Le farneticazioni di un insano di mente reso tale da troppa giustizia ingiusta

Condono-fiscale-Slot-Machine

Alcuni giorni fa è tornato a casa il brigadiere (è stato nel frattempo promosso maresciallo) dei carabinieri Giuseppe Giangrande, dopo ben 18 mesi di attente cure e processi riabilitativi di fisioterapia, finalizzata a ridurre i danni provocati dal gesto “insano” (lo sparatore è stato dichiarato “non sano di mente” al momento dei fatti) compiuto da Luigi Preiti. Cure amorevoli della figlia, dei medici e dell’Arma.

Due famiglie devastate dalla condizione di vita e mentale in cui era precipitato il Preiti prima di voler, quel giorno, “farla finita recandosi a Roma per fare una strage davanti a Palazzo Chigi”.

Giuramento Governo Letta - attentato

A meno che gli atti processuali non abbiano appurato altra verità, Luigi Preiti è stato condannato, a soli 16 anni, perché quando ha compiuto l’aggressione armata, non era nelle sue piene facoltà mentali e non lo era, giustamente, secondo i magistrati, in quanto “ludopate”, cioè giocatore affetto da dipendenza da slot macine. A rispondere di questa somma di dolori, di infelicità future e di spese sostenute dallo Stato, nella mia visione “settaria” della “giustizia giusta”, avrei chiamato a risponderne chi – oggettivamente – aveva creato il danno nella mente di Luigi Preiti armandogli, di fatto, la mano. Mi riferisco alla/e società che aveva/no istallato le macchinette mangiasoldi nei bar frequentati dall’insano di mente.

Giuseppe Giangrande

Queste società (che io mi assumo il rischio di chiamare “associazioni a delinquere finalizzate allo spaccio di dipendenza da gioco”) stanno per ricevere dal Governo di quel ragazzo per bene di Matteo Renzi, un opportuno “condono fiscale“. Il resto sull’anticorruzione, sono chiacchiere. I lobbisti del “cartello” del Gioco hanno, sicuramente (mensilizzando le cifre come, un giorno, si verrà a sapere), corrotto “chi di dovere” perché fosse messo a punto il decreto funzionale agli interessi dei gangster controllori del mondo dell’azzardo.

Queste sono le farneticazioni giustizialiste di un vecchio (il sottoscritto), anche lui, ormai, “insano di mente”, reso tale da troppa “giustizia ingiusta”.

Oreste Grani/Leo Rugens

Sabato 28 dicembre 2014, ore 20:30, telegiornale del canale La 7: tutto regolare, tutto come previsto da Leo Rugens! I lobbisti del gioco d’azzardo vi hanno corrotto in numero sufficiente per far passare il “loro” di condono. A quando lo stupore per la “mafia delle slot machines”, a Roma, a Piazza Montecitorio?

Gente da niente, prima o poi pagherete il male che state consentendo. Anzi facilitando. Anzi generando direttamente.

Oreste Grani/Leo Rugens

Oggi, 2 marzo 2019,  la pubblicità a sostegno del gioco d’azzardo, comparto imprenditoriale vessato e, viceversa,  ghettizzato nei bar e nella rete, impazza, spingendo il settore (e il mondo del riciclo sottointeso) come non era mai successo. Su questo ci dovremmo incazzare, ministero Di Maio, ma, per ora, per scelta consapevole, tacciamo.

Oreste Grani/Leo Rugens