Le vie senza legge – Morire in Messico per che cosa?
INFORMAZIONI PER LE AZIENDE
Si consiglia alle aziende italiane che inviano tecnici o maestranze anche solo per brevi missioni nel Paese, di adottare specifiche misure di sicurezza e di attenersi alle disposizioni impartite dalle autorità locali in materia di trasferimenti di personale straniero. Le aziende italiane sono invitate a registrare la presenza di proprie maestranze sul portale DOVESIAMONELMONDO e a segnalarle all’Ambasciata.
Questa è l’ultima avvertenza che si legge nel sito del Ministero degli Esteri in merito alla sicurezza nel Messico; devo ammettere che a quanto di si dice passa la voglia di andare a fare una vacanza da quelle parti (Leggi a questo link: viaggiaresicuri.it), figuriamoci a lavorare. Eppure…
Negli ultimi giorni, a quanto si sa, tre italiani sono scomparsi e uno è stato ammazzato nel paese di Pancho Villa e di Monteczuma, così, non essendo i primi italiani che a nostra conoscenza bazzicano in Messico per lavoro, ci siamo un po’ incuriositi.
Premesso che nel grande paese a sud degli USA non ci abbiamo mai messo piede e che a parte qualche libro, film, articoli e racconti non abbiamo dedicato altro tempo per conoscerne l’articolarsi in stati, etnie, storie e ricchezze, vi segnaliamo il testo magistrale del grande agente britannico Graham Greene dedicato al Messico: “Le vie senza legge”, apparso nel cruciale 1938.
Occasione del viaggio, da cui derivano le riflessioni di Greene, fu la persecuzione antireligiosa attuata in Messico a partire dai primi anni Venti a seguito della rivoluzione e protrattasi in tutti gli ani Trenta, da parte dei presidenti che si succedettero e che ebbero in Plutarco Elías Calles uno dei suoi campioni. Calles morirà nel 1945 dopo essere stato a lungo protetto dal governo statunitense.
La galleria di ritratti, i cenni al petrolio, al turismo, l’insistenza sulla miseria, sul disfacimento spirituale nel quale si trovano molti personaggi, le zecche che gli succhiavano il sangue, la varietà di culture, la molteplicità etnica, la presenza europea, la disperazione, l’assenza di senso che pervade le strade percorse dallo scrittore poco più di ottanta anni fa restituiscono l’immagine di un luogo il cui presente appare l’inevitabile conseguenza. Gli orrori delle cronache degli ultimi anni che hanno registrato migliaia di vittime innocenti sacrificate nella lotta per il controllo malavitoso del territorio incrociate con una corruzione eretta a sistema, fanno pensare in modo ricorrente a quanti, da turisti inconsapevoli, si aggirino per quelle lande o a quanti fanno la spola tra l’Italia e gli interessi economici che hanno da quelle parti, villaggi turistici, per esempio. In Messico si perdono le tracce di tesori rubati: i soldi della Vitrociset dei Crociani; i soldi del PSI dell’era Craxi di cui si sospetta che Maurizio Raggio sappia più di qualcosa e di chissà quanti altri. Potrebbe saperne qualcosa più di noi, per esempio, quel Luciano Consoli, ex socio di Vincenzo Scotti presidente della Link Campus nelle licenze dei Bingo, oggi ambasciatore della cultura italiana in Messico per conto del MAIE ( Movimento Associativo Italiani all’Estero, un partito politico italiano fondato in Argentina nel 2007 da Ricardo Antonio Merlo). BINGO!
Raffaele Russo, il figlio Antonio e il nipote Vincenzo Cimmino, cui si aggiunge lo spagnolo pavese Alberto Villani Olivares, sono i quattro italiani che in Messico hanno trovato guai al posto del denaro o degli affari che pensavano di realizzare; come mai, sorge spontanea la domanda. A detta dei giornali tutti e quattro avevano in mente di truffare qualcuno, forse riciclare denaro, certo è che i primi tre sono spariti e il quarto è morto ammazzato.
Escludo avessero letto fino in fondo l’avviso della Farnesina o il saggio di Greene, forse avevano visto i film “Sicario” (2015) o “L’infernale Quinlan” (1958), entrambi dedicati alla lotta al narcotraffico, già la visione di “Puerto Escondido” li avrebbe dovuti mettere sull’avviso delle complessità del luogo. Eppure per qualche ragione molto forte si sono recati in Messico e lì hanno trovato grossi guai, finendo in giochi molto più grandi della loro esperienza.
Detesto chi liquida la faccenda con un “se la sono andata a cercare”, perché ciò significa girare la testa dall’altra parte rispetto alla gravità della situazione in cui vivono milioni di persone, strette tra la povertà e la violenza dei narcos, alimentata dalle mafie nazionali, ‘ndrangheta in testa, che in quel di Pavia e in Spagna, nel paese natale di Villani, Valencia, gestisce più di un lucroso affare oltre a divertirsi e nascondersi. AISE non pervenuta.
Riposi in pace il Villani; tornino liberi, se ancora vivi, i tre campani; meditino profondamente tutti gli altri.
Dionisia
P.S. Il report di Greene si chiude con un cenno sinistro ai fascisti spagnoli che dal Messico si recavano in Spagna a uccidere i “rossi” con buona pace dei tedeschi e delle autorità cubane
Per quei casi della sorte, in Messico lavora, al riparo dalla Procura di Perugia che lo ha indagato SE Andrian Yelemessov
Caro Dionisia,
con questo post arguto, hai aperto più files e non per canticchiare, ancora una volta, ” …Messico e nuvole…”. Nei prossimi giorni ti vengo dietro, non dimenticando nessuno. Tantomeno i cantastrorie che ci hanno fatto perdere, anche recentemente, un po’ del nostro prezioso tempo.
O.G.
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Lo condivido; così alcuni curiosoni che leggono potranno cominciare a preoccuarsi a mo del Bigotti.
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http://www.poteriocculti.mastertopforum.biz/printview.php?t=2193&start=0
L’ultimo degli articoli di questo link può essere interessante.
PS sono andato a scandagliare nel mio archivio. con questo vostro articolo ho aggiunto i pezzi mancanti del mio puzzle. Ma non ci sono ancora tutti.
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