Mi aspetta un buon piatto di riso baldo. Un saluto a Iacchitè, l’audace testata cosentina

Iacchitè – con l’accento sulla e – è una testata”pistarola” nell’accezione più qualitativa del termine. Intendo dire che se si mette su una pista non solo sa seguirla ma, così mi appare, lo fa sempre a ragion veduta. Altro non so di questo luogo telematico/giornale ma che nella redazione calabra ci siano dei nasi fini è certo.  

Scrivo questo perché mi fa piacere, ad esempio, che a Cosenza siano sensibili a quanto in questo Paese di distratti sta accadendo nel Pianeta-Riso

Perché, sentite a me che mi sto appassionando alla materia, il riso, con una produzione mondiale pari a circa forse 750 milioni di tonnellate (!!!), è il cereale più importante al mondo per il consumo umano. Ho scritto “umano” perché ormai lo so anch’io il mais è quello con la maggior produzione ma è utilizzato prioritariamente per il consumo animale. 

Più di tre miliardi di persone, in un modo o nell’altro, si sfamano mangiando riso quasi tutti i giorni. In alcuni territori anzi si vive grazie al riso che viene consumato a decine di chilogrammi all’anno pro capite. Capite quindi il valore strategico del bene. In Italia si mangia poco riso pur producendone il 46 per cento di tutto il riso coltivato in Europa. Mi sembra che nel nostro Paese non si passi i 5 kg. a persona all’anno. 

Perché Leo Rugens è tanto attento al riso, amando come sempre e sostenendo la pasta in particolare la Rummo di Benevento? Più avanti (e intendo nei prossimi giorni) spero di arrivare a condividere le mie motivazioni recondite. Qualcosa già si può capire leggendo con la dovuta attenzione i post che il blog ha dedicato al tema ma, come scoprirete, sono molto molto molto più coinvolto di quanto si possa immaginare anche se si presume di conoscere Leo Rugens. Che poi sarebbe il Grani. Così evitiamo equivoci. 

Non solo quindi mi piace gastronomicamente il riso ma nel mangiarlo mi sento, in quel preciso momento, unito in una ideale catena con miliardi di altri da me. E poi il riso come si legge in un libro (sempre da quello si parte) scritto da Valentina Masotti e Massimo Biloni, con prefazione di Paolo Massobrio, edito da Cairo, dal titolo facile-facile “Il libro del riso italiano” volumetto che mi è stato donato personalizzato dalla Riso & Riso di Vercelli,

nella risaia ogni goccia è vita

                La natura non sbaglia mai

                Lavora tutti i chicchi alla perfezione 

                Il seme, la piantina, il riso

A noi, aggiungono i gentili imprenditori della Riso & Riso, non rimane altro che offrirlo a tutti voi”.

Nei versi della dedica si fa riferimento ad “ogni goccia”. 

Ma il riso non è una pianta acquatica come in molti riteniamo, ma una pianta terrestre in grado di vivere anche in terreni sommersi. 

Il riso nasce e vive grazie a dei canali aeriferi che pompano l’ossigeno dalle foglie alle radici, come la pompa degli acquari. Sperando di aver dato il suggerimento metaforico opportuno. In questo modo l’apparato radicale si può sviluppare come se fosse in un terreno arieggiato. Il riso è una pianta molto intelligente e collaborativa tanto che anche il terreno su cui insiste la coltivazione ne ha un beneficio. Infatti l’ossigeno (cioè la vita) elimina le condizioni asfittiche che rendono a volte paludoso un terreno sommerso e crea condizioni favorevoli per lo sviluppo di altre piante. Dicevo che una pianta di per se intelligente e metaforicamente da conoscere e imitare. 

A maggior ragione è doveroso impedire che un mondo mafioso se ne impadronisca e sfrutti il riso per suoi fini criminali. Lasciare in rete l’articolo che ho recuperato partendo da Iacchitè vuole essere un passo verso livelli di consapevolezza che la materia si merita. E qui mi fermo perché è ora di pranzo e mi aspetta un buon piatto di riso “baldo”.  Che non è giusto fare aspettare. Anche se, come la Pasta Rummo, non si scuoce mai. 

Oreste Grani/Leo Rugens


IL RISO È UNA COSA SERIA E COME TALE VA TRATTATO

Da tempo non sospetto (in realtà anni) questo marginale e ininfluente blog cerca di richiamare l’attenzione delle autorità competenti (che sono tante per i più diversi motivi) sulla centralità del riso, quale bene primario ma al tempo oggetto di avidità illecite, sia di imprenditori compiacenti che della grande criminalità organizzata. In particolare calabrese. Non mi autocito ma, se voleste, potreste banalmente digitare nel web Criminalità/EnteRisi/Roberto Rosso/Leo Rugens o Sapio/Leo Rugens o Scotti/Leo Rugens e trovereste come ci stiamo, con la dovuta passione, avvicinando all’argomento.

Al cuore dell’argomento che potrebbe rivelare un mondo di corrotti, corruttori, riciclaggio su uno sfondo della complessità dei relativi mercati internazionali. Come la vicenda del riso basmati in competizione tra India e Pakistan dimostra. Torniamo alla criminalità e ai legami (forse gli inquirenti sono vicinissimi a scoprirli) con la solita disponibile partitocrazia

Che va da destra (Roberto Rosso dell’Ente Risi, quando è stato arrestato, era di Fratelli d’Italia così come questo Giuseppe Caruso) a questo Mario Pirillo, ufficialmente del PD. E poi i soliti Scotti, sempre a galla e sempre facilitati dalle varie distratte Sace e autorità ministeriali italiote. 

Cosa ultima ma non ultima: siamo stanchi di doverci definire, per una forma di metodologica modestia, ininfluenti anche in questo delicatissimo settore che, viceversa, cominciamo a conoscere dopo essere stati indotti a studiarlo da cose gravissime che sono accadute, anche in aule di tribunali. Cose rese possibili con plateali complicità o strabismi ad orologeria. 

Il riso e la sua movimentazione (in Italia si produce il 46% del riso di tutta Europa) come abbiamo mandato a dire, in modo autorevole, anche in sede istituzionale, è una chiave di lettura di eventuali grovigli bituminosi che va utilizzata con la massima determinazione e quanto prima. Non fare gli approfondimenti necessari e doverosi potrebbe risultare indice di inadeguatezze gravissime. 

Altro che i soliti triti e ritriti attacchi alla ministra per quei poveracci dei disperati in fuga. Il riso e la criminalità sono ben altro e Matteo Salvini, avendo a disposizione non pochi personaggi di rilievo che nel suo partito si occupano di agricoltura, vigilasse. 

Anche in quei territori dove la Lega è egemone. Il riso infatti, al nord, potrebbe condurre, chicco dopo chicco, a sconvolgenti sorprese. Come già gli articoli che evidenziamo fanno ritenere. Sempre se uno li sa leggere. 

Comunque, qui siamo. 

Oreste Grani/Leo Rugens