Leo Rugens raggiunge i centomila (100.000) accessi: un batter di ciglia per alcuni, un aiuto vitale per me e per la necessaria Strategia di sicurezza nazionale

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Oggi festeggiamo, in serenità d’animo, con gli amici e gli affetti familiari che non ci hanno abbandonato nell’ora più buia, i 100.000 “accessi” a questo blog nato, “obtorto collo”, per smentire una calunnia. Piccoli numeri rispetto a quanti, in un solo giorno, può farne, nel suo “sito”, una delle tante siliconate Nicole Minetti.

Eppure, questi “pochi” centomila, mi appaiono, un numero incredibile di “volontà e curiosità” espresse e fatte pervenire ad un luogo telematico sostanzialmente sconosciuto. Soprattutto se  si valuta che Leo Rugens è, prioritariamente, strutturato su ricordi autobiografici, affermazioni di cui mi sono sempre assunto la piena responsabilità legale e senza nascondermi dietro alcuna forma di anonimato. In molti mi/ci hanno chiesto perché non ci fossimo avvalsi della facoltà di far oscurare, dalla Polizia Postale, la “misura attiva” attuata con la sola finalità che il sottoscritto fosse messo a tacere. Continuate a leggere, con affetto e stima, quanto pubblicheremo e, intelligentemente, avrete risposte esaurienti. Ormai, ci ho preso gusto. Tutto quanto è stato scritto (milioni di parole!), in modo responsabile, è stato pubblicato soprattutto cercando di non disperdere il patrimonio culturale elaborato in decine di anni di dedizione alla Repubblica e alla mia “gente” (gli Italiani) spesso infingarda, opportunista, pavida ma, comunque, unica al mondo.

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A fronte di questa complessa attività informativa, sono pervenute al blog tre (3), tre (3), tre (3) (tre su centomila accessi!) lettere di critica e di insinuazione di una mia eventuale incompetenza o malafede. Mai nessuno che abbia osato reiterare la calunnia originale. Tutte e tre le missive, fonti aperte non smentibili o camuffabili, hanno ricevuto, ampia risposta e chiarimenti, come è possibile verificare, armandosi di opportuna pazienza, ripercorrendo i 1189 articoli pubblicati. Tutti e tre gli interlocutori e denigratori, cosa che continua ad incuriosirmi, avuta una risposta circostanziata, sono “spariti” dal mondo telematico. Anche quelli che mi invitavano a prendere…un caffè.

Torniamo ad Amalek e al suo agire. Cara/o calunniatore, se era mettermi a tacere quello che ti prefiggevi, cretina/o, perfida/o Amalek, obbligandomi a toccare una tastiera e ad affidare ad un luogo (il web) che può essere anche infido, i miei ricordi, sei stato veramente un genio. Se, viceversa, come ritengo più probabile, speravi di fermarmi nel mio agire al servizio della Cosa Pubblica e nel contrasto che, con intelligenza superiore (come è questa?), da sempre attuo contro i nemici dello Stato e  in difesa della cultura amica della Pace, vedi da solo che fine hanno fatto i tuoi velleitari sforzi. Veniamo a te e ai tuoi guai.

Comincio ad immaginare come ti batterà il cuore, come ti si dilateranno le pupille, come ti si allenteranno gli sfinteri quando, a mio insindacabile giudizio, sarà arrivata per te l’ora di rispondermi e di rispondere alla Repubblica Italiana sul perché, quel 14 febbraio 2012, giorno prima di quando un notaio, cioè lo Stato, doveva sancire la nascita della struttura giuridica destinata ad incubare la necessaria Strategia di Sicurezza Nazionale, hai ritenuto, anonimo, di aggredirmi! Non dimenticare, inoltre, l’aggravante di avermi colpito, a pochi giorni dal Convegno intitolato “Lo Stato intelligente. I finanziamenti europei per la sicurezza e l’innovazione (23 marzo 2012, Sala delle Colonne – Camera dei Deputati).  Fino al giorno del nostro incontro reale (non 2.0!) goditi la condizione di chi spera che possa non avvenire mai la resa dei conti. Ma per come hai fatto soffrire la mia famiglia e per come hai messo a repentaglio il “magazzino immateriale” a cui avevo dedicato tutta la vita professionale, non sperare troppo. Vecchio e tardo come sono, sarò per te sufficiente. Colgo ancora l’occasione per ringraziare tutti le persone e le organizzazioni che facendomi pervenire, esplicitamente, apprezzamenti, hanno tutelato l’onorabilità del mio aver agito, sempre, “in ragion di Stato”. Sono grato inoltre agli anonimi lettori e a quegli amici carissimi che, “accedendo”, mi hanno convinto a non mollare. Un pensiero tenero va a chi (Ariela, Daniela, Dionisia) quando ho battezzato il blog, “Leo Rugens”, lo hanno trasformato in luogo bellissimo, organico e intelligente. Grazie a mio figlio Michelangelo che non ha mai smesso di leggermi, scoprendo, così, chi fosse in realtà “quel tipo bizzarro di suo padre”. Grazie senza confini ad Ariela, fedele e onesta compagna di vita che, anche oggi, giorno destinato alla felicità e all’orgoglio, ho fatto, senza volere, per la centomillesima volta, soffrire.

Oreste Grani