“Eppur si muove” sosteneva nella sua solitudine consapevole Galileo Galilei
Oggi, parafrasando il grande scienziato-pensatore Galileo Galilei, senza nulla ovviamente attribuirmi di quella tragica grandezza, penso e scrivo, in questo marginale ed ininfluente blog, che “qualcosa si muove” a proposito delle capacità del nostro amato Paese in un campo tanto delicato come quello dell’intelligence e delle istituzioni preposte alla sicurezza della Repubblica. Sostengo che evidentemente si muove qualcosa se come un uccellino mi dice, con discrezione assoluta ma fermo nel suo cinguettio informativo, che dei cittadini nigeriani (alcuni in possesso della duplice nazionalità italiana e nigeriana), residenti in Italia da decenni, integrati e apprezzati professionalmente in vari campi del mondo del lavoro, si stanno attivando per dare vita ad un organismo associativo, immagino di tipo cooperativistico, con la finalità di concorrere a modificare l’immagine stereotipata e a forte valenza negativa che connota il loro Paese d’origine e la cattiva fama di molti loro connazionali.
Queste iniziative benemerite a volte sono attuate spontaneamente dalle persone che decidono di attivarsi stanche di come vanno le cose ma, altre volte, sono (è così in tutti i maggiori Paesi del mondo), promosse (e finanziate) da chi istituzionalmente (i servizi segreti?) cura la sicurezza del Paese dove vivono o vengono temporaneamente ospitati quei forestieri o dove le comunità di quel Paese d’origine danno segnali di particolare problematiche in termini di comportamenti illeciti “trafficando” droga, truffe, prostituzione, lavoro nero e capolarato. Le ho chiamate attività benemerite sussidiarie a quello che lo Stato non sempre fa, perché tali li considero soprattutto se fatte con sistematicità e in chiave ampiamente preventiva. Se poi in particolare si riesce a radicare comportamenti di collaborazione culturale con queste comunità (per cui la confidenza aumenta), il controllo (e la sicurezza) ne risultano facilitati e rafforzati. Chiunque lo sa. Mi dice il mio uccellino curioso e informato che non si è fatto così in Italia nel caso della comunità nigeriana. O, per lo meno non si fa così da anni per quanto riguarda quella problematica comunità che non ha punti di riferimento pensati in questa chiave evoluta. Mi sembra incredibile tanta ingenuità/superficialità da parte della nostra intelligence, per cui preferisco ritenere che dietro la struttura che mi dicono dovrebbe nascere ci sia un pensiero embrionale che vada a coprire queste eventuali “scoperture” relazionali e intelligenti. Perché che la Nigeria sia un Paese determinate nei prossimi anni per la sicurezza dell’Europa (e quindi dell’Italia) è certo come che il Sole sorgerà ancora per millenni.
La Nigeria vive nelle condizioni che da mesi denunciamo e sta svolgendo (con altre realtà geopolitiche africane altrettanto complesse) la funzione di innesco di fenomeni migratori macroscopici (tenete conto che la Nigeria è già un Federazione di Stati abitata da 200 milioni di persone e che nei prossimi 30 anni si prevede, per studi demografici attendibilissimi, che arrivi ad avere 400 milioni di abitanti divenendo il primo Paese del continente africano per numero di abitanti e il terzo del Mondo dopo la Cina e l’India) ed è massa critica componente di un ordigno che si sta preparando a deflagrare. Che si chiami Africa del Nord (nessuno la chiama così ma io così la chiamo oggi), del Sud o Centrale. Tutto l’immenso continente africano non gode di salute. Ex emergente Repubblica Sudafricana, ad esempio, si ritrova segnata dal crollo della sua moneta (il rand) e dal declassamento dell’economia a livello “spazzatura”. Come si legge a cura della sempre più autorevole pubblicistica dell’Associazione culturale “Il caffè geopolitico”, a proposito di Jacob Zuma “…il sempreverde della politica sudafricana, sul finire del 2016, ha dovuto fare i conti con una batosta elettorale che ha visto l’African National Congress (ANC), storico partito di Nelson Mandela, perdere consensi a favore dei principali oppositori, favorendo la formazione di un sistema multipartitico per la rima volta dalla fine dell’apartheid. I tracolli dell’economia hanno riacceso le proteste degli studenti del movimento FreesMustFall che chiedono l’abolizione degli alti costi dell’istruzione universitaria. A coronamento di un anno intenso per il Sudafrica, è arrivata inoltre la decisione di lasciare la Corte Penale Internazionale (CPI), accusata da molti membri dell’Unione Africana di non esprimersi in maniera imparziale nei confronti dei Paesi africani. La seconda parte del 2017 sarà decisiva per Zuma che dovrà decidere se mettersi da parte per consentire all’ANC di intraprendere un nuovo corso e ricostruire la propria credibilità minata negli ultimi anni da scandali e corruzione.
Scandali e corruzione in SudAfrica, corruzione e scandali in Nigeria dove si continua a ritenere che il presidente Muhammadu Buhari non goda di salute ferma. E non solo in senso sanitario del termine. Buhari (saccheggio sempre alcune riflessioni della pubblicistica di Caffè Geopolitico), nel 1983, in seguito a un colpo di stato, si impone come Presidente del Consiglio militare supremo alla guida della Nigeria. In questo periodo inaugura la WAI, War Against Indiscipline: una serie di leggi, a volte piuttosto bizzarre (ma se ne capisce la ratio), volte ad inculcare la disciplina nella popolazione nigeriana. Imparare a fare correttamente la fila, fu una delle più note. Buhari, riteniamo, si ispirava, quale esempio virtuoso, a quanto vedeva succedere in Italia a tutte le latitudini ma, soprattutto, a Roma!
Eletto democraticamente presidente della Nigeria nel 2015, ha proposto di rilanciare le leggi WAI per combattere la mancanza di etica e valori e per contrastare l’avanzata nel Paese del gruppo terroristico Boko Haram. Il buon e malandato (a salute) Buhari è stato, inoltre, aspramente criticato per una dichiarazione sessista nei confronti della moglie Aisha, che aveva espresso dubbi sulla linea governativa del marito, intimandole che il suo posto è la cucina. Se la salute terrà, nuove e vecchie sfide aspettano il presidente nigeriano: contrasto alla recessione, dopo il crollo dei prezzi del petrolio; lotta al terrorismo internazionale; contenimento delle rivendicazioni secessioniste in Biafra.
Aggiungiamo noi: lotta alla corruzione, lotta alla corruzione, lotta alla corruzione. Aggiungiamo noi: sviluppare il solco tracciato dalla visita di Mark Zuckerberg, CEO di Facebook, a Lagos per sfruttare quanto più possibile la trasformazione che le tecnologie nel settore delle telecomunicazioni possono offrire. In questo caso vi risegnaliamo il Progetto BRISIN di cui vi abbiamo cominciato mesi addietro a parlare. Aggiungiamo infine: cooperare non solo intorno allo sfruttamento del petrolio quindi (cosa generi quel business penso non lo si debba più approfondire) ma perché ogni attività che ci relaziona alla grande Nigeria, vada intelligentemente pre-pensata al fine primo ed ultimo di fermare la fuga dall’Africa delle sue genti. E non in una logica di tappo che genererebbe, a sua volta, compressioni pre-esplosive.
Le cause primarie dell’immigrazione sono la povertà (acqua, acqua, acqua dove sei e in mano a chi sei?) e la pulsione di morte che le guerre si portano dietro. Lavorare tutti sostenuti da un vasto orizzonte etico e morale invece di lamentarsi delle ondate immigratorie, cooperando, con intelligenza, realismo, fraternità a sostegno di queste sante iniziative riferendomi, in particolare, a quanto l’uccellino mi ha cinguettato e con cui ho aperto questo post.
Oreste Grani/Leo Rugens che in quanto Leone ruggente all’Africa e agli africani ovviamente ci tiene. Se sono nigeriani ancora di più.
Le ondate immigratorie non sono spontanee ma in realtà sono organizzate secondo lo schema delle deportazioni di massa.La povertà è una condizione necessaria ma non una causa primaria.Nel turbocapitalismo l’uomo da consumatore di prodotti diviene un prodotto esso stesso e nel caso citato un’arma,un proiettile,una bomba demografica per destabilizzare quadri sociali e generare insorgenze politico estremistiche reattive,quindi possiamo parlare senza tema di smentita di strategie di guerra non convenzionale.Come mai top operativies della finanza internazionale,con portafoglio spese di dubbia provenienza, sostengono su alcuni scenari rigurgiti razzial-nazistoidi(Ucraina) e contemporaneamente propagandano su altri segmenti geopolitici immigrazioni e accoglienze multietniche? Non è cambiato nulla dai tempi della tratta degli schiavi.Svuotare l’Africa e contemporaneamente sovraffollare l’europa,a chi conviene?
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