Finché il mare sarà il mare, riserverà di queste sorprese
Così in sostanza recita un saggio detto genovese.
Quello che non si trova scritto da nessuna parte è cosa succederà ora di una città messa sotto attacco concentrico dal “suo” mare che fa, come ho detto, quel che vuole (ma che nei secoli, con il suo porto e il navigare della sua gente per il mondo, ha fatto anche grande Xena) e il comportamento di alcuni uomini, avidi e malvagi, che di queste disgrazie se ne approfitteranno.
Attacco che si era già sostanziato il 14 agosto u.s. con il colpevole crollo del ponte Morandi, per fare un esempio fra i tanti possibili. Senza dimenticare le responsabilità dell’alluvione del 2011 e mille e mille altre occasioni di comportamenti criminali di una classe dirigente ligure che aveva sempre preso, senza dare.
È ora di restituire a Genova. Quanto segue ha anche questo intendimento riparatore.
Visione e coinvolgimento negli avvenimenti futuri è il primo dono che va offerto alla gente di Liguria, da Levante a Ponente, che, viceversa, ha dovuto sempre rimboccarsi le maniche e faticare. Vediamo se ci sarà approccio differente ad opera del nuovo esecutivo.
Un suggerimento che potrebbe sembrare marginale: userei una data lontana/vicinissima per vedere se qualcuno, in sede politica e amministrativa, a differenza del passato, vuole collaborare ad una ricostruzione che sia anche un rilancio per Genova e la Liguria.
Genova, come ho detto, deve molto (se non tutto) al suo mare, quello stesso mare che si chiama in mille modi diversi a seconda del golfo, golfetto, caletta ma che alla fine è sempre il meraviglioso e preziosissimo Mediterraneo.
Bene, la mia proposta, in spirito d’amore e nostalgia per quello che considero anche il mio mare e la mia città (Genova) è quella di vedere rimesso tutto a posto (ponte nuovo percorribile per prima cosa) per il 1°novembre 2019, giorno in cui avviare, in una sede adatta, in contemporanea con altri porti italiani, le celebrazioni del 150° anniversario dell’apertura del Canale di Suez.
Genova deve essere pronta ad ospitare, per prima, la mostra (il lavoro di ricerca iconografica, con il doveroso grande anticipo, è già pronto grazie alla capacità e la volontà di un italiano sconosciuto ai più e di cui mi onoro essere amico da decenni) e a ricevere, in quella occasione, l’omaggio solidale di tutta l’Italia, una volta tanto intelligentemente unita da ricordi opportunamente evocati e da una nuova visione mediterranea che proprio in quella occasione potrebbe tornare ad essere strategica.
Vi parlo di un programma praticabile (ho visto i materiali già selezionati in occasione di una recente edizione del Salone del Libro del Cairo) ma necessitante, per avere un valore esponenziale, di essere vincolato ad un patto di rifondazione politico-istituzionale del Paese (solo il Quirinale può muovere autorevolmente questo progetto con la determinazione e il sigillo protettivo che gli necessita) per ridare centralità al Mediterraneo, favorirne la necessaria pacificazione e attribuire qualche opportuno merito (e ruolo) alla nostra Italia, viceversa sempre a rimorchio di atti violenti e privi di lungimiranza. Dal giorno 24 aprile 2016 con l’articolo IL CANALE DI SUEZ – POMPEO DE ANGELIS questo blog ha posto, grazie al pensiero e agli scritti di Pompeo De Angelis, il tema del Canale, della sua storia, della sua funzione futura. In particolare l’indice, che oggi pubblico, del libro comparso a puntate in questo luogo telematico, è già lui stesso suggerimento di una riflessione storica e geopolitica contemporanea che deve essere posta alla base di una strategia di rilancio. Mi riferisco a scelte di politica estera che povera come ci appare in queste ore (perfino il mal tempo mette in difficoltà – con i danni provocati a Sciacca-Palermo – la conferenza per la Libia tormentata), se non si fanno scelte coraggiose, è destinata a naufragare, lei per prima, portandosi a fondo la Repubblica. Con il Blog e la nostra associazione HUT8 Progettare l’Invisibile, sia pronti ad avviare il ragionamento che, in semplicità, depositiamo nella salvifica rete. Lo facciamo per Genova, per le genti del Mediterraneo, per raccogliere un implicito suggerimento della Chiesa di Papa Francesco, per l’Italia nostra.
Di seguito trovate l’indice del libro “SUEZ” pronto e l’articolo VERSO IL 150° ANNIVERSARIO DEL CANALE DI SUEZ a suo tempo uscito (era il 5 settembre 2017 quando ne davamo notizia) a firma di Gianfranco Marcelli sull’Avvenire che, con lungimiranza, ci ricordava l’avvicinarsi della data del 150°.

Giovanni Cipriani
Vediamo se con l’alleanza possibile con Il Centro per la Promozione del Libro, istituzione culturale benemerita come poche, fatta nascere, sotto la forma semplice di Associazione Culturale sin dal 1983 e sviluppata, in questi decenni, da un grande intellettuale e collezionista italiano quale Giovanni Cipriani che, come ho fatto cenno, ha già pronta la ricerca iconografica relativa alla rivoluzionaria opera di ingegneria marittimo-idraulica, possiamo vedere accogliere dalle Istituzioni repubblicane, italiane per prime ed “europee-mediterranee” dopo, questa proposta.
Proposta che ovviamente verrebbe sviluppata sotto il coordinamento autorevole ed efficientissimo proprio dal Centro per la Promozione del Libro e del suo infaticabile Presidente Cipriani a cui spero di fare, con questa apertura di tavolo, in nome di un mezzo secolo di amicizia, una lieta sorpresa, in risposta del suo entusiastico racconto che, poche ore addietro, nel provvidenziale incontro avvenuto antistante Palazzo Chigi, ha fatto l’onore di dedicarmi, informandomi dei passi da lui già compiuti con le autorità competenti, italiane ed egiziane. È quanto auspicavo che si facesse. Erano alcuni anni che non ci incontravamo dopo “l’intelligente missione” (Cipriani è uno dei migliori interpreti spontanei di quell’Intelligence culturale che sempre meno si esercita nel nostro Paese e che viceversa sarebbe utilissima riprendere con slancio) attuata proprio al Salone del Libro del Cairo, di qualche hanno addietro.
Speriamo quindi che dall’incontro provvidenziale nasca quella sinergia necessaria non solo per celebrare, ricordare/tramandare, ma per delineare, grazie a questo gioco della memoria, una strategia mediterranea senza la quale l’Italietta è destinata a sprofondare. Non solo sotto le onde o le piogge torrenziali.
Oreste Grani/Leo Rugens
P.S.
Uso la rete (e in questo spirito sono certo verrà colto dall’amico Giovanni questo post) per fare un omaggio al possibile comune progetto e al tempo stesso al coraggio e alla preveggenza sui temi complessi (Cipriani è il vero inventore del Salone del Libero in Italia poi divenuto, per motivi su cui sorvoliamo, pensiero e iniziativa dei “torinesi”) delle donne e gli uomini che ancora animano Il Centro per la Promozione del Libro. Anche per onestà e rispetto all’amica Memoria (cosa è un collezionista di documenti autentici se non un garante della doverosa lotta all’oblio?) oggi pubblico questo post. Post non richiestomi certo da Cipriani che ignora del tutto questa mia iniziativa e, ritengo anche la mia identità di blogger.
P.S. al P.S.
Quando vogliamo trovare una sede opportuna dove raccogliere, in sicurezza, gli oltre 100.000 pezzi autentici, che, con immensi sacrifici personali, Giovanni Cipriani ha saputo/voluto rintracciare e non far finire al macero? Quando vogliamo trovare, in Roma, un luogo capace di valorizzare questa dedizione alla storia patria? Cipriani, ci tengo a dirlo, è considerato – e non da me – il più grande e competente collezionista “del mondo” di documenti relativi al periodo tra le due guerre mondiali. Parliamo di vere e proprie emeroteche che vanno fatte emergere e valorizzate.
Direi che – nel rispetto delle normative vigenti – un’ opportuno sforzo per destinate un prestigioso bene demaniale (militare, ad esempio, non sarebbe male) all’Associazione Culturale “Centro per la Promozione del Libro”, andrebbe fatto. La Capitale (la Sindaca Raggi ha avuto modo, anche recentemente, di visitare una mostra allestita con alcuni dei “cimeli” a cui faccio riferimento, relativi al “Bombardamento di San Lorenzo”), in doveroso accordo con il Ministero della Difesa, ne trarrebbe vantaggio. Anche perché, per motivi che se richiesto, spiegherò Giovanni Cipriani è “benemerito” della “Benemerita”. Come, se eventualmente dovesse servire, sono certo, si riscontrerà.
E ri-firmo vista la materia delicata a cui è dedicato questo articolo.
Oreste Grani/Leo Rugens
Tutto il carteggio di Prezzolini,e’stato “salvato”dai Tocinesi di Lugano(dopo in Italia ci furono i soliti -stupidi-mormorii)temo che Lugano sia sede piu'”propria”che Roma o la stessa Torino! Saluti (sempre)cordiali
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