SEMPRE MEGLIO LA NEOFITA RAGGI CHE IL NAVIGATO DI LUNGO CORSO GIACHETTI

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Veramente vogliamo credere che Roberto Giachetti, politico di lungo corso (non ha mai fatto altro da quando si è avvicinato, da ragazzetto, al mondo radicale di Via di Torre Argentina), romano de’ Roma, oggi rutelliano/renziano nel PD, come Athos De Luca (a sua volta eletto ad Ostia!), non sapesse di come andavano le cose nella Capitale durante il periodo amministrato da Walter Veltroni e quando Luca Odevaine faceva come cazzo gli pareva in accordo, prima tacito e poi criminale, con Massimo Carminati, Buzzi, e tutti gli affiliati alle consorterie dei Gramazio e degli Alemanno?

Veramente vogliamo credere che Roberto Giachetti non sapesse nulla della Roma del super obeso Goffredo Bettini?

Veramente vogliamo credere che Roberto Giachetti non abbia, da anni, dimestichezza con gli staff dei Caltagirone operativi nel Messaggero (il quotidiano di Roma), nelle municipalizzate (ACEA-AMA e altre decine) piuttosto che nelle aziende tradizionali di famiglia del costruttore siciliano/romano? Nessuno ha diritto di esaminare i tabulati elettronici relativi alle utenze telefoniche con cui comunica, da decenni, Roberto Giachetti perché non risulta che il politico “di lungo corso” abbia commesso alcun reato per il quale la magistratura possa richiedere prestazioni obbligatorie riguardanti tali numeri telefonici, per cui, i rapporti che io ipotizzo, non possono in alcun modo essere provati.

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A prescindere comunque io preferirò sempre Virginia Raggi, neofita della politica amministrativa capitolina, ad uno che si da del tu, da decenni, con Goffredo Bettini, con Luca Odevaine e, speriamo di non scoprirlo, anche con Gianni Letta che, non lo dimentichiamo mai, presenta/introduce Salvatore Buzzi al Prefetto di Roma (per questo legame imbarazzante, il funzionario è stato rimosso) durante il periodo della massima attività criminale della 29 giugno. Roberto Giachetti o ci fa, o c’è, nella parte di chi ignorava il malaffare trasversale romano! Se lo ignorava è molto molto molto molto meno affidabile (come quoziente di intelligenza) della avvocatessa pentastellata che tanto fessacchiotta non mi sembra. Se lo sapeva forse non è il caso di eleggerlo!

Tant’è vero che se dovessi suggerire alla brava e intelligente avvocatessa Virginia Raggi una stilettata al curaro da tirare all’avversario nel dibattito, uno ad uno, previsto a giorni, le direi di inserire, al momento opportuno e parlando non di vagheggiate Olimpiadi ma di “buche”, il nome di Alfredo Romeo per vedere che effetto fa questo personaggio all’ormai nevrotico e stanco Roberto Giachetti. Direi che parlare di buche non è minimamente riduttivo (come non lo era farlo a proposito degli “scontrini” e delle note spese quando i parlamentari a 5 stelle hanno esordito) perché dietro a quella “parte” (le buche) c’è la visione del “tutto” e soprattutto si può, partendo dalle buche e dalla gestione del patrimonio immobiliare, investigare il sistema corruttivo “Roma” che non era certo e solo rappresentato dalla 29 giugno di Buzzi e Carminati. Bisogna avere certezze di come si comporterà il futuro sindaco della Capitale quando dovesse trovarsi a contatto di realtà tipo il “Sistema Romeo”  e per questo cito e suggerisco la Volpe di Posillipo come esempio di potere articolato e pervasivo ogni aspetto della “manutenzione” della Capitale. Ma, al posto di Romeo, potrei dire Caltagirone o altri che, a partire da Roma, provano ad articolare una propria strategia finanziaria che sconfina addirittura, oggettivamente, nella geopolitica.

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In particolare, intorno a Roma Capitale, si gioca una sfida con la Francia. Che la vicenda si chiami ACEA, GP Decau, Tor Vergata e il Campus X di Veolia o le future gare per la “mobilità” con l’innovazione tecnologica (bus eco-inteligenti) quale elemento discriminante. La quale cosa non mi sembra da poco. Bisogna capire, ad esempio, sin da ora, se chi andrà a fare il Sindaco è già compromesso con gli interessi che ballano intorno a questa ipotesi geopolitica di scontro italo-francese. Mi rimane difficile immaginare la Raggi limitrofa ad ambienti già schierati in questa battaglia finanziaria e di potere. Mi rimane molto, molto, molto più facile ritenere Giachetti, fedele di Francesco Rutelli ed espressione (si è formato in quegli anni) di quella Roma rutelliana-bettiniana-veltroniana che di queste cose ne masticava e ne digeriva, come un addetto ai lavori. A mio modesto avviso, d questi grovigli Giachetti ne mastica e potrebbe essere pronto a digerirne.

Secondo voi perché è successo un vero casino non appena la Raggi ha nominato l’ACEA? Perché, viceversa, non è successo niente all’annuncio che il candidato del PD sarebbe stato Giachetti?

Perché, chi di dovere, ha capito subito l’aria che tirerebbe qualora la nostra intelligente avvocatessa, domenica prossima, venisse eletta a guidare, con etica e buon senso, la Capitale d’Italia. Si stanno fottendo dalla paura e le stanno provando tutte (a prescindere dalle Olimpiadi) perché la profezia della “scatoletta di tonno” non si avveri.

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Questa gente che è riuscita a mandare avanti grovigli bituminosi dove potevano stare limitrofi (ruotando intorno a Gianni Alemanno) persone come Massimo Carminati e il gen. dei CC Mario Mori ( ex direttore del SISDE è stato capo della sicurezza e dell’Intelligence del Sindaco!) ha capito che il passo a latere di Giuseppe Grillo da Genova era l’inizio della fase finale dell’assalto del popolo a 5 stelle al Palazzo d’Inverno dove la Casta partitocratica pensava di continuarsi a riscaldare fino all’ultimo giorno della sua già agita esistenza. Sono preoccupati che la parte per il tutto (e che parte essendo in gioco la Capitale!) metta a nudo fino a dove si spinge la gravità dei loro comportamenti che sono gravissimi perché riguardano – tra l’altro – gli interessi strategici della Nazione. Sapete che non conosciamo altro metodo se non quello che la nostra “Macchina del tempo” ci suggerisce per fare intelligence e strategia. Post impegnativo ma argomento a cui teniamo.

Alcuni anni addietro, un rapporto della Luiss sulle classi dirigenti (che naturalmente hanno a Roma gli elementi “apicali”, come si dice in gergo nel mondo dominato dalle termiti onnivore), individuò tre gruppi elitari di chi detiene/deteneva il potere in Italia: una prima mappa ristretta che comprende 2000 persone, una intermedia di 6000 e una allargata di 17.000. In tutta Italia, stiamo parlando. Ma dire che nei barconi sul Tevere, sui campi da tennis, nelle piscine e nelle sedi dei circoli sportivi si aggira buona parte dell’èlite nazionale del potere e del denaro non è una bestemmia. Capite quindi che senza togliere nulla a Torino, Bologna, Napoli e alla stessa Milano, la partita si gioca a Roma. E queste termiti che lo sanno, si fottono dalla paura. Chi ha il potere in Italia era riuscito, nel territorio romano e tramite queste fogne a cielo aperto che sono i circoli sportivi, a mettere a “cuccia” sia il giovane in motorino Francesco Rutelli (non a caso ancora gira) che l’intellettuale appassionato di cinema Walter Veltroni che molto più facilmente il ragazzotto ex fascistello Gianni Alemanno. Il per bene Roberto Giachetti è vivo e vegeto (politicamente) a Roma, da quando Rutelli fece il Giubileo, Veltroni fece Veltroni e Gianni Alemanno – in modo ancora più smaccato e plateale – il servo di Francesco Gaetano Caltagirone. E tutto qui.

Di cosa parlava altrimenti Eugenio Scalfari quando scrisse dalle colonne di Repubblica: “Domani del resto papa Ratzinger benedirà Roma dal balcone del Campidoglio con a fianco il sindaco Caltagirone. Chiedo scusa, il sindaco Alemanno”.

E tutto qui.

Se ritenete che una come Raggi sia una pupazza in mano di Francesco Gaetano Caltagirone, giustamente, non votatela.

Se – viceversa – vi viene il dubbio che sia più permeabile, malleabile, influenzabile, avvicinabile, suggestionabile uno che da 25 anni (venticinque anni!) fa politica a Roma, come Roberto Giachetti (scelta camaleontica di chi ha fatto per decenni il manovratore di Rutelli, Veltroni, Alemanno) lasciate perdere e votate – senza dubbio alcuno – l’ipotesi di cambiamento (per la casta romana e nazionale certamente traumatico) rappresentato dalla bella intelligente competente Virginia Raggi. Che potrebbe essere la novella Nathan (quello di non c’è trippa per i gatti) mentre certamente Giachetti potrà essere solo il camuffamento dell’8°Re di Roma che, mi spiace per lui, non è certamente il simpatico e bravissimo Francesco Totti. Che anzi se prova a mordersi la lingua quando si tratta di parlare di cose complesse, geopolitiche, affaristico-delinquenziali come le Olimpiadi del 2024, è molto, molto, molto meglio.

Oreste Grani/Leo Rugens che ritiene (vedete l’importanza dell’avvenimento) che se il 19 p.v. la Raggi vince a Roma (speriamo anche ovviamente la Chiara Appendino a Torino) e il 23 giugno, in Inghilterra, si decide che questa buffonata inutile dell’Europa dei Banchieri deve finire, ci troviamo di fronte ad un tale rimescolamento delle carte del Grande Gioco che metà basta! Clinton-Trump, come vedremo, è altro.