master and commander. Calabrese di Catanzaro, trapiantato prima a Roma e ora al Cairo, Pierluigi Tortorella è il general manager di Arab Environment Company, l’impresa locale di Asai/Gesenu di Perugia. Dal 2002 in Egitto, garantisce la gestione integrata dei rifiuti di Cairo Nord e Ovest, circa 6 milioni di abitanti e 2mila tonnellate al giorno di immondizia: dalla raccolta manuale e meccanica, al trasporto, allo smaltimento. Rifiuti di piazza Tahrir compresi. Cinquemila e 500 impiegati, tre dei quali italiani.
Nei giorni del furore era difficile lavorare. «Era tutto bloccato, il governatorato e gli uffici municipali chiusi e non avevamo interlocutori che ci spiegassero. Una buona parte del nostro lavoro è notturna: prima, quando si sparava, era pericoloso e ora c’è il coprifuoco che ci costringe a rivoluzionare i turni. Se non riesci a raccogliere i rifiuti di un giorno, devi lavorare una settimana per recuperare».
Sono state giornate straordinarie ma le altre, lontano dalla guerra civile, non sono molto più ordinarie. Ogni cambiamento significa nuovi interlocutori, promesse e pretese diverse. E tutte le volte che cambiano, le trattative devono ricominciare daccapo, i contenziosi vanno rispiegati. Ma a quale parte politica vincente appartenga il funzionario egiziano dall’altra parte del tavolo al quale siede Tortorella, c’è una continuità comportamentale: tutti i contratti firmati prima del 2011, ai tempi di Mubarak, sono sempre sospettati di frode; e nessuno prende decisioni delle quali potrebbe essere chiamato a rispondere dal vincitore successivo. «Prima del Ramadan – racconta Tortorella – avevamo dimostrato ai nostri interlocutori egiziani che avevano violato un punto del contratto. Lo hanno ammesso e riconosciuto di doverci del denaro. Fateci causa e pagheremo, hanno spiegato». Sarebbe stato un giudice ad assumersi la responsabilità, non loro. Dopo quanto tempo il debito riconosciuto sarà finalmente saldato, è un altro problema.
Per questo è una impresa penosa cercare di recuperare un credito complessivo cresciuto a 8 milioni di euro, quasi la metà del fatturato. «Per noi è un risultato magnifico raggiungere ogni anno un profitto del 10%», dice Tortorella, cercando una ragione di ottimismo. È quasi banale chiedergli perché Gesenu sia ancora qui. «Perché il Cairo per noi è diventata una casa. Comunque sì, ci stiano pensando. Per quasi tre anni abbiamo aspettato una stabilizzazione che non è mai arrivata».

Ugo Tramballi – 23 agosto 2013

Quelli di seguito sono i consigli che potevano apparire professionalmente ineccepibili. Tutto bene miei piccoli cretini organizzati tranne un particolare di poco conto:  poteva “arrivare” la primavera araba e lasciare tutti senza incassi.

Oreste Grani

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Strategia Generale

In considerazione degli scenari che si stanno delineando per il servizio di Raccolta Rifiuti Solidi Urbani e Spazzamento della città di Roma, con la prospettiva di privatizzazione dei servizi da concludersi entro il 2014, un eventuale imprenditore privato che decidesse di entrare nel business dovrebbe principalmente dimostrare di possedere idonee esperienze lavorative certificate in attività oggetto di gara. Sulla scorta delle passate esperienze internazionali, una città delle dimensioni di Roma verrebbe messa a gara in lotti.

I competitors internazionali eventualmente interessati dovrebbero possedere dei requisiti specifici che normalmente vengono reclamati da tutte le istituzioni in ogni parte del mondo:

1) quantità di rifiuti raccolti in un unico contratto non inferiori a 1500 ton/giorno da almeno tre anni

  1. 50 km/giorno di strade spazzate
  2. esperienza nella gestione di impianti trattamento rifiuti (discariche, impianti di compostaggio, impianti di captazione e trattamento biogas, impianti di depurazione acque reflue)
  3. Responsabile Tecnico con esperienza non inferiore a 5 anni in gestione e/o progettazione di servizi ambientali in città la cui popolazione non sia inferiore a 1.500.000 di abitanti

 Per il raggiungimento di tali obiettivi è necessario, quindi, attivarsi con urgenza per sfruttare l’opportunità di rilevare un’azienda che possegga i requisiti richiesti.

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Strategia Operativa

Rilevare Ama Arab Environment Company (AAEC), ex Ama International, società che ora appartiene interamente al gruppo Gesenu, di proprietà dell’avv. Cerroni e del comune di Perugia.

La Gesenu, quale proprietaria di AMA International e quindi di AAEC, attualmente gestisce due contratti pari al 50% di tutta la città del Cairo e versa in seria difficoltà al Cairo a causa dello scarso servizio erogato, delle numerose penali accumulate e dei “warnings” che il Governatore del Cairo ha già emesso nei suoi confronti. Tutto questo è dovuto alla scarsa propensione alla gestione dei servizi di igiene urbana da parte del gruppo di riferimento, storicamente specializzato nella realizzazione di impianti e che pertanto al Cairo ha scelto di affidarsi a personale locale che, seppur ben introdotto negli ambienti politici, non ha mai gestito tali servizi ad un livello minimamente accettabile. Da qui si originano “claims” contrattuali ormai prossimi al raggiungimento della messa in mora e della cancellazione del contratto da parte dell’ente appaltante “Governatorato del Cairo”.

Tale momento di debolezza contrattuale rappresenta, nell’ottica della strategia generale sopra delineata, il momento più favorevole per agire.

Occorre contattare, con un gruppo di avvocati di affari, l’avv. Cerroni, per proporgli la cessione dell’intero pacchetto di quote della proprietà AAEC. Tale offerta però non deve rivelare l’interesse di un gruppo italiano, bensì prefigurare l’interesse da parte di un gruppo arabo o estero non meglio specificato, altrimenti l’avv. Cerroni alzerebbe immediatamente il prezzo di cessione. In realtà, sapendo le difficoltà in cui versa AAEC per l’abbandono in cui è stato lasciato il servizio ed il parco mezzi con cui effettuarlo, la stessa può essere ragionevolmente rilevata con un’offerta compresa tra i 400.000 e gli 800.000 Euro.

Formalizzato l’accordo per l’acquisizione di AAEC, si dovrà condizionare la sua attuazione ad un periodo di circa due mesi necessari per effettuare una “due diligence” operativa, gestionale e finanziaria.

Parallelamente alla “due diligence” occorre riallacciare i rapporti con il Governatore del Cairo, con i soci locali di minoranza (circa il 5% delle quote) per ricostruire la vincente compagine di supporto di tutte le nostre iniziative.

GESENU

L’assenso del Governatore alla remissione delle penali nonché il gradimento del ritorno delle persone italiane competenti che avevano avviato e gestito il servizio nei primi quattro anni di esercizio, dovrebbe altresì aiutare la nostra acquisizione con ulteriori pressioni e “warnings” contrattuali sull’attuale gestore. La “due diligence” permetterà di compilare il business plan operativo gestionale che consentirà di esprimere compiutamente le decisioni sulle acquisizioni e sugli investimenti per garantire un livello di servizio accettabile e rispettoso delle aspettative della popolazione cui è destinato.

In conclusione, al termine di questi due mesi, si potrebbe sciogliere la riserva e svincolare all’attuale proprietario la cifra già concordata acquisendo la proprietà di AAEC.

L’importanza di acquistare AAEC consiste nel fatto che AAEC possiede i requisiti tali da consentire di partecipare a tutte la gare internazionali su città piccole, medie e di grandi dimensioni, inoltre costituisce un’ottima collocazione strategica sul bacino del mercato mediterraneo, permettendo il consolidamento e lo sviluppo verso tutti i paesi di tale area. AAEC, che possiede due contratti di durata residua ciascuna di circa 7 anni, potrebbe essere il veicolo di importanti opportunità commerciali di sviluppo anche per moltissime aziende italiane nell’area dei mercati di riferimento. Non da ultimo, la Comunità Europea ha inserito un portafoglio di fondi per le aziende italiane che investono in Egitto nelle attività in campo ambientale e nelle energie alternative.

Si riassumono di seguito i passi da seguire:

  • contatto con il gruppo Cerroni-Gesenu
  • proposta di interesse vincolata alla due diligence operativa finanziaria
  • sopralluogo al Cairo per la valutazione effettiva al fine di verificare lo stato d’uso dei mezzi di servizio e la stima degli investimenti da sostenere a breve-medio termine
  • redazione del business plan aggiornato
  • proposta economica definitiva

AMA

Ulteriori considerazioni:

La gestione avveduta per mezzo di tecnici specializzati ex-AMA consentirebbe un rapido recupero di immagine di AAEC rendendo il clima contrattuale ed i rapporti con le istituzioni del Cairo più sereno e fattivamente collaborativo come in passato. Considerazioni personali, che riservo di verificare sul luogo, mi portano anche a valutare che l’investimento stimato a brevissimo, finalizzato a dare immediata visione della rinnovata e reale intenzione dei nuovi gestori di impegnarsi per la città del Cairo, consiste nell’ottenere una immediata disponibilità di circa n. 8 camion lift-car pesanti, n. 2 compattatori pesanti ed una decina di veicoli leggeri con vasca ribaltabile (investimento previsto pari a circa 1,5-2 M1n Euro), per fronteggiare l’emergenza, il necessario start up ed il riallineamento dell’esercizio soprattutto nella malaugurata ipotesi, da verificare con i colloqui presso il Governatorato, che non ci venga consentito l’uso di veicoli usati o reperiti a nolo sul mercato locale.