Shalabayeva, la Cassazione: “Espulsione viziata da illegittimità originaria”: noi, nel nostro piccolo, avevamo ragione e “altri” torto
Good morning amici, oggi, nonostante l’orrore che avanza (la guerra nel Mondo e le continue repliche, in Italia, della commedia musicale “Attanasio Cavallo Vanesio protagonista Matteo Renzi) è una bella giornata perché rischiarata da una notizia utile per ristabilire verità e ridare, sia pur in modo parziale, dignità alla nostra amata Repubblica.
Non solo il Caso Shalabayeva non era chiuso (come da sempre sostenevamo) ma, passo giuridico dopo passo giuridico, si comincia a capire chi è stato inopportuno nell’agire, chi ha agito senza sapere cosa stesse facendo, chi ha agito forse in malafede al servizio di dinamiche che, certamente, non erano indirizzate verso l’interesse dell’Italia. Se non si stavano facendo gli interessi dell’Italia, può darsi che si stessero “servendo”, nell’espellere illegalmente Alma Shalabayeva e sua figlia, altri interessi.
Tutta colpa del Prefetto Procaccini? Non esageriamo con queste richieste agli italiani di continuare a comportarsi come chi crede agli asini che volano. Gli asini, non solo non volano ma, tutti i funzionari, tutti i dipendenti dello Stato coinvolti in questa vergognosa vicenda in cui hanno agito come chi “attacca l’asino dove il padrone vuole”, devono essere chiamati a rispondere dei propri comportamenti, riga per riga, affermazione per affermazione, atto illecito per atto illecito, fino a quando non si troverà “chi” ha dato l’ordine e a chi. Vogliamo sapere chi, quando è in servizio, può impunemente considerare qualcuno “proprio padrone” che non sia lo Stato repubblicano. Cui prodest, è la base di ogni elementare investigazione. Anche in questo caso, il cui prodest, ci porterà ai veri organizzatori della sistematica perdita, in ogni frangente, della residua sovranità nazionale. Terra, terra: chi sono i traditori del Paese? Chi lavora, per “gli altri”?
Recentemente, il premier Matteo Renzi si è recato in visita in Kazakistan, riteniamo per affari. Affari complessi, come sono tutte le questioni che riguardano l’Eurasia. Anche i bambini, infatti, sanno che gli equilibri internazionali si giocano, di questi tempi, in Medio Oeriente e nelle repubbliche ex-sovietiche (vedi Ucraina). Certamente, nell’incontro con i Presidente Nazarbayev, presenti l’ad di ENI Claudio Descalzi e l’ambasciatore in Italia S.E. Adrian Yelemessov (in veste di traduttore d’eccellenza ma al tempo stesso il massimo responsabile delle pressioni sulle autorità italiane perché Ablyazov fosse catturato, nella villetta di Casal Palocco), qualcuno deve aver posto la questione del Caso Shalabayeva e di suo marito in termini tali per cui il solito “Attanasio Cavallo Vanesio” Matteo Renzi deve aver ritenuto di poter affermare, a nome dell’Italia, che “non c’erano problemi” e scaricando su un “capro/a espiatorio” le piccole incomprensioni ancora in essere. Anzi, per Matteo Renzi era tornato tutto a posto! Viceversa, caro dittatorello, non solo ti sbagliavi ma con il Caso Shalabayeva/Ablyazov siamo solo all’inizio della partita scacchi. Anzi, nella vicenda, dal punto di vista giuridico, va tutto male come la Cassazione ha sentenziato e come diciamo “noi” dal giorno dopo il rapimento. Angelino Alfano, in qualunque paese del Mondo, sarebbe “saltato” senza poter scaricare le responsabilità di una vicenda tanto grave su un subalterno.
Inoltre, in nessun paese del Mondo, un personaggio politico di statura internazionale quale è Emma Bonino sarebbe stato sacrificato in un frangente come l’attuale e in una visione ancora una volta miope della politica estera italiana. Aveva ragione Emma Bonino a chiedere scusa alla signora Alma Shalabayeva. Punto! Viceversa, si è ritenuto non solo di coprire Alfano ma di nominare al Ministero più delicato di tutti (la Farnesina) una brava funzionaria di partito o poco più. Il mondo è più complesso di come uno se lo immagina. E, il caso Ablyazov, è lì a dimostrarlo.
Leo Rugens