Iraq: il Calvario di Allawi

Mohammed Taqwif Allawi

Ma che fine ha fatto l’Iraq? Nessuno più ne parla perché esattamente come il pesce… dopo pochi giorni puzza, ma la situazione irachena è tutt’altra che cristallina. Nonostante vi sia primo Ministro designato, Mohammed Tawfiq Allawi, al posto di Adel Abdul Mahdi che comunque continua a decidere come se le dimissioni non le avesse mai date, non c’è un governo a pieni poteri, perché ancora Allawi non ha il benestare del parlamento e Mahdi è dimissionato. Parlamento che non solo dimostra di non aver compresa la gravità dei fatti, come se vivesse in un altro stato, ma che si muove solo per blocchi politici. Uomini politici che hanno posto tutti delle condizioni per dare la fiducia al designato. Nel frattempo Allawi dai canali social ha fatto sapere di essere il primo Ministro di tutti, di non essere stato scelto dai blocchi politici – cosa per altro non del tutto vera, ma è vero che lo ha nominato il presidente Barham Salih – e voler chiedere agli stessi politici comunque l’appoggio in funzione di una transizione politica costellata di riforme e che culminerà con le elezioni.

I giovani della rivoluzione di ottobre dalle piazze irachene hanno risposto il primo febbraio: picche, come dimostrano le foto, che sono estrapolate dalle piazze di Kut del giorno 11 febbraio.

Non solo, si è consumata, la scorsa settimana, una vera e propria faida tra chi vuole imporre Allawi alla gente di Iraq e chi non vuole Allawi, nemmeno se fosse l’ultimo uomo sulla faccia del territorio iracheno. Appena emerso il nome di Allawi, i blocchi più importanti come Sairoon e Fatah hanno subito detto sì, i curdi non si sono opposti, e nemmeno i sunniti. Allawi ha anche il via libera apparente degli Stati Uniti e il placet dell’Iran, che ha fatto sapere che sarà l’uomo giusto per combattere la corruzione in Iraq. Tutto apposto allora. E invece no. Sorpresa delle sorprese i giovani iracheni dei licei, delle università, gli ingegneri, i dottori, gli iracheni non lo vogliono. Perché sostengono, Allawi ha fatto parte, già in passato, della politica irachena e non ha le qualità che la piazza chiede a un premier di transizione. A partire dagli ultimi giorni di gennaio, quando si vociferava il suo come nome del “designato” tutti i giovani sono scesi in piazza con cartelloni e foto di Allawi con sopra una “X” rossa come a dire: non vogliamo Allawi come premier.

A complicare la situazione i cappelli Blu uomini delle milizie sciite fedeli a Moqtada al Sadr provenienti dalle Saraya al Salam e Peace Brigade che smesse le divise hanno indossato dei cappelli Blu e si sono mischiati alla folla di manifestanti. Inizialmente erano disarmati ed erano scesi in piazza per proteggere i manifestanti dalle così dette “terze parti” ovvero uomini armati, che sparavano proiettili veri e gas lacrimogeni, non ben identificati che aprivano il fuoco dai tetti o dalle auto o dai pick-up contro manifestanti inermi. Cappelli Blu che alla nomina di Allawi come premier “designato” hanno trovato da qualche parte bastoni coltelli e pistole e hanno minacciato i rivoluzionari di ottobre cercando di “imporre la fine delle manifestazioni”. Gli scontri sono andati avanti per tutta la notte del due febbraio. Con la piazza di Najaf ha registrato 13 morti e 128 feriti.

Prima di questo episodio però vi erano state tensioni tra i due gruppi di manifestanti (rivoluzionari di ottobre e fedelissimi di Moqtada al Sadr) alla morte di Mahdi al Muhandis e Qassem Soleimani, uccisi da bombardamento aereo USA a Baghdad. I fedelissimi erano scesi in piazza per manifestare contro le basi USA in Iraq, mentre i manifestanti di ottobre chiedevano di non strumentalizzare le piazze e di non volere intrusioni esterne. Manifestazioni classificate nel mondo come anti governo, ma che in realtà per metà erano anti-americane.

Ma per tornare all’attualità chi è Mohammed Allawi? Cugino dell’ex vicepresidente e primo Ministro Iyad Allawi, il primo Ministro designato, 65 anni, è originario di Baghdad e musulmano sciita.

Muqtada Ala Sadr

Si è laureato in ingegneria presso l’Università americana di Beirut negli anni Ottanta e ha iniziato la sua carriera politica dopo l’invasione dell’Iraq guidata dagli Stati Uniti nel 2003 che ha rovesciato il presidente Saddam Hussein. Membro del parlamento fino al 2005, ha lavorato due volte come ministro delle Comunicazioni sotto l’ex presidente Nouri al-Maliki.

Allawi si è dimesso nel 2012, accusando al-Maliki di interferenze politiche nel suo ministero e nel governo di aver chiuso un occhio sulla corruzione. Allawi non piace alla piazza dunque perché è un politico di lungo corso, la piazza chiede una personalità di spicco ma non un politico; ha la doppia cittadinanza, dicono che sia anche cittadino inglese, mentre i manifestanti chiedono una personalità con il solo passaporto iracheno; insomma Allawi non rispecchia in nulla i desiderata dei rivoluzionari di ottobre.

La parola adesso passa al parlamento che è impegnato a litigare tra sciiti, curdi e sunniti per le cariche e i ministeri più importanti e nel frattempo lento ma inesorabile logoramento iracheno continua. In tutto questo il Congresso degli Stati Uniti ha finanziato 1 miliardo di dollari per costruire nuove basi militari nel nord e ovest dell’Iraq per proteggere Israele.

Gertrude Bell e Elijah Baley