Dilaga il COVID in Cina


Dilaga“: sapete quando si usa una tale espressione?

v. intr. [der. di lago, con il pref. di-1] (io dilagotu dilaghi; aus. avere o essere). – 1. a. Riferito ad acque, diffondersi rapidamente e largamente sul terreno, in modo da formare come un lago: il fiume straripò dilagando per la campagna; con uso iperb.: il pianto gli dilagava sulle guancegli bagnava la sigaretta ciondoloni dalle labbra (Pratolini); raro con la particella pron.: la piena si dilagò nella valle. Estens., poet., della luce: dolce notteChiara per dilagar di luna piena (A. Negri). b. fig. Diffondersi largamente e rapidamente, detto soprattutto di costumi e comportamenti sociali negativi: la corruzione dilagava in tutti gli strati della popolazionel’epidemia è dilagata in tutta la regione; e con uso sostantivato: il ddell’assenteismo è un fenomeno preoccupante2. tr., ant. Allagare: ondeggiò il sangue per campagnae corse Come gran fiumee dilagò le strade (Ariosto). ◆ Part. pres. dilagante, con valore verbale e di agg.: contenere le acque dilagantifrenare il malcostumel’immoralità dilagante.

Su una massa critica di centinaia di milioni di persone (questo sarebbe il target di morti e feriti in Cina del Covid nelle sue varie versioni) avete idea di cosa voglia dire una pandemia che dilaghi?

La Cina non ha vaccinato se non una piccola parte dei suoi abitanti. Non lo ha potuto fare per cento motivi?  Non lo ha voluto fare? Vallo a capire. Io nella mia marginalità e ininfluenza ribadisco quanto lasciato scritto nel post Fiera di Rimini: dopo il gelato, pane e birra al Covid-19 – Lucarelli sveglia!Noi a Rimini c’eravamo gentile Selvaggia e non a leccare il gelato. Come spesso accade in questo blog, quando faccio un’affermazione è perché, lo ribadisco, quel giorno io c’ero a Rimini e ho visto una cittadina affollata come un uovo anche se eravamo in pieno inverno.
Ho scritto in altri pezzulli cosa siano i cigni neri. Ritengo che questa storia del dilagare del virus in Cina darà il via ad un nuovo e maggiore (molto maggiore di quello visto negli anni passati) stop ai trasferimenti internazionali (di merci e persone) che potrebbero essere l’innesco per il vero scenario a cui questa Umanità non sarebbe minimamente pronta: un Pianeta sconvolto dalla stagflazione.

In economia, con il termine stagflazione (combinazione dei termini stagnazione ed inflazione) si indica la situazione nella quale sono contemporaneamente presenti nello stesso mercato sia un aumento generale dei prezzi (inflazione), sia una mancanza di crescita dell’economia in termini reali (stagnazione economica).

In pratica, inflazione e stagnazione economica decretano una crescita zero del Prodotto interno lordo (Pil), con evidenti conseguenze anche sul debito pubblico del Paese.

La stagflazione è un fenomeno presentatosi per la prima volta alla fine degli anni sessanta, prevalentemente nei paesi occidentali, in particolar modo in Italia; precedentemente inflazione e stagnazione si erano invece sempre presentate disgiuntamente. La contemporanea presenza di questi due elementi mise in crisi la Teoria generale di John Maynard Keynes (e le successive teorie post-keynesiane) che, per oltre 30 anni, era stata la spiegazione più convincente per l’andamento dei sistemi economici, oltre che valido strumento di politica economica per i governi di Paesi ad economia di mercato.

Milton Friedman, Nobel in Economia nel 1976, era stato tra i pochi a discostarsi dalle visioni keynesiane e roosveltiane e a prevedere, nei suoi due libri Capitalism and Freedom e Storia Monetaria degli Stati Uniti, l’avvento della stagflazione.

Gli economisti propongono due spiegazioni principali della stagflazione. Secondo la prima, il fenomeno si presenta a causa di uno “shock di offerta”, per esempio un rapido aumento del prezzo del petrolio, come quello verificatosi nel 1973 a seguito della guerra del Kippur. Un simile evento sfavorevole tende a incrementare i prezzi e contemporaneamente a frenare la crescita economica, rendendo la produzione più costosa e meno redditizia. La seconda spiegazione attribuisce la stagflazione all’azione dei governi, nel caso in cui vengano realizzate politiche che ostacolano la crescita economica e allo stesso tempo venga incrementata rapidamente l’offerta di moneta. Ho parlato più volte della grandissima vulnerabilità della popolazione di un Pianeta dipendente da sistemi centralizzati quali IT, comunicazioni, energia dove gli organici se vengono colpiti per un 25/30 % innescano l’effetto valanga.
Non eravamo pronti da queste parti quando c’è stato il primo attacco, perché dovremmo credere a qualcosa che questa volta funzioni?

Anzi. Anzi, anche perché (e la cosa non mi piace per nulla) non solo si sta rimuovendo l’orrore ma addirittura anche in cose semplici come perseguire i malfattori che si erano approfittati del dramma, stiamo a “caro amico”.
Nessuno, se si eccettua Matteo Renzi (e lo scrivo con grande imbarazzo), vuole mandare avanti una cazzo di commissione d’inchiesta su quello che è successo in termini di mercimonio su mascherine, liquidi disinfettanti, ventilatori bluff, sparizioni di capitali circolati a seguito del grande suk che si mise in moto.
Altro che le mancette in contanti dei qatarini e marocchini! Cose gravissime ovvio, ma certamente (senza fare classifiche) vorrei sapere anche dove sono finiti i soldi che qualcuno ha guadagnato sul contrasto alla pandemia “italiana”. Cifre si mormora maggiori, molto maggiori di quelle che ci turbano in queste ore. Ci sono persone che dovrebbero ormai essere a processo e che gradirei sapere se viceversa, sono riusciti a farla franca e a recuperare i loro pozzetti (presumo all’estero) di denaro sporco di sangue. 

Perché nessuno cerca veramente quei soldi che sarebbero la prova di come è ridotta la Repubblica? E non quella cinese.
Comunque, tornando alla Cina, se si paralizza sotto pandemia, nessuno sa cosa ci aspetta nel XXI secolo, il secolo dell’interdipendenza. Il secolo non solo della geografia politica ma della geoeconomia.

Oreste Grani/Leo Rugens


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