Cosa volevano dire le solite IENE attaccando Di Maio?
Pubblico l’intervista rilasciata dal padre di Luigi Di Maio che mi appare sincera e, paradossalmente, apprezzabile. Lo faccio per condividerla con quei miei lettori che non l’avessero letta ma anche per aggiungere che la cosa che mi preoccupa di più, conoscendo il mio Paese e chi, a volte, vi opera nell’ombra, che, in realtà, qualcuno volesse “mandare a dire” al Vicepresidente del Consiglio qualcosa d’altro e che, ad esempio, per minacciarlo/condizionarlo, abbia fatto emergere questa storia minore che, senza ombra di dubbio, è una cazzata che chiunque capirebbe essere tale, non avendo alcuna implicazione di natura etico-morale con la guida del M5S e del Governo. Non mi piace questa eventuale trasversalità “mafiosa” e di questo mi preoccupo. A prescindere dalle IENE. Che, informate, fanno il loro mestiere.
Oreste Grani/Leo Rugens
Credo che questo non sia che l’inizio e che sarà un crescendo fino alle europee viste le molte bisce (e IENE) dalla lingua biforcuta che si aggirano intorno ai ragazzi un po’ troppo ingenui del M5s. Non è soltanto che i soliti noti (sempre gli stessi, nonostante l’età – alcuni praticamente delle mummie, eppure decisissimi a non mollare l’osso), più che il famoso pelo, sullo stomaco hanno una folta pelliccia. È anche che 20 anni 20 di psiconano + “buona scuola” dell’idiota di Firenze (ovvero spaventoso crollo culturale a partire dall’impoverimento del lessico e dalla perdita della coscienza storica – l’eterno presente di perenni adolescenti: non si basa proprio su questo il business delle slot??) hanno lasciato il segno, consegnando le nuove generazioni alle nuove tecnologie senza però dotarle di adeguati strumenti critico-culturali per maneggiarle in modo efficace, cioè in termini di sviluppo. Domandati, mio caro giovanissimo Leo, quanti sotto i 30 anni (ma anche di più) sono in grado di leggere un tuo testo e di comprenderlo. Noto con preoccupazione, almeno da un decennio, una difficoltà generalizzata nel leggere un articolo di giornale. E c’è da dire che anche la riforma Berlinguer, con le sue lauree brevi, ha provocato danni non irrilevanti.
Mi è capitato, in un recente viaggio in un treno diretto a sud ( e di tempo per parlare ce ne è stato, per via del mostruoso ritardo: da mezzanotte alle 5,30 sulla banchina della stazione di Salerno!) , di discutere con dei giovani insegnanti emigrati al nord ed elettori del M5s (praticamente tutto il treno). Ne ho ricavato, con un certo sgomento, l’impressione che, più che da un ragionamento politico, fossero animati da una specie di fede che non prevede dubbi né domande. Mi sembra che proprio l’assenza della dimensione culturale del dibattito costituisca il vero tallone d’achille del M5s anche rispetto alla questione della possibile infiltrazione e strumentalizzazione da parte di ben più scafati burattinai (che di infiltrazioni e strumentalizzazioni se ne intendono per il semplice fatto che è ciò che hanno fatto per tutta la vita). Come fai a sapere, del resto, chi c’è davvero dietro a un “mi piace”? In questo senso, condivido lo stop agli anonimi su questo blog (anche se la curiosità mi ha spinto a cercare nel blog tracce del Fieramosca fino ad arrivare ad un piacevole duetto – a proposito di musica …).
Alberto mi dice di scrivere, per fare ordine, ed ha ragione. Però è da qui che vale la pena cominciare tutta la storia, dal disinvestimento sistematico nell’istruzione (pubblica) intesa come infrastruttura strategica. Tanto sistematico da far pensare che sia stato attuato secondo un ben preciso disegno. Se non si parte da qui – dalla perdita del lessico, dalle parole che mancano – non si può capire perché i brevetti di farmaci sperimentati con denaro pubblico italiano diventano statunitensi o quelli riguardanti i biocarburanti, studiati nell’ateneo più grande d’Italia diventano di MARCO CARRAI (e all’ateneo non rimane che un misero 1%). Né si capisce perché il MIUR sia un muro di gomma presidiato da pretoriani dei vari sacri ordini cavallereschi (assai difficile, peraltro, immaginare certi soggetti a cavallo!!). O, ancora, il silenzio del ministro Bussetti e del rettore EUGENIO GAUDIO di fronte a un ragazzo che si è ucciso. Perché tutti tacciono? C’è qualcosa da nascondere? E perché Repubblica (ad esempio) non è andata a intervistare il rettore fratello di CARLO GAUDIO, che LUCA LOTTI voleva alla guida di AIFA? Proprio nello stesso periodo in cui il rettore fratello approvava gli atti di un concorso poi dichiarato illecito dal TAR, la cui vincitrice era la compagna di scuola di MARIANNA MADIA e un membro della segreteria “tecnica” (?) del garrulo toscano che tanti problemi ha creato (e che, a quanto pare, intende continuare a creare??)
Per fare le domande, però, servono le parole, così come per sapere che sono sempre gli stessi serve conoscere la storia. Sileri
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Alberto interpreta opportunamente l’opinione maturata in redazione. Grazie per aver accolto la richiesta. Con la firma di Cuculo Vigile il tuo ragionamento mi permetto di farlo diventare un post. Buona giornata e grazie. ancora.
O.G.
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C’è una parola in fondo al mio commento che io non ho messo!
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Intendi Sileri? E se così fosse ci dovremmo chiedere perché? Non c’è comunicazione che non mi dai uno spunto di maggiore preoccupazione, amica cara. Spero di non schiantarmi.
Oreste.
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Ciao Leo, ti sento preoccupato.
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